Ranieri torna all’antico nel gelo di Roma: 4-4-2 e addio trequartista
La gara di scena all’Olimpico nel pomeriggio di oggi, dopo l’ennesimo rinvio, potrebbe presentare non poche insidie sia per le condizioni climatiche che rappresentano una vera e propria incognita sotto il profilo tecnico, sia per la caratura di un avversario che Luis Enrique ha costruito puntando tutto sul pressing esulle verticalizzazioni improvvise. Complici poi le assenze di Sneijder e di Alvarez, Sor Claudio è obbligato a rispolverare il suo affidabile 4-4-2, sperando che arrivino palloni invitanti per il “Principe” Milito che vive uno dei momenti più positivi della sua carriera e proponendo dal 1′ Angelo Palombo che ha ben impressionato nel breve scorcio di partita che il tecnico romano gli ha regalato al suo esordio in nerazzurro. UNA MAGLIA PER TRE…-I maggiori dubbi di Ranieri sono legati alla fascia sinistra ed in particolare al nome dell’esterno alto: Obi, Poli e l’avanzamento di Nagatomo sulla mediana con Chivu alle sue spalle sono le tre strade percorribili. Obi è il più abituato a ricoprire quella posizione garantendo dinamismo e diligenza tattica, l’ex doriano ha giocato a sorpresa nell’insidiosa trasferta di Genova come ala sinistra seppure si trattasse di un adattamento ad un ruolo non suo, forse l’unico in grado di agire in modo efficace sulla fascia è il giapponesino abile, rispetto agli altri due, anche nel raggiungere il fondo e mettere palloni in mezzo. Probabilmente Ranieri scioglierà le riserve solo all’ultimo.
SAMUEL RIENTRA, OCCHIO ALL’ATTACCO ROMANISTA– Il rientro del “muro” nerazzurro dopo le quattro reti subite nel rocambolesco pareggio di mercoledì è di sicuro un’ottima garanzia per il pacchetto arretrato che ha dimostrato di non poter prescindere dal centrale argentino. La Roma è una squadra corta, abile nei fraseggi grazie alla qualità tecnica dei suoi, specie negli ultimi 16 metri, con Totti, Lamela e Pjanic dotati di ottime qualità di palleggio e tecnica individuale. I maggiori limiti dei giallorossi riguardano invece la difesa: Kjaer e Juan non sono certo fulmini di guerra e l’ossessione evidenziata dagli uomini di Luis Enrique nel giocare sempre e comunque la palla, potrebbe costituire su un terreno poco particabile un’arma nelle mani dell’Inter, dipenderà molto dall’abnegazione delle punte nerazzurre nel fare pressing e attaccare gli spazi ogniqualvolta la Roma inizi l’azione. Da tenere presente infine le distanze tra i reparti: col Palermo la squadra ha perso molto spesso i collegamenti prestando i fianchi alle ripartenze fulminanti dei rosanero, speriamo che questo non accada oggi pomeriggio.