7 Dicembre 2016

ESCLUSIVA – Simoni: “Pioli è uno di noi. Simeone numero uno, quando lo allenavo scriveva libri…”

La nostra intervista in esclusiva a Gigi Simoni, indimenticato tecnico dell'Inter tra il 1997 e il 1998 nonché unico mister nerazzurro (con Mourinho) a vincere in Europa sotto l'egida Moratti. Il mister ha detto la sua su tante cose, partendo da Stefano Pioli fino ad arrivare a Simeone, passando anche per de Boer, la società e i giocatori

Dopo Mourinho e Mancini, è stato l’allenatore più significativo dell’era di Massimo Moratti. Gigi Simoni, vincitore di una Coppa UEFA coi colori nerazzurri, ha risposto alle nostre domande relativamente al momento presente dell’Inter, dando il suo parere su Pioli, sulla rosa della Benamata e su Diego Pablo Simeone, suo ex giocatore.

Buonasera mister, grazie per il tempo e la pazienza che ci dedica. Partiamo dal cambio di allenatore: Pioli ha avuto finora solo tre partite di campionato e una di Europa League per dare una sua impronta ma da quel che si è visto non pare proprio un normalizzatore, anzi. Il tecnico ex Lazio si è invece confermato decisamente simile a de Boer per quanto riguarda l’approccio tattico…

Mah, per me Pioli è uno di noi, un allenatore che sa quanto conta vincere e fare risultato, uno con delle esperienze importanti alle spalle. Bisogna dare tempo a un allenatore ma purtroppo quando i risultati non sono positivi non è mai facile, anzi. Anche a livello societario la situazione non è mai stata chiara: prima comandava uno, poi un altro, poi sembrava che lo facessero in due… Con una situazione così alle spalle diventa difficile ma è sempre complicato distribuire le colpe o trovare i colpevoli quando le cose non vanno come si spera. Pioli sa quanto conta portare a casa i risultati, che poi sono il fattore decisivo. Però mi sembra che più che parlare dell’allenatore – quando sarà il momento si potrà analizzare anche quel che ha fatto Pioli – si debba parlare più dei giocatori che, mi sembra, non siano più quelli dell’anno scorso o, se nuovi, non si sono confermati per quello che sembrava dovessero essere. Forse è il caso di porre l’accento sul fatto che non stanno facendo abbastanza.

Secondo l’opinione che si è fatto in questo inizio di stagione, lei crede che la rosa sia completa?

I giocatori mi sembra che siano tanti e quindi a livello di quantità la rosa è sicuramente completa anche se è indubbio che ci sia più di un uomo che non sta rendendo quanto dovrebbe. In particolare penso al centrocampista portoghese, João Mário: ha fatto degli Europei bellissimi, eravamo tutti esaltati che arrivasse all’Inter ma poi non è che abbia fatto granché, anzi. Si dovrebbe ritrovare. Ma non solo lui. Mi vengono in mente anche i difensori sudamericani – Miranda e Murillo – che, a quanto pare, andrebbero ricostruiti a partire dalla testa perché non mi sembra che siano al livello del campionato scorso… Forse sembravano anche più adatti di quanto alla fine non siano.

Cambiando argomento, Simeone ha parlato per l’ennesima volta del fatto che un giorno allenerà l’Inter. Essendo stato un suo giocatore, le avranno già chiesto mille volte come vede eventualmente il Cholo sulla panchina nerazzurra ma è una questione inevitabile. Che ne pensa?

Ah, per me sarebbe il numero uno se arrivasse ad allenare davvero l’Inter. Non posso che pensarne tutto il bene possibile. Anche a livello di idee di gioco e di proposta di calcio, visto che è simile a quella che è la mia idea: costruire squadre che lottano, che non mollano mai, che combattono su ogni pallone e che sanno reagire a qualunque nota negativa. Magari c’è poco spazio per la bellezza, quello sì, ma a me e a lui interessa che la squadra sia soprattutto efficace.

Ci può raccontare un aneddoto – se se ne ricorda uno in particolare – del Simeone giocatore che lasciava presagire già allora che sarebbe poi esistito di sicuro anche un Simeone allenatore?

In realtà di aneddoti non ce ne sono tantissimi. Mi ricordo solo che una volta mi ha portato a casa sua per farmi vedere tutti i libri che aveva sull’allenamento e sul calcio, compreso uno enorme che stava scrivendo lui, con tutti gli appunti che aveva preso lungo l’arco della sua carriera e in cui aveva esaminato il lavoro di tutti i tecnici che aveva avuto fino a quel momento. Ricordo che aveva una grandissima passione per Bielsa, l’allenatore che quest’estate sarebbe dovuto andare alla Lazio. Gli piaceva tantissimo, tantissimo.

La redazione di PassioneInter.com tiene a ringraziare ancora Luigi Simoni per la disponibilità e la gentilezza dimostrate, nonché per la sua pazienza e il tempo che ci ha dedicato.

CAMARGO COME STANKOVIĆ: CHE GOL AL VOLO!