6 Novembre 2013

Parla Moratti: “La mia Inter e i 18 anni con lei”

Il capitolo Massimo Moratti alla guida dell’Inter volge ormai al termine. A breve, la cordata indonesiana guidata da Erick Thohir prenderà pieno possesso della società nerazzurra, aprendo così una nuova era per il club meneghino. Ad accomiatarsi dall’Inter, tuttavia, rimane un Moratti già quasi nostalgico, che ha scelto Sette, in edicola da venerdì 8 novembre, per raccontare i suoi 18 anni di passione nerazzurra. Dal sito di Sportmediaset, uno stralcio dell’intervista:

?L’Inter per tutti noi è sempre stata soltanto una passione?, comincia il presidente, ricordando le parole del padre, Angelo Moratti, che nel 1980 gli disse: ?Dovresti vedere se si può prendere l’Inter, perché un?esperienza nel calcio va fatta. Aiuta a crescere, a soffrire, a migliorare?.

Non manca di ricordare allenatori e giocatori ai quali è più affezionato, a cominciare certamente da Javier Zanetti: ?Il primo giocatore che ho visto e che ho scelto. Non avevo ancora preso l’Inter e mi era arrivata la cassetta di una partita dell’Argentina under 20, per farmi osservare Ortega che non mi aveva entusiasmato. E invece, cosa stranissima, mi ero lasciato incantare da un terzino che faceva cose che non avevo mai visto. L’abbiamo preso ed è ancora con noi; adesso ho scoperto che viene dal pianeta Krypton e che giocherà ancora per 4-5 anni?.

Di Paul Ince ammette: ?Un consigliere mi aveva sussurrato che sarebbe stato meglio evitare i calciatori di colore perché la curva la pensava diversamente. Già lo volevo prendere perché è un grande centrocampista; così forse non per provocare o forse sì mi sono tolto l’ultimo dubbio ed è arrivato qui. La risposta del pubblico è stata fantastica?.

Impossibile non nominare Ronaldo, di cui Moratti racconta: ?L’ho preso perché era fortissimo ma anche perché nessuno credeva che l’acquisto fosse possibile, visto che lui giocava nel Barcellona. È stato un ottimo affare, Ronaldo è arrivato a un costo alto, ma cinque anni dopo è stato rivenduto al doppio al Real e per l’Inter ha rappresentato un?immagine fortissima perché ci ha aperto al mondo?.

Altro nome fortemente discusso è stato quello di Recoba: “Era un giocatore di grandissima classe, uno capace di sorprendere noi e se stesso, perché capace di realizzare qualcosa che non prepari ed è l’aspetto più bello”. Non ci sono solo ricordi positivi e Moratti dice che con Calciopoli vide davanti a se “un muro non superabile. Nel 2006 avrei voluto cedere la società; poi prevalse il senso di responsabilità e il rispetto per l’impegno preso”.

Passando alla recente storia dell’Inter, si parla di Mancini. Moratti non nega di essere rimasto impressionato dalle parole dell’allenatore quando dopo un pareggio nell’ottobre del 2006 Moratti pensò di cambiarlo e lui gli disse di stare tranquillo che avrebbero vinto lo scudetto alla grande ma di non cambiare l’allenatore perché avrebbe fatto un errore, “il fatto che parlasse dell’allenatore e non in prima persona mi era piaciuto. L’ho tenuto, abbiamo vinto”.

Tra sogno e rimpianto, il discorso vira su Messi, “Era troppo legato al Barcellona”, commenta con semplicità.

Ed infine, la decisione di lasciare l’armata nerazzurra nelle mani di Thohir: “Nel 2011, dopo la Coppa Italia, ho pensato che fosse venuto il momento di fare un passo laterale, di trovare nuove soluzioni per il club. Ho cercato una soluzione che ci aprisse nuovi mercati. E’ stato giusto farlo. Non ho mai pensato di essere presidente dell’Inter a vita”.