9 Ottobre 2011

Financial Fair Play: l’Inter c’è quasi

Alzi la mano chiunque non abbia storto almeno in parte il naso alla fine delle ultime sessioni di mercato dell’Inter. Ebbene se è pur tristemente vero che i colpacci e i campionissimi che arrivavano a Milano sponda nerazzura fino a qualche anno fa ora sembrano essere solo un nostalgico ricordo del passato, bisognerebbe quantomeno chiedersi i motivi dell’austerity che sembra aver pervaso come una nebbia fitta (che sia smog vista la collocazione geografica?) gli uffici della Beneamata. Qualcuno dall’animo più cattivello ha avanzato l’ipotesi che Moratti si fosse un po’ disinnamorato dell’Inter, a maggior ragione dopo l’abbuffata di trofei della stagione 2009-2010, dando così adito a una teoria che vorrebbe ormai pure i presidenti delle squadre di calcio (oltre a giocatori e allenatori) vittime della sindrome da mancanza di motivazioni, leit motiv di divorzi eccellenti (vedi Mourinho) e di prestazioni non sempre all’altezza. Ma francamente appare quanto mai improbabile che uno come il patron nerazzurro, con quel lignaggio e dopo una vita e vagonate di milioni (di lire prima, di euro poi) spesi per fare grande, grandissima la sua Inter a un certo punto abbia deciso senza peraltro motivazioni apparenti di abbandonare al suo destino quella che è stata la sua tanto cara (in tutti i sensi) creatura. La soluzione, evidentemente, va ricercata altrove: semplicemente Massimo Moratti è uno dei pochi proprietari di club calcistici in Europa che allo stato dei fatti ha preso sul serio le indicazioni dell’UEFA per ciò che riguarda il Fair Play Finanziario. Una cosetta che ai tifosi suona come un addio pressoché definitivo alla speranza dei ?botti? di mercato di un tempo, ma che per le società significa possibilità di disputare anche in futuro le competizioni continentali. L’obiettivo fissato da Platini è quello del pareggio di bilancio entro il 2014. Le squadre da quel momento potranno spendere solo quanto guadagnano, pena l’esclusione da Champions ed Europa League varie.

 L’Inter si sa, in passato non ha mai avuto dei buonissimi rapporti col bilancio, tanto che fino a quattro anni fa era in rosso di più di 200 milioni di euro. Ma l’aria è improvvisamente cambiata, tanto che si è arrivati a chiusura esercizio 2009-2010 con ?solo? 70 milioni di deficit, certo non bruscolini ma pur sempre un disavanzo dalle proporzioni meno abissali di quelli degli anni precedenti. Ovviamente le casse nerazzurre non sono tornate a vedere la luce per merito dell’intervento di forze sovrannaturali ma è stato grazie alla sapiente gestione economica di Moratti, Branca, Ghelfi & co. che ora l’Inter sembra essere sempre più vicina agli oneri imposti dal FPF, oltreché chiaramente grazie ai sacrifici economici del Presidente in persona (proprietario del 98% delle azioni dell’Inter) che il 28 Ottobre prossimo in occasione dell’assemblea dei soci (che a giudicare dalle quote in possesso di Moratti non si preannuncia molto affollata) provvederà a rimpinguare con altri 40 milioni ancora profumati del suo portafogli i forzieri dell’Inter.

 Insomma, per una società che non può contare almeno per ora su grosse entrate a causa dell’assenza di uno stadio di proprietà e del ridimensionamento dei diritti TV in primis, quella del contenimento delle spese derivanti dal mercato (con eventuale giovamento derivante da cessioni con plusvalenze) sembra una strada obbligata da seguire. E? il prezzo da pagare affinché l’Internazionale possa continuare a essere anche in futuro internazionale.

Michele Femminella