27 Marzo 2012

EDITORIALE – DIECI MOTIVI PER CREDERE IN STRAMACCIONI

La notizia tanto attesa è finalmente arrivata: l’Inter esonera Claudio Ranieri e affida la guida della prima squadra all’oramai ex tecnico della Primavera Andrea Stramaccioni. Prima di dare il benvenuto al nuovo tecnico porgiamo i ringraziamenti a Ranieri per la sua professionalità e gli auguriamo un grande in bocca al lupo per il suo futuro. Nonostante più di una volta siamo stati critici verso alcune sue scelte tecniche mai sono state messe in dubbio le qualità umane, Ranieri è arrivato all’Inter da galantuomo e se ne va via da galantuomo (oltre che con un derby vinto) ? ci sembrava doveroso rimarcarlo nel saluto di congedo all’ex allenatore. Ma per un allenatore che va ce ne sta uno che arriva e così con grande entusiasmo la redazione di passioneinter.com saluta Andrea Stramaccioni e gli augura di fare grandi cose alla guida dei nerazzurri. La scelta della società è giusta e siamo fiduciosi nonostante le tante difficoltà. Motivo? Non ve ne diamo uno, ve ne forniamo ben dieci. 1. LA CULTURA PAGA SEMPRE ? Da Roma a Roma. Curioso che a passarsi il testimone siano due tecnici romani e che il nuovo allenatore si sia formato nel calcio giovanile della città capitolina. Proprio in quest?ultima Stramaccioni contrariamente a molti suoi giovani colleghi lanciati nel calcio in maniera acerba ha mosso i primi passi di un cammino che l’ha portato non solo a fare gavetta maturando esperienza nei campi di periferia delle squadre giovanili ma anche a laurearsi in Legge. Un personaggio che si è formato da solo e che al carisma abbina delle dichiarazioni mai banali, una persona molto colta e intelligente e la cultura alla lunga sempre paga. 2. UN?EREDITA? GIA? RIUSCITA ? Non era per nulla facile sostituire nelle giovanili nerazzurre un tecnico preparato e vincente come Fulvio Pea che sta dimostrando anche ?tra i grandi? di avere tutte le carte per fare un?ottima carriera. Stramaccioni si è presentato a Milano con le idee chiare ma soprattutto la grande maturità di capire i propri errori e correggerli. L’esordio in Next Generation Series era stato di quelli da ko sul campo del Tottenham con sei gol subiti nei primi trentasette minuti e un risultato finale che recitava 7-1. Da lì ha cambiato volto alla squadra e creato nuove basi sulle quali ripartire fino al raggiungimento dell’impronosticabile vittoria finale. E Pea è stato già dimenticato. Adesso il tecnico è atteso a un nuovo banco di prova, sicuramente più duro del precedente ma ci sono buone basi affinchè la storia possa ripetersi. 3. JOGA BONITO ? Chi vince ha sempre ragione ma chi lo fa giocando anche bene ha meriti ancora maggiori. Bella da vedere la sua squadra e sempre decisa ad attaccare anche quando in netta difficoltà. La semifinale contro il Marsiglia dominata dal primo all’ultimo secondo e soprattutto la finale contro il mostruoso Ajax giocata in 10 e dove più volte ha cercato la vittoria anziché arroccarsi in difesa nonostante l’inferiorità numerica sono solo gli ultimi due esempi. Stramaccioni è un allenatore coraggioso e la fortuna aiuta gli audaci, non è un caso che Arrigo Sacchi ? uomo che di calcio ben giocato se ne intende ? aveva offerto a lui la panchina della Nazionale Under 17. L’Inter Primavera di Stramaccioni gioca ancor meglio della pur sempre bella Inter che era guidata da Pea, e questa è stata la ciliegina sulla torta di una vittoria ancora più dolce. 4. ANIMA E CUORE ? La determinazione e il carattere trasmessi alla squadra sono stati insieme al bel gioco le cause di tante vittorie nel corso della stagione. L’Ajax aveva rifilato tre sberle alla famosa cantera del Barcellona e ben sei al Liverpool in semifinale e ritrovarsi a giocare in dieci sarebbe costato una grande imbarcata a qualunque squadra se non ci fosse stato un cuore grande così. Già nella seconda partita del girone, quella successiva al disastro per 7-1 contro il Tottenham, la squadra aveva dimostrato di avere carattere quando in vantaggio per 2-1 in casa contro il Psv Eindhoven si era vista raggiungere sul pari al 93? salvo poi un minuto dopo anziché accontentarsi ha deciso di buttarsi alla disperata ricerca del gol e ottenerlo con Longo al 95?. Ripensando a quella folle partita emerge l’abisso di carattere tra i giovani di Stramaccioni e la squadra di Ranieri vista a Torino crollata dopo il gol dello 0-1. Quello contro il Psv è solo un esempio di tante altre situazioni avvenute anche in campionato, una squadra pazza e che non molla mai, proprio come vuole il dna dell’Inter. 5. SI E? RIACCESO IL SORRISO ? Moratti domenica era a Londra per assistere alla stupenda finale ed è tornato dopo mesi ad emozionarsi per i colori nerazzurri. Come il nostro Marco Macca ha splendidamente spiegato in questo articolo uscito stamane, Stramaccioni potrebbe essere l’uomo che fa tornare a sognare il presidente. Uno spirito nuovo, il fascino di una grande sfida, la voglia di emergere. Tanti sono i fattori che contrariamente a Gasperini e ad altri predecessori possono far sì che in Moratti si riaccenda quel desiderio che appariva sopito, un sogno di tornare grandi per dimostrare che l’Inter si sia presa solo una pausa e non se ne sia in realtà mai andata. E quando il presidente sogna qualcosa, a San Siro arriva sempre qualcuno che accenda lo stadio? 6. MAI PIU? JUVENTINI ? Ranieri è stato l’ultimo di una serie di allenatori dal passato bianconero e che male hanno fatto sulla panchina nerazzurra. Sulla scia dei vari Lippi, Tardelli e Gasperini, anche il tecnico romano ha fallito in nerazzurro e il fatto che Stramaccioni non abbia ?macchiato? il suo curriculum da allenatore andando a Torino è un piccolo segnale sul quale sorridere. Certo, questo dei dieci è il meno tecnico dei motivi però siamo del parere che uno è un caso, due una coincidenza, tre un mistero ma quattro una regola. Se siamo arrivati a questo numero qualcosa ci sarà. 7. IL BASTONE E LA CAROTA ? In un ambiente dove sempre più sono i casi di giovani aspiranti campioni che si bruciano per motivi caratteriali, Stramaccioni ha avuto il merito di responsabilizzare e lanciare giocatori caldi come Bessa. In un?intervista recente alla fine di una partita, un bravo allenatore d?esperienza come Delio Rossi che da anni lavora con giocatori giovani ha dichiarato che un conto è saper calciare bene il pallone mentre un altro è saper stare in campo. Parole sante diremmo noi, senza l’educazione tattica imposta dall’allenatore, un giocatore come Bessa o una potenza come Duncan sarebbero potuti ridursi a dei desaparecidos sul terreno di gioco che esprimessero a vuoto le proprie potenzialità tecnche e fisiche. La scelta della società da un po’ di tempo a questa parte è quella di puntare sul ricambio generazionale e pertanto per fare questo serve un nome che sappia valorizzare i giovani, chi meglio di colui che li ha portati sul tetto d?Europa? E quando se non ora che non ci sta la pressione del risultato? La scelta della società appare ineccepibile sotto questo punto di vista, provare già da ora per ben 2 mesi i giocatori per capire su chi puntare e iniziare a creare la struttura dell’Inter che verrà, questo è il principio guida. E? giusto considerare che la squadra Primavera è ancora in prima linea per la lotta al titolo nazionale ma se un paio di elementi finissero già ora per essere provati in prima squadra non crediamo che sia un dramma per i tifosi non vincere il Campionato Primavera. 8. PRECEDENTE ILLUSTRE ? Il nome che ci accingiamo a fare è di quelli grossi: Pep Guardiola. Quattro anni fa con un Barcellona nel caos più totale il presidente Joan Laporta decise tra le critiche di dare via a un ricambio generazionale chiamando un allenatore che fino ad allora aveva allenato solamente la squadra riserve ma con le idee e un modo di fare calcio ben chiaro. In quell’estate furono mandati via gente del calibro di Ronaldinho che era la stella indiscussa oltre che vice capitano, Deco, Zambrotta, Edmilson e lanciati giovani come Piquè, Busquets e Pedro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Le favole come quella del Barcellona sono più uniche che rare e ne siamo consapevoli ma quello catalano è un bel precedente che ci fa ben sperare. Qualcuno potrà obiettare che loro avevano già in casa quel giocatore stratosferico che è Messi ma l’Inter ha la squadra giovanile campione d?Europa e scusate se è poco. 9. IL CALCIO E? CAMBIATO ? Negli ultimi anni c’è stata una grande evoluzione del calcio e i più attenti avranno notato come oramai tutte le più grandi squadre europee giochino con almeno tre-quattro giocatori offensivi per cercare la vittoria. Allenatori che si presentano a Napoli schierando un coperto 4-4-1-1 con Sneijder dietro l’unica punta Milito fanno parte di un modo di intendere il calcio appartenente a un?altra epoca. Le grandi squadre vanno a giocare anche nei campi più difficili con quattro grandi attaccanti e una delle partite più belle della storia interista come quella di Londra col Chelsea ne è un esempio quando tra lo stupore generale Mourinho si presentò con Eto?o, Sneijder, Pandev e Milito tutti in campo contemporaneamente. E? un?evoluzione che sta toccando tutte le squadre di tutti i campionati e si è creato un ricambio generazionale dei volti nelle panchine, per questo motivo ben venga un allenatore come Stramaccioni che sicuramente ha nelle sue idee un calcio moderno. Per lo stesso motivo preferiremmo non vedere alla guida dell’Inter allenatori come Capello che sebbene siano dei grandissimi e autorevoli tecnici appartengono a una generazione e a un calcio che oramai non c’è più. 10. NON C’E? NULLA DA PERDERE ? Se la scommessa Stramaccioni si rivelerà vincente o un buco nell’acqua sarà il campo a dircelo. Le premesse sono buone ma la differenza tra calcio giovanile e calcio professionistico è notevole e sono innumerevoli le difficoltà che attendono il nuovo tecnico. E? una scommessa che vale in ogni caso la pena provare perché non si ha nulla da perdere e non c’è più la necessità di fare risultati in questa stagione. Ma a patto che si decida veramente di dare la scossa già ora perché sarebbe una grande occasione sprecata se in queste nove partite assistessimo all’ennesimo spettacolo degli over 30 e vedere i giovani ancora una volta marcire in panchina. Se Stramaccioni otterrà risultati creando già da ora la struttura per l’Inter che verrà si può seriamente pensare di puntare su di lui per il nuovo progetto, qualora invece questi due mesi non vadano bene si potrà in estate puntare su un nuovo tecnico con la consapevolezza di aver fatto un buon tentativo senza aver perso nulla. E? partito il nostro anno zero, il futuro inizia oggi.