Ranocchia e il bacio di Spalletti: ultima chance per diventare principe?
Contro il Chievo, il difensore umbro si giocherà la grande opportunità di rilancioMinuto 13 di Cagliari-Inter: l’arbitro Pairetto estrae il cartellino giallo nei confronti di Joao Miranda, che è diffidato e salterà la sfida casalinga contro il Chievo. Domenica, quindi, con ogni probabilità toccherà ad Andrea Ranocchia giocare al fianco di Milan Skriniar e sostituire il brasiliano squalificato. L’opportunità che il difensore aspettava da tempo, sin dall’arrivo in panchina del miracoloso Luciano Spalletti. Dopo aver riacceso gli spenti D’Ambrosio, Santon e Nagatomo, infatti, il tecnico di Certaldo dovrà cimentarsi in un’altra grande sfida: quella di rilanciare proprio il centrale umbro, colui che ai tempi del Bari veniva considerato il futuro della nazionale italiana. Aspettative altissime, per un talento che a quasi trent’anni non è ancora riuscito a sbocciare.
La sua parabola all’Inter ha sicuramente avuto un rendimento di gran lunga negativo. Acquistato dal Genoa il 3 gennaio 2011, venne da subito catapultato in una squadra in piena crisi, a pochi giorni dall’insediamento sulla panchina di Leonardo, subentrato all’allora esonerato Rafa Benitez. Sebbene il bilancio positivo del primo semestre interista, coronato dalla vittoria in Coppa Italia contro il Palermo e da un’incredibile rimonta sfiorata in campionato sul Milan, nelle stagioni successive il difensore accusò le cattive prestazioni della squadra, ricadendo nel vortice della delusione generale. Con l’addio al calcio di Zanetti, nella stagione 2014-15, venne designato capitano della formazione interista. Un carico di responsabilità enorme, per un ragazzo che forse non era ancora pronto a prendere il posto di un mito calcistico come il ‘4’ argentino. Anche quella sarà un’annata più che deludente, con la squadra che assiste all’ennesimo cambio in panchina, grazie all’arrivo in corso di Roberto Mancini che prende il posto di Mazzarri e conclude il campionato all’ottavo posto. La bocciatura definitiva di Ranocchia, sotto la guida dell’allenatore di Jesi, avviene due volte: prima con la perdita del posto da titolare, e poi con il passaggio della fascia di capitano in favore di Mauro Icardi. Nel gennaio 2016, dunque, finisce in prestito alla Sampdoria. Qui, con 14 presenze all’attivo, trova lo spazio di cui necessitava, ma non le prestazioni che tutti si sarebbero aspettati nella piazza blucerchiata. Ritornato alla base in estate, assiste ancora una volta alla staffetta di allenatori interisti: da Mancini a De Boer, e da quest’ultimo a Pioli. La panchina continua ad essere il suo rifugio domenicale, e ancora una volta viene ceduto in prestito nella finestra di mercato invernale all’Hull City in Premier League, la sua prima esperienza in un campionato straniero. Lontano dalle pressioni mediatiche italiane, riesce a ritagliarsi quella serenità che da tempo gli mancava, ritrovando fiducia e minuti di gioco. Conclusasi l’esperienza inglese con la retrocessione del club, che quindi sceglie di non riscattarlo, Andrea ritorna ancora una volta ad indossare la maglia nerazzurra.
Andato via Pioli, stavolta la società programma in largo anticipo l’arrivo del tecnico Luciano Spalletti, affidandogli il compito di rilanciare la squadra e, soprattutto, cercare di rivalutare elementi che nelle stagioni passate si erano dimostrati ben sotto gli standard richiesti. Un compito sino ad ora svolto egregiamente dal tecnico toscano, che domenica dovrà dimostrare a tutto il popolo interista di esser riuscito anche in quest’ultima impresa: dover far ricredere su Andrea Ranocchia e trasformare i fischi di San Siro in sonori applausi. Tra i due, poi, il rapporto era partito col piede giusto sin dal ritiro pre-campionato a Riscone di Brunico. In molti, infatti, ricorderanno il celebre episodio in cui Ranocchia – insultato da un tifoso presente ad assistere la seduta di allenamento – venne difeso da mister Spalletti con un atteggiamento quasi paterno.
A meno di clamorose sorprese, Andrea Ranocchia, domenica, giocherà titolare contro il Chievo: avrà un lieto fine l’ennesima favola scritta da Luciano Spalletti?
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