Bergomi: “Europa League non è da disprezzare. Bisogna capire su quali giovani puntare”
Beppe Bergomi dice la sua sul finale di stagione dell’Inter, che secondo lo storico capitano nerazzurro solo in apparenza è privo di obiettivi, in quanto resterebbro ancora traguardi raggiungibili come un difficile ma non impossibile terzo posto o l’Europa League, oltre poi a capire su quali uomini puntare anche per la prossima stagione. Ecco le sue parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport: “Senza la Champions, che senso si può dare a questo finale di stagione dell’Inter? Se lo stanno chiedendo i tifosi e probabilmente anche molti giocatori. La situazione sembra in effetti di assoluta depressione e c’è il rischio che la squadra, senza più una meta, vada alla deriva: ognuno comincia a pensare al suo futuro nel crescente disinteresse per quello del club. Lo stesso allenatore in situazioni del genere può avvilirsi, perdendo il senso di un lavoro di rilancio che poi, con molte probabilità, toccherà ad un altro tecnico effettuare. Nel caso specifico però Ranieri ha l’esperienza e la scorza necessarie per rendersi utile“.
“Non mi sono mai trovato coinvolto in un finale di campionato privo di senso anche se non sono mancate le stagioni deludenti nella mia lunga carriera nerazzurra. Devo dire che noi all’epoca eravamo bravi a crearci delle mete alternative man mano che diventavano irraggiungibili quelle prioritarie. Però la Coppa Uefa era una competizione più importante di questa Europa League, alla quale, comunque, se fossi l’Inter guarderei senza disprezzo. Anzi la considererei, nel caso, una manifestazione da affrontare con grande serietà. Anzitutto perché le grandi squadre hanno bisogno di più impegni dovendo tenere sempre sulla corda una rosa di almeno venticinque elementi in competizione fra loro. Ecco allora che in Europa League il tecnico può impiegare chi viene utilizzato poco in campionato. Il secondo motivo per onorare al meglio l’eventuale competizione B continentale è di natura psicologica. Se il ciclo attuale è partito vincendo la Coppa Italia, il prossimo può benissimo partire vincendo l’Europa League: alla fine, quando si contano i trofei, tutto diventa importante”.
“Credo di aver dimostrato che quindi l’Inter non è una squadra senza più obbiettivi: sta correndo per l’Europa. D?accordo, Moratti chiede la Champions ed è normale che sia così considerati pure gli sforzi economici. Beh, il terzo posto è oggi un traguardo che appare proibitivo visto che davanti ci sono Lazio, Napoli (la più pericolosa), Udinese e Roma. Ma proprio l’ultimo turno, con le sconfitte di Lazio e Udinese, e il successo dell’Inter a Verona, ha trasmesso un incoraggiamento al mondo nerazzurro: la lotta è ancora apertissima. C’è poi una seconda motivazione forte per quei giocatori che intendono rimanere m ache devono dimostrare di meritarlo. A questo punto serve che l’allenatore decida le prossime formazioni d?accordo con la società perché è interesse del club capire se giovani su cui ha investito forte come Ranocchia, Pazzini, Alvarez vanno confermati; se Poli, un altro ragazzo, va riscattato; se Obi e Faraoni vanno tenuti, se Castaignos deve fare una stagione in prestito per crescere e mostrare le sue qualità“.
“Ranieri ha lo spessore professionale che serve per comprendere che il suo ruolo in questa fase è proprio quello di assecondare esigenze e programmi del club. E sa pure che il contratto non gli garantisce che sarà lui a fine anno a tirare le somme su chi parte e chi resta”.