PREPARATI AL MATCH – Bologna-Inter con una ‘treccia’ sul cuore
Il match del 'Dall'Ara' apre la quinta giornata: per i nerazzurri un'occasione d'oro per allungare sulle avversarieObiettivi diversi, classifica diversa, budget diverso, entusiasmo diverso: stando alle aspettative questa sera si incontrano due compagini che hanno poco a che fare l’una con l’altra. Volendo però rimanere realisti e credere al saggio Beckenbauer – secondo cui “il più forte non vince, ma chi vince è il più forte” -, la partita di Bologna rischia di assumere i connotati di una battaglia dalla quale sarà molto difficile uscire vittoriosi. La squadra di Donadoni ha realizzato 4 punti in altrettante giornate, ma più che il bottino, tra l’altro perfetto per una squadra che mira alla salvezza, colpisce il fatto che i rossoblu non siano stati mai fuori dal match in tutte le partite disputate finora. E non inganni lo 0-3 con cui il Napoli ha liquidato la pratica emiliana: fino al gol di Callejon al minuto 66 – rete nata da una gran giocata di Insigne e da un buco difensivo di Masina – i partenopei avevano trovato grande difficoltà a penetrare nella retroguardia avversaria, grazie a una fase difensiva in cui l’undici bolognese è sempre stato corto e incisivo. Ovviamente il prezzo da pagare è una fase offensiva meno prolifica rispetto alla buona qualità dei giocatori a disposizione del mister di Cisano Bergamasco: Verdi, Di Francesco, Destro e Palacio giocherebbero titolari in una qualsiasi altra squadra di medio livello, ma non sono ancora riusciti a spingere il Bologna oltre le due segnature totali.
Ronaldo e il suo primo gol in Italia
Di contro, l’Inter fa della solidità un’arma in più rispetto agli anni scorsi: se con le gestioni Mancini, De Boer e Pioli si erano sempre manifestati grandi problemi nella tenuta della retroguardia, il solo gol subito (peraltro a Roma contro i giallorossi) in quattro gare sembra indirizzare l’Inter verso una strada e un traguardo diversi dal recente passato. A conferma di ciò, il nuovo acquisto Skriniar è quasi sempre stato fra i migliori, oltre ad aver avuto il merito di risolvere la brutta gara di Crotone. Grande merito è di mister Spalletti, che fa giocare i suoi molto corti e fa sviluppare una densità abbondante sulla metà campo a dispetto del modulo, che, sulla carta, prevede la presenza di soli due centrocampisti di ruolo. In questo senso, però, gli esterni offensivi che si abbassano e il falso-trequartista sono di grande aiuto. E con Icardi e un Perisic come quelli visti finora, la fase realizzativa sembra non rappresentare un problema.
I PRECEDENTI – A dispetto di quanto si possa pensare, il saldo della Beneamata nei precedenti giocati nel capoluogo emiliano tra Serie A e Coppa Italia è in negativo: 36 vittorie nerazzurre, 16 pareggi e ben 38 affermazioni felsinee. Tuttavia il dato è un chiaro retaggio del passato, poiché il Bologna non batte l’Inter dal Febbraio 2002 (2-1 il risultato finale); da allora solo risultati utili alla causa nerazzurra. Un’indicazione confortante arriva dalla statistica: negli ultimi dieci precedenti il risultato di 1-3 è quello che si verificato più volte, ben quattro. Nelle ultime due stagioni sono arrivati due striminziti 0-1: il 27 ottobre 2015 il gol di Icardi valse i tre punti e confermò i nerazzurri di Mancini in vetta alla classifica; a febbraio di quest’anno, invece, è stato Gabigol a regalare la vittoria con la sua prima e, finora, unica realizzazione in Serie A.
GABIGOL SEGNA CONTRO IL BOLOGNA
LA TRECCIA – Dei sei ex che fanno attualmente parte della rosa emiliana, ce n’è uno che ha occupato un posto particolare nel cuore dei tifosi nerazzurri. Non ce ne vogliano Mbaye, Crisetig e Destro, che la maglia nerazzurra l’hanno indossata quasi solo nelle giovanili; non ce ne vogliano Taider e Poli, che contano qualche presenza in più. Qui si parla di Rodrigo Palacio, che non è stato il più talentuoso, il detentore di qualche record o il più cattivo sotto porta dei 48 argentini ad aver calcato il prato verde di San Siro e non è stato nemmeno il più vincente, perché la bacheca nerazzurra non si arricchisce da prima del suo arrivo, datato 2012. ‘El Trenza’ occupa un posto speciale perché quando l’Inter arrivava ottava o nona in campionato, la sua maglia era sempre fra le più sudate. Le 169 partite giocate e i 58 gol messi a segno avvalorano una predilezione che, probabilmente, sarebbe stata identica anche con la metà delle presenze o delle reti. Di lui, oltre che la treccia, ha sempre colpito quell’intelligenza, tangibile anche dagli spalti o dal divano di casa, grazie alla quale si aveva l’impressione che capisse prima lo sviluppo dell’azione e dunque quale posizione occupare o quale movimento fare. Gli interisti, poi, si legano soprattutto a chi è capace di punire gli acerrimi nemici e, manco a dirlo, Palacio rientra nella stretta cerchia. Nell’epico 1-3 alla Juventus del novembre 2012, l’ex Boca siglò il gol della sicurezza dopo un contropiede orchestrato da Guarin e Nagatomo; nel derby prenatalizio del 2013, un colpo di tacco sotto la Curva Nord all’85esimo fu un dolce regalo da scartare sotto l’albero. Non si entra facilmente nel cuore di un interista, ma quando lo si fa non se ne esce più: questa sera, ci scommettiamo, vedere quella treccia cadere su una maglia diversa dalla nerazzurra ci sembrerà strano.
Palacio e il primo gol nerazzurro della scorsa stagione
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