3 Dicembre 2014

Cos’è l’Inter per Moratti? L’album dei ricordi dell’ex Presidente

Non è più il Presidente nerazzurro, né il Presidente Onorario, ma dell’Inter è innamorato. Stiamo parlando di Massimo Moratti, che tante belle parole ha usato per descrivere la sua squadra nel corso dell’intervista per il Corriere della Sera: “L’Inter e’ un sentimento che si trasmette dai tifosi alla società ai giocatori e a tutto quello che diventa passione, ricordo, affetto e che ci completa la vita – poi un’espressione che dice tutto sul suo modo, oggi fuori luogo, di vedere il calcio – Non è certo un’azienda, come non lo è il calcio”.

MANCINI – Prima di ingaggiarlo come tecnico, l’ex patron nerazzurro lo voleva come calciatore: “La mia prima idea era stata quella di prendere Cantona e Mancini. In seguito l’ho cercato altre due volte e nel ’96 era tutto fatto, quando poi Enrico Mantovani mi ha spiegato che ci sarebbe stata una sollevazione popolare da parte dei tifosi della Samp, mi sono tirato indietro”

IL FENOMENO – Sfumato il Mancio, dunque, arrivò Ronaldo: “E’ stato il miglior acquisto dei miei 18 anni di presidenza perché ci ha aperto il mondo. Era fortissimo, irraggiungibile per talento e velocità. Inoltre nessuno pensava che ce l’avremmo fatta a prenderlo visto che era del Barcellona“. 

ZLATAN E… MARIO – Un posto particolare nel cuore di Moratti se l’è guadagnato anche Ibrahimovic, colui che più l’ha fatto vincere: “Ha doti straordinarie e, soprattutto, ti fa vincere. Con noi ha collezionato tre scudetti di seguito. Qualche giorno fa stavo riguardando la partita con il Parma, sotto il diluvio nel maggio 2008. Era stato grandissimo, ma non solo lui. Penso per esempio a Balotelli, che giocava all’ala. Mi spiace molto che stia attraversando un periodo cosi’; ha avuto grandi opportunita’, ma non e’ riuscito a raccogliere quanto avrebbe potuto. Si e’ involuto rispetto a quando giocava con l’Inter”.

MOURINHO – Come non parlare del tecnico del Triplete: “Mi ha sempre ricordato Herrera. Oltre ad essere un vincente, è un grande lavoratore, serio e scrupoloso. Ed era sempre pronto a difendere la società”.

ER PUPONE – Ma c’è posto anche per un altro campione, mai passato per l’Inter, nell’album dei ricordi: “Ero a Roma col Presidente Sensi, nel 2007; stavamo chiudendo per Chivu e osai: ‘Se per caso vuoi cedere Totti, devi solo indicare la cifra’, ma lui mi rispose: ‘ No, Francesco resta qui. Non lo cederò mai’. E aveva ragione, anche se da noi Totti avrebbe vinto il Triplete. E’ un giocatore straordinario, cattivissimo in campo quando ci affronta, ma gentilissimo prima e dopo”.

THOHIR – “Non ho mai pensato di essere un presidente a vita e quando ho capito che era necessario cambiare, per ridare spinta alla societa’, ho deciso di cedere la maggioranza. Thohir e’ giovane, ha voglia di fare e di fare bene. La sua famiglia ha grandi disponibilita’ economiche; vuole comandare ed e’ giusto cosi’. Con mio figlio e con Ghelfi abbiamo lasciato le cariche che avevamo perché si era creata una situazione non molto simpatica. Il silenzio dei dirigenti dopo le parole di Mazzarri su di me non e’ stato bellissimo – ammette – Ma sono amico di Thohir e questo episodio non ha incrinato i nostri rapporti”.

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