FOCUS – C’eravamo tanto amati…
C’eravamo tanto amati, non solo un titolo di una classica commedia all’italiana, ma anche una sintesi della storia d’amore tra l’Inter e Julio Cesar Soares Espindola, semplicemente Julio per quelli che sono stati i suoi tifosi in questi anni. Forse è sbagliato parlare al passato quando questo è così recente, quando appena l’anno scorso hai contribuito a salvare quel poco che reggeva di una nave alla deriva, quando hai dato tutto in questi anni dal lato umano e sportivo, quando hai vinto tutto quello che magari sognavi e forse anche più
La storia di Julio Cesar inizia al Chievo, ad imparare le tecniche del mestiere da Luca Marchegiani, stando pazientemente in panchina tutto l’anno, semplicemente apprendendo qualcosa di nuovo, fino a quando non arriva il rientro alla base nerazzurra e quell’escalation di emozioni che in pochi anni lo travolge del tutto facendolo diventare “uno del popolo”, non solo il numero uno nerazzurro ma anche il primo tifoso dei nerazzurri.
Sette anni, 228 presenze, capolavori balistici che salvono spesso il risultato, tanti rigori parati, grande lucidità e freddezza nei momenti clou della stagione e della singola partita e quella parata su Messi in semifinale di Champions, un gesto sovraumano, impossibile da concepire razionalmente. Quella parata insieme alla linguaccia ad Ibra, in un derby, due immagini indimenticabili per un motivo o per l’altro, in mezzo ai tanti gesti e alle tante parole di questo grande uomo, indimenticabile l’intervista con tanto di lacrime al Chiambretti Night, così come uniche nel suo genere le passeggiate a piedi per tornare a casa da San Siro quando si doveva sbollire la rabbia per un errore o un brutto risultato.
Però un bel giorno arriva una svolta, la società ti parla chiaro e ti dice che hai un ingaggio troppo elevato, che dunque non rientri più nei piani dell’Inter futura, all’inizio probabilmente ti casca il mondo addosso, il distacco è doloroso ma poi te ne fai una ragione e preferisci ricordare i bei momenti di un’esperienza indimenticabile, il 29 agosto 2012 metti una pietra sopra a quest’avventura e ne inizi un’altra con il QPR.
La famiglia “Cesar”, una famiglia nerazzurra nell’animo, una moglie che ringrazia tutti da “papà” Moratti a Branca ai tifosi per il calore e per i bei momenti vissuti, dei figli cresciuti a pane ed Inter e un papà che è diventato grande insieme ai nerazzurri, una riconoscenza reciproca che rimane intatta.
Ora un ultimo desiderio per Julio: salutare i tifosi prima di Inter-Roma, un gesto pieno di significato e se vogliamo imprescindibile, perchè i cordoni se sono forti non possono essere recisi con un solo colpo di forbice.
Ora vai Julio e in bocca al lupo per la nuova esperienza! Anche se metà del tuo cuore sarà sempre nerazzurro…