Inter-Fiorentina, la lavagna tattica: squadra corta e pressing le armi vincenti
di Gianluigi Valente
Poco più di un anno fa, nella primavera del 2012, Moratti e Della Valle hanno condiviso l’entusiasmo per un’idea innovativa che a distanza di tempo si è rivelata essere la più classica delle armi a doppio taglio: se da un lato, infatti, affidare la panchina a un giovane tecnico emergente per ritornare ad essere protagonisti può condurre in paradiso, dall’altro può anche costringere all’inferno. E’ esattamente ciò che è capitato alle due compagini che stasera si affrontano a San Siro: l’Inter di Walter Mazzarri impegnata nell’impresa di risorgere dopo la sfortunata annata portata a termine, tra infortuni sconfitte, dal promettente Andrea Stramaccioni; la Fiorentina di Vincenzo Montella prova a seguire la scia di quanto di buono fatto nella scorsa stagione, non solo a livello di risultati (sfiorata la qualificazione in Champions League) ma soprattutto per quanto concerne il gioco espresso.
LA STORIA – Inter e Fiorentina si affrontano a Milano per l’82esima volta nella storia: fino ad ora 47 sono state le vittorie dei nerazzurri, a fronte di 19 pareggi e 15 sconfitte, condite da 237 gol: la media di 3 gol a partita testimonia, dunque, lo spirito con cui le due squadre si affrontano, ovvero senza timore e con la propensione ad attaccare piuttosto che a difendere. Il successo degli ospiti manca dal 7 maggio del 2000, quando una doppietta di Chiesa e i gol di Batistuta e Bressan condannarono i padroni di casa ad un pesante 0-4; da allora, a San Siro, l’Inter ha sempre battuto i viola. Vediamo ora quali potrebbero essere chiavi tattiche grazie a cui si potrebbe dar seguito a questa serie di successi.
IL MODULO – Mazzarri, nonostante il turno infrasettimanale, non si fida appieno del turn-over e delle sue riserve, così pare intenzionato a mandare in campo lo stesso undici di partenza di Sassuolo. Il modulo è il 3-5-1-1 che ha fruttato dieci punti in quattro partite e vedrà il solito terzetto difensivo davanti ad Handanovic composto da Juan Jesus, Ranocchia e l’ottimo Campagnaro; a centrocampo Cambiasso agirà da perno centrale, mentre ai suoi lati proveranno ad alzare i ritmi Taider (in gol domenica scorsa) e Guarin; le due ali saranno Nagatomo e Jonathan; in avanti Alvarez sarà libero di svariare dietro alla punta Palacio. Lo schieramento per cui opterà l’ex tecnico del Napoli ha finora garantito una grande solidità difensiva: merito non solo dei tre giocatori che compongono la retroguardia, ma soprattutto di un centrocampo reattivo, che mira a mettere sotto pressione i portatori di palla avversari. La fase del pressing, ben orchestrata da Cambiasso, vede negli interni di centrocampo gli assoluti protagonisti: Taider e Guarin, oltre a essere tecnicamente validi, danno gran supporto ai difensori nerazzurri in fase di non possesso palla.
L’OCCHIO DI RIGUARDO – Il pressing, però, non sarà sufficiente contro questa Fiorentina. Se c’è, infatti, un concetto che Montella è riuscito a inculcare benissimo nella mente dei suoi uomini è la possibilità di far viaggiare il pallone da una parte all’altra del campo per mantenere sempre il pallino del gioco. Anche se questa sera mancherà Pizarro, Borja Valero e Aquilani cercheranno di fare sempre movimento senza palla, in modo da avere spazio per mettere in pratica le loro idee già al momento del primo tocco. Di conseguenza per Ranocchia e compagni sarà fondamentale mantenere corta la squadra, così da limitare gli inserimenti e i fraseggi stretti tra i centrocampisti viola. La Fiorentina, che si schiera con un 4-3-3 avrà in Giuseppe Rossi la sua punta di diamante (visto l’infortunio di Gomez), ma in Joaquin e Mati Fernandez due frecce penetranti sulle corsie laterali: inoltre quest’ultimi tendono sempre ad accentrarsi, lasciando spazio alle incursioni dei terzini di turno (quest’oggi Pasqual e Tomovic). Ecco perché anche i due esterni nerazzurri dovranno essere bravi a sincronizzarsi con i difensori e i tre interni nei movimenti di marcatura.
DOVE PUNTARE – Ma come in ogni partita, conteranno i gol, e ai gol sono strettamente legati i portieri e gli attaccanti. Handanovic ha dimostrato di essere una sicurezza in questo inizio di stagione: lo sloveno si è comportato come ci si aspetta che si comporti un grande portiere, che, anche se poco chiamato in causa, deve essere sempre pronto all’occorrenza. Neto è un estremo difensore ancora da scoprire, ma anche lui non ha demeritato in queste prime partite di campionato. Ciò che tutti i tifosi nerazzurri si augurano è che Alvarez continui a sorprendere nel suo ottimo momento di forma e che Palacio sia sempre vivace in zona gol: da un po’ di domeniche “Ricky Maravilla”, con la sua capacità di portare palla e dribblare, è diventato il classico giocatore che rompe gli equilibri e spezza in due le partite; Palacio non è più una sorpresa, ma proprio per questo è obbligato a mantenere alti i suoi standard. A ciò si può aggiungere che in panchina troverà posto un Milito che scalpita per tornare ad assaporare il profumo dell’erba del ‘Meazza‘, che gli manca da quell’infausto 14 febbraio. Gli ingredienti per una grande gara ci sono tutti: appuntamento a San Siro alle 20.45!