26 Febbraio 2014

I ricordi di Giulio Donati: “Con Ausilio un rapporto speciale. L’Inter? Sarei rimasto anche senza coppe”

La difficile stagione con la maglia del Grossetto culminata con la retrocessione in Lega Pro avrebbe probabilmente affossato psicologicamente chiunque ma non è bastata per distruggere il morale del giovane ex nerazzurro Giulio Donati che a giugno, dopo uno splendido Europeo da protagonista con la maglia dell’Italia Under 21, si è ritrovato catapultato in Germania e nella massima competizione europea, ovvero la Champions League.

L’addio all’Inter è stato reso meno amaro proprio dal passaggio ad uno dei club più blasonati della Bundesliga, il Bayer Leverkusen, ma ancora oggi Giulio Donati, a differenza di quanto fatto spesso da alcuni suoi colleghi, non dimentica e non porta rancore verso il suo passato interista e in un’intervista a calciomercato.com lascia libero sfogo ai ricordi parlando di tanti temi.

ADDIO ALL’INTER –  “La scelta dell’Inter di cedermi è sicuramente rispettabile. Ognuno ha le sue motivazioni quando prende le decisioni. Ma dico la verità, sono contento di quello a cui sono andato incontro: all’Inter non avrei giocato le Coppe, quindi è stata forse una situazione anche migliore per me quella legata al Bayer. Comunque personalmente sarei rimasto li anche al di la della Champions League, dato che con la società Inter si era ormai creato un rapporto splendido. In particolare, con Piero Ausilio”.

MAZZARRI – Magari con il suo arrivo hanno avuto delle idee diverse e quindi hanno scelto di non puntare sui loro giovani come me”.

AUSILIO – Con lui c’è sempre stato un grande rapporto, un rapporto di stima e amicizia. Mi ha cresciuto lui a livello calcistico, sono arrivato all’Inter giovanissimo e lui ha saputo accogliermi alla grande, come con un fratello minore. Mi ha dato consigli su tutto dall’aspetto tecnico e calcistico a tutto il resto che comporta la vita di un ragazzo. E poi, quando ho iniziato a girare in prestito, mi ha sempre aiutato a scegliere la soluzione più giusta per me. Dovrò sempre ringraziarlo“.

FUTURO –  “Se chiamasse Thohir? Adesso sono discorsi a cui si può solo pensare. Ma la mia testa è dedicata al far bene con il Bayer Leverkusen, poi al futuro penserò più avanti. Ho intenzione di rimanere qui, a giugno poi vedremo cosa deciderà di fare la società”.

MOURINHO – E’ stato un grande maestro, a livello soprattutto morale: mi ha insegnato tantissimo a livello tecnico, di fiducia. Poi è stato l’anno del Triplete e il merito è stato di Mourinho, oltre che di quei giocatori straordinari che hanno messo perfettamente in pratica i suoi dettami. Per me è stata un’esperienza unica, bellissima, coronata anche dall’esordio a San Siro e da quelle parole che non dimenticherò mai perché fanno sempre piacere”.