27 Settembre 2014
EX INTERISTI ON THE ROAD – Ibra, la sua Champions e l’Inter
di Bartoloni Riccardo
Estate 2006, l’Italia vince il mondiale e Calciopoli trasforma la Serie A. La Juventus è costretta a dire addio a numerosi dei suoi campioni che non vogliono seguirla in Serie B. Zlatan Ibrahimovic è uno di loro, e così decide di raggiungere i rivali storici della squadra bianconera, odiati ancora maggiormente dopo le sentenze della giustizia sportiva. Il giocatore svedese non sembra darci peso, per lui una maglia vale l’altra, è soltanto questione di opportunità. E’ così che inizia l’avventura nerazzurra di Zlatan Ibrahimovic, dopo la vittoria consecutiva di 3 scudetti (almeno sul campo) con Ajax e Juventus. Un curriculum in continua crescita, stagione dopo stagione sempre più decisivo.
I gol arrivano subito, e il “Genio“, così ribattezzato dai tifosi interisti, si guadagna il più completo sostegno da parte di San Siro. La serie A è dominata dall’Inter nel modo più assoluto nella stagione 2006-2007 e Ibra ne è il più importante trascinatore. Uno di quei giocatori che fanno innamorare perdutamente il pubblico, giustificando anche i suoi gesti e dichiarazioni a volte leggermente eccessivi. Tanto poi Ibra segna ugualmente, almeno in campionato. L’Europa infatti diventa un incubo per Zlatan e l’Inter di quel periodo, che subisce un’eliminazione dopo l’altra, senza mai superare quegli ottavi di finale di Champions League che hanno il potere di spegnere il Genio svedese. Non saranno sufficienti né i suoi 2 gol finali decisivi per lo Scudetto 2008 né tanto meno l’arrivo di un allenatore “top” come Josè Mourinho per fargli tornare il sorriso. Ibrahimovic patisce questa situazione europea pensando di trovarsi in una squadra inadatta per tale competizione e il suo “mal di pancia”, come verrà denominato da tutti i media nazionali, diventa insopportabile tanto da indurlo a lasciare Milano dopo un’infinita telenovela di calciomercato. Destinazione Barcellona, fresca vincitrice della maggiore competizione europea con la chiara intenzione di ripetersi anche l’anno successivo. Il resto della la storia è ben noto a ogni interista del pianeta: in nerazzurro arrivano Eto’o e 50 milioni, soldi utilizzati per comprare giocatori come Milito, Sneijder, Thiago Motta e Lucio. Miracolosamente questa nuova Inter riesce ad ingranare anche nella competizione europea, fino a trovarsi di fronte proprio l’armata apparentemente insuperabile del Barcellona in semifinale. Ibra contro il suo passato da lui fuggito, l’opportunità per i nerazzurri di dare en passant anche una bella lezioncina al suo ex giocatore. Ed avviene tutto proprio in questo modo, perché dopo un doppio scontro epico l’Inter riesce ad approdare in finale e a vincere questa vecchia maledetta Champions League.
Dopo quest’ennesima delusione europea, Ibra decide di lasciare il Barcellona (che vincerà la Champions League successiva) dopo una sola stagione, complici anche i pessimi rapporti con l’allenatore Guardiola. Ed ecco che il giocatore torna a vagabondare per mezza Europa, prima con un ritorno a Milano (sponda rossonera) e poi con l’arrivo nella Parigi degli sceicchi, dove si trova tuttora, alla continua ricerca del suo maledetto trofeo.