EDITORIALE – Riecco l’Inter dell’era Mancini
Dopo una settimana che doveva essere quella della consacrazione della squadra di Stramaccioni, ancora alla ricerca della prima vittoria casalinga. Eppure al lunedì successivo siamo costretti a dover parlare ancora della “maledizione di S.Siro”. Dopo il pareggio agguantato in extremis in Europa, ecco arrivare la sconfitta in campionato contro il Siena di Cosmi, ormai legato a ottimi ricordi per i tifosi interisti, che ha invece gelato ogni speranza di vittoria con un 2-0 che grida vendetta.
NON COME UN ANNO FA – Non è però il caso di fare allarmismi, quella vista domenica non è nemmeno la lontana parente dell’Inter di Gasperini che un anno fa, di questi tempi, capitolava contro la neopromossa Novara, senza mai mostrare un minimo di gioco e passione. Al gol di Cambiasso, in quella gara, il silenzio e l’indifferenza regnavano sovrani e nessuno ebbe il coraggio di esultare, tanto era lo sdegno per lo scempio mostrato in campo. Questa Inter invece gioca, ci prova, cerca geometrie ed è disposta a cambiare moduli anche in corso alla gara stessa. Questo continuo cambiamento, più vicino a quello di Benitez che non a quello di Gasperini, porta inevitabilmente a delle difficoltà per gli 11 in campo, almeno fino a quando non si troverà un assetto vincente. Ma l’Inter vista contro il Siena ha un’altra difficoltà, di natura molto più psicologica che tattica: ha paura dei suoi tifosi.
COME L’INTER DI MANCINI – Un comportamento già visto nel recente passato nerazzurro, proprio all’inizio del ciclo vincente appena conclusosi. Correva l’anno 2006/2007, l’Inter era riuscita a vincere il primo scudetto dell’era Moratti e tutti aspettavano ardentemente la Champions. Un’aspettativa che portava l’Inter ad essere schiacciasassi in patria e timido anatroccolo in Europa. Come finì in Champions lo sappiamo tutti, quello che non sappiamo è se questa crisi psicologica possa risolversi più velocemente e senza tracolli. In trasferta infatti questa Inter non conosce rivali, non subisce gol e ne fa a grappoli: in casa la paura di vincere è tanto grande che solo quando gli altri passano in vantaggio si vede l’Inter migliorare il suo gioco. Ma la svolta sembra dietro l’angolo perchè la Curva sembra aver colto questa difficoltà, tanto che, per fortuna, ha continuato a sostenere a gran voce i giocatori in campo, sovrastando i fischi provenienti dagli altri settori.
L’IMPORTANZA DI ESSERE IL CAPITANO DELLA NAVE – Stramaccioni si è definito il capitano della nave, assicurando tutti che non si sta affondando, ma che anzi si naviga a tutta dritta. Ora toccherà lui dare la svolta psicologica alla squadra per ottenere la vittoria che tutti attendono, ma senza troppa ansia.