EDITORIALE – Stramaccioni e la sua attenzione alle cose importanti della vita
di Aldo Macchi
Molte sono state le considerazioni fatte dopo l’ultimo week end di calcio, le polemiche sul derby romano, gli accoltellamenti, le luci dell’Olimpico, la sconfitta del Milan e quella a sorpresa dell’Inter di Stramaccioni. Non potevano mancare le analisi tecnico tattiche e le motivazioni più elaborate, pur senza dimenticare la forza dell’Atalanta. Non solo, ma si è cercato di mettere anche una vena polemica sul risultato, cercando di strappare all’allenatore interista una frase da titolo di giornale sull’arbitro: tentativo non solo rispedito al mittente, ma ribattuto da una vera frase da titoli di giornale, passata in secondo piano in modo piuttosto singolare per chi cerca sempre risvolti stucchevoli.
LE COSE IMPORTANTI DELLA VITA – L’intervista in questione è quella rilasciata da Andrea Stramaccioni ai microfoni di Mediaset Premium, dove all’insistente domanda sulla veridicità del fallo ritenuto da rigore commesso da Silvestre, uno stizzito Strama ha risposto in modo convinto: “Non dico nulla dell’arbitro, ma vorrei dire qualcosa di molto più importante, se allargate l’inquadratura. Ecco qui sul petto porto uno stemma, sulla ricerca sul cancro. Questa è una cosa davvero molto importante, molto più di un rigore dato a favore o contro, e dovremmo concentrarci su questo. Per cui invito ad inviare un sms al 45505 io l’ho fatto e questo è un segnale che noi che abbiamo tanti tifosi possiamo dare perchè queste sono le cose davvero importanti, e da domenica ricominciamo a vincere”. Un messaggio importante, profondo, unico, di quelli che non si sentono spesso da parte di un protagonista consapevole della portata della sua posizione.
IL CALCIO LA VOCE DI UN PAESE – Non è la prima volta che il calcio è scelto come testimonial per una causa importante, ma è la prima volta, per quanto mi riguarda, che un allenatore di una big come l’Inter, utilizza lo spazio delle interviste per dare voce a un progetto importante. Stramaccioni ha dimostrato di essere non soltanto un grande allenatore, ma un grande uomo. Questo non lo si studia sui libri e non puoi ottenere nessun patentino, queste sono particolarità che uno si porta dentro a prescindere dal lavoro che fa. I tifosi e ogni amante del calcio dovrebbe essere fiero di poter avere un esempio lampante di umanità vera. Il calcio è spesso additato come scenario di trasmissione di messaggi diseducativi, come gli stipendi elevati in tempo di crisi, la violenza negli stadi e tutti i problemi di un sistema che troppo spesso si è visto corrotto per partite truccate o vendute per scommessa. Ieri si è invece visto l’aspetto comunicativo del calcio. Sarebbe bello avere un resoconto sul numero di sms arrivati dopo questo appello, che non ha ricevuto il giusto eco dallo studio, preoccupato a dare un aspetto più calcistico e dettato dai ritmi serrati del dopo gara.
LA SOCIALITA’ DELLO SPORT – Un episodio che, anche se in piccolo, riporta alla memoria altri momenti sportivi che hanno dato voce a disagi notevoli. Qui si parla di un’associazione, di malattia, in passato si sono affrontati negli stadi problemi ancora più grandi, come quello della democrazia, con la rivoluzione pacifica di Socrates, che in Brasile invocava la democrazia attraverso il suo calcio. Ma non solo pallone, tutti ricorderanno il pugno alzato col guanto nero di Tomaie Smith e John Carlos alle Olimpiadi di città del Messico del 1968. Segnali lanciati con i riflettori mondiali puntati contro, con un’amplificazione del messaggio che ha davvero portato a cambiamenti importanti. Questa è la riprova dell’importanza che lo sport ha all’interno della società globale. Un binomio quello tra sport e popolo che risale agli imperi dell’antichità, dove addirittura gli imperatori romani risolvevano le insurrezioni popolari con “panem et circensem”, cibo e sport. Senza arrivare all’assuefazione delle masse attraverso lo sport, sarebbe bello vedere altri messaggi di sensibilizzazione da parte di quel mondo così importante per il seguito che ha, perchè anche piccole parole, dette dalle persone “che hanno tanti tifosi”, possono davvero cambiare le cose.