Branchini: “Ronaldo lasciò l’Inter perché c’era una gestione triste. Nessun feeling tra lui e Cuper”
Lo storico agente del calciatore brasiliano racconta com'è andata in porto la trattativa e alcuni retroscenaNello stesso mese di venti anni fa, Luglio 1997, l’operazione impossibile andò in porto: Ronaldo arrivò all’Inter. Per celebrare quel momento, calciomercato.com ha deciso di intervistare lo storico agente del calciatore brasiliano, Giovanni Branchini. Ecco le sue parole: “Ricordo le tensioni di quei giorni. Per mesi e mesi abbiamo negoziato con il Barcellona, convinti che avremmo potuto trovare un accordo e avremmo blindato il contratto di Ronaldo. Invece, nonostante si sia lottato fino alla fine, l’accordo non è stato trovato. La mattina del giorno fatidico, era la vigilia della finale di Champions League di quell’anno, avvisai Moratti del fatto che avevamo raggiunto un accordo con il Barcellona e che Ronaldo sarebbe rimasto con loro. Alla fine quello che era stato detto in un primo tempo non si è trasformato in contratti e arrivò la rottura definitiva con il Barcellona. Ronaldo va definito con due aggettivi: intelligente ed ironico. Forse il motivo per cui ha lasciato l’Inter è perché in quell’ultima fase c’era poco spazio per i sorrisi; c’era una gestione più cupa e più triste rispetto a prima, c’era meno allegria. Ma lui è sempre rimasto molto legato all’Inter, anche dopo. Tra Hector Cuper e Ronaldo non so cos’è successo, andrebbe chiesto a Cuper. Penso che il rapporto non sia mai decollato del tutto. Penso che Cuper avesse un’altra idea di calcio e non mostrava nei confronti di Ronaldo una grande stima calcistica, un grande interesse. Si ‘ andato un po’ tutto deteriorando con episodi spiacevoli, quelle cose che capitano quando non c’è un grande feeling tra allenatore e giocatore: mezze ore a scaldarsi a bordo campo senza entrare. Ronaldo ha sempre voluto capire anche le cose spiacevoli da ascoltare e questo lo ha reso veramente diverso da tutti gli altri“.
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