EDITORIALE – La matematica non è un’opinione
di Gianluigi Valente
Scrivere un editoriale in questo periodo, cari lettori, non è esattamente tra le cose più semplici: i lunedì sono diventati giorni monotoni dal punto di vista sportivo, gli argomenti originali a tinte nerazzurre sono pochi e i problemi sempre gli stessi. Allora, nella giornata che per qualcun altro è l’apice del godimento, cerchiamo di facilitarci la vita prendendo in esame qualcosa che sia il più oggettivo possibile: il numero. Da esso proviamo a ricostruire questa stagione negativa e a capire in cosa è possibile fare meglio nella prossima.
ANDATA POSITIVA – Come ben sappiamo, il girone d’andata di Strama e dei suoi uomini è stato tutt’altro che negativo: 11 vittorie, a fronte di 2 pareggi e 6 sconfitte, per un totale di 35 punti, 9 in meno della Juventus capolista e del 4 in meno del Napoli secondo. Ma se si analizza l’andamento della squadra prima del giro di boa del campionato, ciò che salta all’occhio è una forte discrepanza tra un inizio scoppiettante (9 vittorie nelle prime 11 partite) e un finale molto opaco (2 successi nelle restanti 8). Paradossalmente, invece, abbastanza costante è stato il rendimento se si confrontano le gare giocate in casa e quelle in trasferta, con addirittura un numero maggiore di punti conquistati lontano da San Siro (18) rispetto a quelli interni (17). Per quanto concerne il rapporto fra le reti, 30 sono state quelle realizzate e 20 quelle subite: e anche in questo caso la relazione non è negativa. Tutt’altro che positivo, invece, è l’aver segnato 22 gol nelle prime 11 giornate (media di 2 gol a partita) e solo 8 nelle restati 8, con un rapporto praticamente inverso rispetto a quello dei gol subiti. In altre parole: oltre mezzo girone d’andata stratosferico, meno della sua metà quasi da retrocessione.
RITORNO DA INCUBO – Inutile dire che il girone di ritorno, per usare un eufemismo, è stato lontanissimo dalle aspettative, così come è inutile anche stare ad elencare a oltranza i motivi che l’hanno reso tale. Ma proprio da queste tante e valide ragioni l’interpretazione delle varie statistiche sull’andamento può essere ovviamente influenzato e perciò non ne terremo conto in maniera notevole sul bilancio finale. Volendo comunque addentrarci nel discorso, nelle sedici partite finora disputate Palacio e colleghi hanno ottenuto 11 punti al ‘Meazza’ e 7 lontano dalle mura amiche, realizzando 23 reti subendone 27; ma in generale, rispetto all’andata, c’è un sostanziale equilibrio nella loro distribuzione. Per questo si può dire che dal famoso giro di boa, è bene azzerare tutto e ripartire.
PROPOSITI PER IL FUTURO – La realtà è che all’inizio del campionato un po’ tutti gli interisti avevano cullato il sogno di poter dar filo da torcere alla Juventus, e proprio la partita a Torino contro i rivali di sempre aveva confermato le velleità dei nerazzurri. E obiettivamente i motivi per sperare c’erano: pochi gol subiti, un buon numero di marcature, tanti punti e anche una certa progettualità nel gioco. Ma quasi di schianto, da novembre in poi, il cambiamento radicale e l’inversione di marcia. Di sicuro anche con la squadra al completo l’Inter non avrebbe mai potuto vincere o lottare fino alla fine per lo scudetto, e la nostra sicurezza deriva dall’incostanza in cui, anche in un buon girone come quello d’andata, ha vissuto la squadra di Stramaccioni. Juventus e Napoli hanno totalizzato quasi gli stessi punti nei due gironi, e non a casa stanno giocando un campionato a parte; ma d’altra parte chi non sa che i campionati si prendono subendo pochi gol ma soprattutto con la tanto agognata regolarità che contraddistingue il vincente dall’entusiasmante?