FOCUS – Un Kovacic nuovo?
di Gianluigi Valente
IL NUOVO CHE AVANZA – Gira voce che in quel di Pinzolo si vedano cose strane: occhi infuocati non solo da un caldo tipico di questo periodo dell’anno, sudore che gronda copioso dalle fronti di un gruppo che ha voglia di rivalsa, un nuovo tono di voce proprio di chi sa di essere un padre severo piuttosto che un fratello complice. E soprattutto qualche nuova idea interessante. E non ci riferiamo tanto al 3-5-2 in sé che l’attento spettatore dal cuore nerazzurro ha già conosciuto all’alba dello scorso autunno, quanto all’interpretazione di tale modulo; perché, si sa, i numeri hanno una loro valenza, ma questa cambia a seconda di come li si leggono. Il breve focus di oggi vuole porre l’attenzione sul ruolo che, all’interno dei nuovi schemi tattici di mister Mazzarri, avrà il maggiore investimento di questo 2013: Mateo Kovacic, acquistato nel gennaio di quest’anno e destinato (si spera!) a diventare il perno della nuova Inter.
PASSATO REMOTO ? Quando il giovane croato giunse alla corte dell’ex allenatore interista Andrea Stramaccioni, il suo passato e i media sportivi hanno fatto passare il concetto che fosse arrivato in nerazzurro un nuovo mediano ruba-palloni, bravo a ribaltare subito l’azione grazie alla sua velocità e alle capacità di corsa. A dire il vero però, col passare del tempo e delle partite, quell’idea installata nelle teste dei tifosi si è rivelata non sbagliata ma limitante. Un giocatore dalle sue qualità, infatti, risulta essere sprecato per giocare lontano da quelle zolle di campo che fanno vibrare gli stadi ogni volta che la palla ci passa sopra. Non che l’Inter abbia trequartisti funambolici o giocatori dalla classe cristallina, ma di sicuro creare la superiorità numerica a trenta metri dalla porta potrebbe essere un’arma più vincente rispetto alla buona riuscita di un passaggio in orizzontale (requisito minimo per un centrocampista, tra l’altro) nel cerchio di centrocampo.
PASSATO RECENTE – E allora ritorna in mente un film già visto, dalla trama analoga ma dal cast diverso: dopo l’abbuffata di ‘tituli‘ targati Mourinho, prima Benitez e poi Claudio Ranieri confinarono l’ex numero 10 nerazzurro Sneijder, talento fuori dal comune, a giocare quasi come interno di centrocampo, a cinquanta metri e oltre dal portiere avversario. Troppo indietro per risultare decisivo sia dal punto di vista realizzativo sia per quanto riguarda gli assist ai compagni. Così, in un contesto già decadente, anche le buone intenzioni e le ottime qualità di palleggio dell’olandese non bastarono a risollevare le sorti di una squadra spenta, ma divennero l’alibi per un personale nervosismo che portò il fantasista a duemila chilometri da chi gli aveva dato la gloria.
FUTURO – Ma, come dicevamo in apertura, da qualche giorno la storia sembra essere diversa: nel 3-5-2 di Mazzarri, Kovacic non agirà da mediano centrale (ruolo che sarà probabilmente ricoperto da Cambiasso), ma da interno sinistro. In questo modo sia lui che Guarin, che giocherà da interno destro, avranno la possibilità di sostare più vicino all’area di rigore avversaria, pronti agli inserimenti e alla conclusione da una distanza ragionevole, nel momento in cui le due punte libereranno spazio per loro. Come ha sottolineato qualche quotidiano sportivo negli ultimi giorni, si potrebbe sviluppare un parallelismo con il ruolo ricoperto per tre anni da Hamsik, che ha sicuramente caratteristiche diverse da quelle di Kovacic, ma che spesso si ritrovava a concludere le azioni dei partenopei grazie alla sua velocità e ai movimenti perfetti di Cavani e compagni. E se si pensa che il nuovo numero dieci nerazzurro è dotato di una maggiore rapidità e di un dribbling devastante, viene davvero l’acquolina in bocca. Per i primi riscontri, bisogna attendere i primi impegni ufficiali: nel frattempo l’imperativo è lavorare.