6 Marzo 2012

SKELETONS – Slavkovski: da nuovo Ibrahimovic a controversia diplomatica

Domanda per voi lettori: è alto oltre un metro e novanta, di professione fa l’attaccante, ha giocato nell’Inter, ha la nazionalità svedese ma è di origine slava. Chi è? Facile, direte voi, Zlatan Ibrahimovic. In apparenza sembra il perfetto identikit dell’attuale centravanti milanista ma i più attenti noteranno che in questa rubrica non può trovare spazio un giocatore con un palmares con il suo. Trattasi in realtà di Goran Slavkovski e della sua bizzarra storia, ve la raccontiamo qui di seguito.

Questa settimana: SLAVKOVSKI – DA NUOVO IBRAHIMOVIC A CONTROVERSIA DIPLOMATICA

LE ORIGINI ? Goran Slavkovski nasce in una giornata primaverile del 1989 a Skravlinge, cittadina nei dintorni di Malmoe e che già aveva dato i natali a Prawitz Oberg, difensore vicecampione del mondo con la Svezia ai Mondiali del 1958. Come il più famoso Zlatan ex nerazzurro, anche Slavkovski ha origine slave, in particolare macedoni, e come il suo noto precedessore anche lui muove i primi passi calcistici nell’Fbk Balkan per poi trasferirsi anche lui al Malmoe. La sua altezza, il suo stile di gioco e le tante somiglianze con Ibra creano in più di qualcuno l’idea che la storia possa ripetersi e così l’Inter decide di investire su questo ragazzone svedese che a soli sedici anni viene così ingaggiato dalla squadra milanese.

SLAVKOVSKI NELLA STORIA ? Arrivato nell’estate 2005, Slavkovski trascorre la prima stagione giocando tra gli Allievi Nazionali e la Primavera ma  il tecnico di allora Roberto Mancini lo vede di buon occhio e la stagione successiva lo aggrega spesso alla prima squadra. Il 7 maggio del 2006  avviene l’inaspettato esordio in Serie A contro il Siena alla giovanissima età di 17 anni e un mese che fa di Slavkovski il più giovane giocatore ad aver mai vestito la maglia nerazzurra nel massimo campionato. Record di Bergomi battuto, una carriera davanti e non ancora maggiorenne già in campo con una delle squadre più famose al mondo ? un predestinato. Ma nell’estate dello stesso anno l’Inter compra il vero Ibrahimovic e ad Appiano capiscono subito come Slavkovski in realtà non abbia nulla a che fare con lui con il pallone tra i piedi. Viene rispedito nella Primavera e fa una sola presenza in prima squadra in Coppa Italia contro il Messina mentre la stagione successiva non totalizza nemmeno una presenza in nerazzurro cadendo nel dimenticatoio mentre Ibrahimovic, quello vero, trascina l’Inter a due bellissimi scudetti. Ma se dal punto di vista calcistico Slavkovski ha per l’Inter un?utilità pari al due di bastoni con briscola a denari, è dal punto di vista extracalcistico che il giovane attaccante fa parlare di sé. Si scatena infatti per lui la più inutile delle guerre diplomatiche tra la federazione svedese e quella macedone per accaparrarsi la sua nazionalità. I balcanici puntano sulle sue origini mentre gli svedesi difendono il fatto che abbia già giocato con le selezioni giovanili del paese scandinavo già da qualche anno.

SCOMMETTIAMO CHE? – E? il gennaio del 2008 e Slavkovski non gioca una partita in prima squadra da oltre un anno ma ancora qualcuno vuole scommettere su di lui. Sono gli inglesi del Middlesbrough a voler puntare sul giocatore che vola così oltremanica per sostenere entusiasta le visite mediche. I medici della società inglese bloccano però il trasferimento per dei problemi all’anca e tutto sembra perso ma l’Inter pur di sbarazzarsene e lasciarlo in Inghilterra trova un accordo lampo con lo Sheffield United. Arrivato nel South Yorkshire, dirigenti e allenatore capiscono di aver beccato un brocco e il manager Kevin Blackwell imbarazzato alle domande dei giornalisti risponde che Slavkovski è ancora acerbo e mira a una sua piena integrazione in squadra per farlo giocare. Come prevedibile trattasi della più diplomatica delle risposte per distogliere l’attenzione in quanto in realtà allo Sheffield lui non gioca nemmeno una partita (escluse sei apparizioni con la squadra riserve). Nell’estate del 2008 si chiude così anche la parentesi inglese del giocatore, una scommessa persa clamorosamente. C’è però chi crede ancora in lui ed è il Primo Ministro del governo macedone che in prima persona decide di incontrare Slavkovski e donargli una maglia della nazionale balcanica con il suo nome al fine di convincerlo a giocare per la Macedonia. L’azione va a buon fine e l’attaccante annuncia che da quel momento avrebbe giocato per la nazionale under 21 macedone. La guerra diplomatica per Slavkovski tra Svezia e Macedonia la vince dunque quest’ultima.

A SPASSO PER L’EUROPA ? Tornato in Italia l’Inter e il nuovo allenatore Josè Mourinho non sanno cosa farsene del giocatore nonostante sia ancora diciannovenne e decidono di spedirlo in Croazia all’Hajduk Spalato. In Dalmazia egli arriva in condizioni fisiche pietose e la società si rifiuta di ingaggiarlo rispedendolo per direttissima un?altra volta all’Inter. I nerazzurri allora decidono di rimandarlo in Svezia lì dove era arrivato ma al Malmoe non totalizza nemmeno una presenza e la squadra decide in giugno di separarsi dal giocatore. In quel mese però il contratto con l’Inter scade e se da un lato i nerazzurri sono felici di essersi definitivamente liberati di Slavkovski, dall’altro lui si ritrova già ventunenne senza squadra e una carriera da ricominciare. Nel gennaio però gli arriva l’offerta inaspettata. Sono i tedeschi del Bochum a offrirgli un contratto di sei mesi con un opzione per altri tre anni da esercitare eventualmente a giugno. L’esperienza in Germania continua sulla falsariga delle altre: zero presenze in prima squadra e appena otto con la squadra riserve con conseguente separazione a giugno, altro che gli agognati tre anni di rinnovo. Ritrovatosi ancora una volta senza squadra, Slavkovski riesce però a trovare ancora qualcuno che crede in lui: il Limhamn Bunkeflo, squadra di terza divisione svedese, non il sogno della vita ma meglio di nulla. Totalizza cinque presenze e come sempre nessuna rete e così pure quest?altra squadra decide di separarsi da lui.

Ora Slavkovski è un ventitreenne giocatore senza squadra, in cerca di un futuro e di capire cosa farà nella vita dato che il calcio gli ha  a quanto pare chiuso le porte. Da nuovo Ibrahimovic ad oggetto misterioso, da recordman nerazzurro a danno di Bergomi a controversia diplomatica tra Svezia e Macedonia con tanto di intervento del capo del governo. La carriera di Slavkovski è stata fino ad ora tanto breve quanto bizzarra, un giocatore finito nel dimenticatoio ma che contrariamente a tanti altri ha una storia da raccontare.

In bocca al lupo Goran!