24 Marzo 2015

Mancini: “Non sapevo quanto sarebbe stato difficile, ma non sono in difficoltà. Dobbiamo…”

intervista sylvinho

Roberto Mancini ha analizzato i problemi dell’Inter in questa sua seconda esperienza sulla panchina meneghina. Queste le parole del tecnico nerazzurro nell’intervista concessa ai microfoni di Tuttosport:

Filippo Inzaghi, dopo aver battuto il Cagliari, ha detto: ‘Ci sono allenatori molto più esperti di me che hanno le stesse difficoltà se non addirittura maggiori, eppure si parla solo del sottoscritto’. Tutti hanno pensato, vista la classifica, che si riferisse a lei, Mancini. Cosa risponde? “Se quella frase era riferita a me, beh, io non sono in difficoltà. Piuttosto sono dispiaciuto perché l’Inter è migliorata e i risultati non arrivano. Io, però, non sono un allenatore in difficoltà…”.

La squadra però sembra esserlo, almeno a livello di risultati. “È un momento così, in cui tutto ci va male: con il Cesena abbiamo creato dieci palle gol, con il Wolfsburg il loro portiere ha fatto almeno tre-quattro parate decisive e domenica con la Sampdoria uguale: a Genova abbiamo fatto una buona gara, abbiamo anche giocato bene e credo meritassimo di vincere”.

Mancano dieci partite a fine campionato, conviene fare una tabella per la rimonta? “Quelle lasciano il tempo che trovano però non bisogna certo iniziare già a pensare al prossimo anno. Piuttosto dobbiamo cercare di finire bene la stagione per acquistare un po’ di consapevolezza in più su cui lavorare per il futuro”.

Scusi Roberto, forse non ha un po’ sottovalutato i problemi che avrebbe trovato all’Inter? “Quando sono arrivato pensavo sarebbe stato difficile, ma non sapevo quanto lo sarebbe stato”.

Già. “Il problema è che abbiamo ricominciato da zero e, nonostante questo, abbiamo anche fatto delle buone prestazioni. Di partite ne abbiamo sbagliate al massimo un paio però, a parte rare eccezioni, abbiamo sempre giocato. Oggi i risultati non arrivano e c’è la tendenza a vedere tutto in negativo, però bisogna riuscire anche a guardare un po’ più in là. Stiamo lavorando da qualche mese e, in un periodo così breve di tempo, non si cambia né si inventa una squadra”.

Trova ci siano analogie con questa Inter e la sua prima? “No, perché l’altra aveva una rosa molto più completa. In Italia, purtroppo, si vuole tutto e subito però per costruire una squadra non bastano due, tre o cinque mesi, ma ci vuole più tempo, non sette anni ma più tempo».

C’è già chi fa i paragoni con l’Inter di Mazzarri… “I paragoni non mi interessano”.

È deluso da Podolski? “Lukas può fare di più anche perché ormai ha giocato diverse partite. A Genova invece è andato così, così”.

È pentito di non aver puntato in Europa su Handanovic’ “No perché Carrizo è un bravo portiere”.

Com’è stato l’impatto con l’Italia dopo tanti anni passati all’estero? “Gli stadi sono un po’ vuoti ma soprattutto ho ritrovato sempre le solite polemiche. Ma noi siamo così, ci piace trovare sempre qualcuno con cui prendersela quando le cose non vanno bene”.

Conte ha convocato in Nazionale pure Eder e Vazquez. “La nazionale italiana deve essere italiana. Chi non nasce in Italia e ha parenti lontani non dovrebbe essere convocato. Io, almeno, la penso così”.

Altre Nazionali come Germania e Inghilterra, sono ormai multirazziali. “E? diverso, perché i giocatori sono nati in quelle nazioni. La mia, ripeto, è un?opinione personale: poi ci sono delle regole che permettono a Conte di convocare quei giocatori e fa bene a farlo”. 

Leggi anche: CALCIOPOLI, FRODE E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE: PRESCRITTI, MA NON ASSOLTI, MOGGI E GIRAUDO

Leggi anche: JUAN JESUS: “PROBLEMA DI TESTA. FUTURO? VOGLIO RESTARE ALL’INTER, FINCHE’…”

Vuoi essere sempre aggiornato sul calcio e su tutto il mondo dello sport? Segui LoSport24!