Almeyda shock: “La mia carriera tra depressione, doping, combine e coma etilico”
E’ uscita da poco la sua autobiografia “Almeyda, anima e vita” . Un libro destinato a far scalpore e gettare nuove ombre sul calcio. In circa 300 pagine, Matias Jesus Almeyda racconta alcuni retroscena nascosti della sua carriera da calciatore e rivela alcuni particolari a dir poco clamorosi.
“Ho sempre fumato 10 sigarette al giorno e anche l’alcol è stato un problema. Bruciavo tutto negli allenamenti, ma vivevo al limite ed una volta ad Azul ho bevuto 5 litri di vino come fosse CocaCola e sono finito in una specie di coma etilico. Ho corso per smaltire ed un dottore mi ha fatto 5 ore di flebo. Quando mi svegliai con tutti i parenti intorno pensai che fosse il giorno del mio funerale. Successe ai tempi dell’Inter” questo il racconto dell’argentino che poi, ripercorrendo la sua carriera, si sofferma su ciò che visse a Parma: “Dopo aver litigato con Tanzi la polizia mi sequestrò la macchina ed un’altra mi fu rubata in garage. Anche a Milosevic, che era in conflitto con la società, successe lo stesso. Una volta mia moglie tornando a casa sentì dei rumori e chiamò la polizia. Trovammo una manata d’olio di macchina, un messaggio mafioso. Lei ebbe un parto prematuro e dopo il Mondiale del 2002 non tornai più a Parma”.
Ma le rivelazioni shockanti di Almeyda non si fermano qui: “Ai tempi del Parma ci facevano una flebo prima delle partite. Dicevano che erano soltanto vitamine, ma prima di entrare in campo riuscivo a saltare fino al tetto. Invece, sul finire della stagione 2000-2001, alcuni miei compagni del Parma dissero che i giocatori della Roma volevano che perdessimo la partita perché non avevamo nessun obiettivo. Io, Sensini e molti altri rispondemmo di no, ma in campo alcuni non correvano come sempre ed allora mi sono arrabbiato e mi sono fatto sostituire. Lo hanno fatto per soldi? Non so, loro lo definivano un favore…”
Infine, il mediano che in Italia vestì le maglie di Lazio, Parma, Inter e Brescia, parla della depressione con la maglia nerazzurra: “La depressione cominciò in nerazzurro. Mi infortunai due volte con l’Inter e non giocai per troppo tempo. Pensavo continuamente ed un giorno non mi sentivo più la mano, poi metà corpo. Mi furono diagnosticati degli attacchi di panico e mi venne prescritta una cura, ma non la seguii. Mia figlia mi disegnò come un leone vecchio e stanco ed allora ho iniziato a prendere gli antidepressivi e li prendo ancora” queste le parole di Almeyda riportate dalla Gazzetta dello Sport.