Inter, senti Zenga: “Paura degli islandesi? Follia. I nerazzurri sono da Champions”
Walter Zenga non ci sta. L’ex portiere nerazzurro non accetta i numerosi inviti alla prudenza per la partita contro lo Stjarnan e sponsorizza l’Inter. Ecco la sua intervista rilasciata a La Gazzetta Dello Sport.
STJARNAN-INTER – “Ma pensiamo davvero che possa dar fastidio una squadra islandese? Siamo messi male. Certo, sono molto simpatici quando esultano, però credo che l’unico problema per i nerazzurri siano le quattro ore di volo per arrivare là”.
UN TUFFO NEL PASSATO – “E’ vero, ho perso contro una squadra finlandese in passato. Zero-uno con il Turun Pallouseura: incidenti di percorso che ti capitano una volta in una carriera. Però poi abbiamo vinto 2-0 in Finlandia: in due partite non c’è storia”.
INTER DA SCUDETTO? – “Ho da poco forzato il concetto. Per i nerazzurri scudetto vuol dire arrivare in Champions, giusto? Deve puntare a quello, senza se e senza ma. Perché riparte da un 5° posto e deve migliorare di due posizioni, non dieci. Perché da gennaio, a cominciare da Hernanes per finire con Medel, sono arrivati sette buoni giocatori. E magari ne arriva ancora qualcun altro”.
ADDIO SENATORI – Tutti credono di poter giocare fino a sessant’anni, gli immortali però non esistono: a un certo punto bisogna cambiare, è successo anche a me. Era finito un ciclo, erano scaduti dei contratti, era giusto abbassare l’età media. Nulla di scandaloso”.
QUALITA DELL’INTER 2014/2015 – “Questa squadra è stata rinforzata dove serviva. Adesso ha una rosa buona anche per Europa League e Coppa Italia, che l’anno scorso forse è stata sottovalutata: cosa sbagliatissima, visto che con quattro partite può garantirti l’Europa. Seconda cosa: se prendi giocatori che hanno qualcosa da dimostrare, prendi giocatori che ti danno qualcosa in più. E i nuovi dell’Inter vengono tutti da una stagione difficile. Anche Medel, retrocesso con il Cardiff“.
MAZZARRI E LA QUESTIONE DIFESA – “Se al suo posto accetterei di sentirmi dire spesso di giocare con la difesa a quattro? Le squadre che eccitano di più sono quelle che hanno un gioco brillante, più offensivo: il resto sono numeri, solo numeri. Conta solo che un allenatore scelga come giocare in base alle qualità dei giocatori che ha. Per questo dev?essere flessibile: se sai insegnare solo un tipo di calcio, devi fare un altro mestiere”.