FOCUS – Obiettivi cercasi
C’è chi non ha tardato a definirla rivoluzione, qualcun altro invece utilizzando espressioni più moderate e condivisibili ha parlato di semplice rinnovamento. Ed effettivamente non c’è dubbio sul fatto che proprio la campagna acquisti/cessioni operata dalla società nerazzurra nell’ultima finestra di mercato abbia rappresentato la cesura più netta tra un passato nemmeno tanto remoto fatto di cicli vincenti e per certi aspetti irripetibili, e un presente pieno di incognite, tutto da scrivere, ma non per questo poco entusiasmante.
Il presidente Moratti a differenza delle ultime due pre-season è partito quest?anno con le idee chiarissime innanzitutto sulla guida tecnica della squadra, affidando a un giovane e promettente Stramaccioni le redini di un club che brama vittorie. La chiarezza su quello che sarebbe stato il volto dell’allenatore per l’attuale stagione si è riflessa dunque anche su strategie di mercato rispetto al recente passato più precise, funzionali e non affidate al caso o a congiunture più o meno favorevoli legate a fattori esterni e cangianti. Diversi ?big? all’anagrafe non più esattamente giovincelli hanno lasciato il posto a gente che è venuta a formare un mix di esperienza, freschezza e belle speranze, il tutto senza intaccare più di tanto il bilancio societario, ma anzi concorrendo a perseguire quella linea di moderata austerity legata ai dettami del fair play finanziario che ha portato a un evidentissimo e salutare abbattimento del monte ingaggi.
Tutto bene dunque fin qui, le basi per il futuro sembrano essere state gettate nel modo corretto. Resta però da capire con esattezza dove e quanto in alto possa arrivare questa Inter già dalla stagione calcistica corrente, visto e considerato che i tifosi di un top club come quello nerazzurro hanno il palato fine ma anche una costante fame di risultati positivi e di successi, e poco tempo può passare dalla condivisione in toto delle scelte societarie alla contestazione più feroce.
In molti tra gli ?addetti ai lavori? parlano a proposito dell’appena iniziata stagione nerazzurra nei termini di ?anno di transizione?, un modo gentile per dire che con ogni probabilità non si vincerà niente, mentre soprattutto dalle sponde più passionali (ma minoritarie) della tifoseria della Beneamata arrivano i consueti proclami senza se e senza ma di indubbie possibilità per la truppa di Stramaccioni di vincere tutto ciò che può essere vinto. Sta dunque la verità ancora una volta nel mezzo? Probabilmente sì, tenendo pur sempre presente che il confine tra il vincere tutto e il non vincere nulla è molto labile e spesso dipende anche da fattori imprevedibili . In ogni caso si dovesse tracciare una road map sugli obiettivi da centrare si potrebbe già in partenza escludere il sogno di un nuovo triplete: come detto l’Inter non è ancora un corpo solo e compatto ma un?amalgama ancora da plasmare seppur ricca di spunti interessantissimi, ed è ben noto come per raggiungere traguardi importanti è necessario innanzitutto ragionare come una sola mente e mettere da parte gli individualismi per far emergere un?identità di squadra che ancora, ovviamente, non ha avuto tempo di formarsi.
Sono però da respingere anche quei punti di vista di chi in maniera troppo frettolosa vuole etichettare l’Inter come una macchina per diversi aspetti bella ma ancora non in grado di piazzarsi davanti ad altre fuoriserie, soprattutto in campionato. Certo, in Italia la Juventus pare ancora favorita, e la concorrenza per lo scudetto arricchita di squadre come il Napoli o la Roma oltre al solito Milan rende tutto più entusiasmante ma al contempo difficile, ma volendo ragionare su dati relativi alla qualità ?sulla carta? (dopo due giornate è l’unica possibilità) delle rose in questione, quella nerazzurra non sembra affatto sfigurare, e anzi pare avere diversi assi nella manica da poter buttare sul tavolo da gioco nel prosieguo della stagione.
Insomma, Coppa Italia a parte (decisamente alla portata dei nerazzurri), Campionato ed Europa League potranno diventare territorio di conquista dell’Inter a partire da questa stagione: ciò a patto che Stramaccioni riesca il prima possibile ad affiancare a un gioco già abbastanza convincente anche un certo equilibrio tattico, che i nuovi arrivati e i giovani diano l’apporto sperato e che soprattutto in Europa si evitino quei cali di tensione già evidenziati nelle prime uscite stagionali.
Tirando le somme e volendo provare a ipotizzare quanto lontano possa arrivare la truppa nerazzurra, difficilmente si potrebbe dunque immaginare un?Inter vincente su tutti i fronti, ma allo stesso modo sarebbe sacrilego tagliar fuori già al nastro di partenza la squadra nerazzurra dai traguardi più ambiziosi. L’esperienza degli ultimi campionati, poi, dimostra come giovani allenatori alla prima esperienza in un grande club e senza grandissima pressione sulle spalle, possano riuscire nell’impresa di sbancare facendo valere le proprie (e spesso innovative) idee di calcio. Questo è quanto potrebbe avvenire anche con Stramaccioni, nell’arco di una stagione che si preannuncia lunga e complessa, al termine della quale si tireranno delle somme che saranno decisive anche in chiave futura. Nel frattempo, l’unico primario obiettivo dell’Inter è quello di crescere partita dopo partita: perché alla fine dei giochi potrà anche non trattarsi di una nuova Inter subito vincente, ma il ruolo da protagonista che solo la sua storia basterebbe a consacrare, quello no, non lo può negare nessuno.