8 Marzo 2012

Oriali a 360°: “Con Mou rapporto fantastico. Ritorno? Me lo auguro, sono sempre tifoso e soffro”

Gabriele Oriali, ex dirigente nerazzurro e grande bandiera dell’Inter, al programma di Premium Calcio ‘La Tribù del Calcio’, ha parlato a 360 gradi della sue esperienza nerazzurra, facendo anche rivelazioni scottanti. Ecco l’intervista integrale.

L’ARRIVO DI MOURINHO“Quando arrivò all’Inter cercarono di tenermelo nascosto facendo addirittura di tutto per non farmelo incontrare. Mi vietarono persino di andare alla Pinetina dicendo che era per via della nuova filosofia portata dall’allenatore. Quando invece un giorno ci incrociammo e riuscimmo a parlare, nemmeno un mese dopo Josè mi disse: ‘da domani ti voglio tutti i giorni alla Pinetina e la domenica durante le partite verrai con me in panchina’. Inoltre mi raccontò che, quando Moratti disse addio a Mancini, aveva visto sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport la foto mia e di Roberto che ci allenavamo correndo a Montecarlo. Mancini era in un momento di difficoltà e io avevo scelto di rimanergli vicino per dimostrargli la mia amicizia, per fargli sentire che c’ero. Ebbene, José mi confidò che quando vide questa foto pensò: ‘Questo è un uomo! A Milano sta per arrivare un nuovo allenatore, ma lui non esita a farsi fotografare in compagnia del vecchio!’. Insomma apprezzò il mio gesto, e così, dopo avermi conosciuto e avermi parlato, mi volle sempre al suo fianco”.

IL RAPPORTO CON LO SPECIAL ONE“Con LUI fu subito amicizia e non fu difficile lavorare con lui. Quando dopo il primo anno e il primo scudetto disse che se l’Inter voleva competere a livelli massimi sarebbero occorsi 3-4 innesti di valore, ci chiese di provare ad arrivare a due suoi ex giocatori: Deco e Carvalho del Chelsea. Io allora chiamai Ancelotti e lui mi disse che non c’erano problemi a intavolare la trattativa, di parlarne col presidente, che però ci chiese cifre alte, anche 13-14 milioni a giocatore. Riferii il tutto a Mourinho che rispose: ‘O Carvalho e Deco vengono per zero euro o non se ne fa niente. Se ci chiedono anche un solo euro, restino pure a casa loro’. Così mollammo la presa e decidemmo di andare su Lucio e Sneijder”.

SULL’ADDIO DI MOU“Mi comunicò il suo addio con un sms, mi scrisse: ‘L’anno prossimo non ci sarò più’. Provai a lungo a fargli cambiare idea ma non ci riuscii nemmeno dicendogli che se lui se ne andava per me all’Inter sarebbe stata la fine. ‘Impossibile, perché noi vinceremo tutto e tu che avrai fatto la storia dell’Inter e quindi non potrai più essere cacciato’. Beh, gliel’ho detto, ha indovinato solo metà del pronostico: l’Inter vinse davvero tutto, ma io venni messo alla porta”.

UN’ANALISI SULLE ULTIME DUE ANNATE NERAZZURRE“Di sicuro il cambio di tanti allenatori che sono stati addirittura 4 è stato eccessivo, ma soprattutto è stata mal gestita la stagione del post-triplete. I continui cambi di panchina hanno mandato in confusione tutti: a cominciare dai giocatori che non ci hanno capito più niente e che sono andati ogni volta sempre più in confusione mentale. Il tutto però è l’esito di scelte sbagliate fatte sul mercato: le ultime due campagne sono state veramente criticabili. Branca ha lavorato bene in passato ma non era solo, c’ero io, l’allenatore aveva sempre voce in capitolo, le campagne acquisti erano frutto di un lavoro di squadra. Le ultime due invece sono state portate avanti senza una logica, sono stati spesi tanti soldi col risultato di vedere in campo, due anni dopo il triplete, ancora nove undicesimi di quella stessa Inter. E allora? Io mi limito a dire: come è stato giusto ricevere applausi quando le cose andavano bene, adesso è giusto accettare le critiche visto che le cose vanno male. Un rimedio? C’è, ed è semplice: fare tutto il contrario di quello che è stato fatto fino ad oggi. La realtà del resto è sotto gli occhi di tutti. Conoscendolo penso che sarà il presidente a chiarirlo”.

POSSIBILE RITORNO?“Io me lo auguro perché sono e resto un tifoso e soffro. Adesso però è molto difficile che ciò avvenga per via di persone e circostanze che non lo permettono a dispetto dei mille attestati di stima che continuo a ricevere, a partire da quelli della tifoseria. Ripeto: io me lo auguro ma è difficile”.