FOCUS- Il gioco del silenzio
Parole, parole, parole. Tante, troppe forse. La pausa natalizia in casa Inter ha regalato mille voci a futura memoria e ancora nessun regalo da recapitare ai trepidanti tifosi nerazzurri sospesi tra sogni e bilanci, tra Lucas e Lavezzi e la cessione di Sneijder. “Del doman non v’è certezza”, questo è vero, ma il presente latita e il passato riaffora con prepotenza nell’attesa che il mercato sappia clamorosamente smentire il rigore delle ultime manovre morattiane in tema di rinforzi. La precaria quotidianità in Corso Vittorio Emanuele di certo è tutto meno che noiosa, c’è da aspettare che un giorno o l’altro di gennaio il Presidente nerazzurro si faccia beffa degli scettici consegnando l’ennesimo sforzo personale alla storia del nostro club, regalando un colpo a sensazione che riporti i nostri colori dove meritano. SUSPANCE E PAURA– Il peggior incubo che alberga nei cuori nerazzurrinon ha il volto di Galliani o del rampollo di casa Agnelli ma piuttosto quello insospettabile e pacioso del nuovo leader del calcio europeo al secolo Michel Platini, messaggero della gestione oculata dei conti e primo moralizzatore convinto del dorato mondo del calcio. Moratti ha spesso fatto riferimento al nuovo corso economico imposto dall’UEFA, ma oggi, con una nuova finestra di mercato in piena attività potrebbe non essere accolta come giustificazione valida dagli esigenti tifosi della Beneamata. In effetti il silenzio proveniente dai piani alti in società è più imprescrutabile di un testo in sanscrito e ,come ovvio, permette alla stampa di sbizzarrirsi su scenari che da remoti diventano plausibili e viceversa, alimentando o disattendendo nel raggio di poche ore desideri e trattative. I TEMPI ANDATI- Dov’è il progetto? Questo è forse il vero nodo della questione. Se esiste è tutto da verificare. Puntare su giovani di prospettiva, sembrerebbe un punto di partenza del nuovo corso interista. Ma abbiamo la necessaria pazienza per aspettare che il prospetto maturi senza pressione aldilà dei risultati nell’immediato? Difficile crederlo. La politica societaria che fu, quella pre-triplete per intenderci, ha fatto leva sull’esperienza in campo internazionale e sul rilancio di giocatori affermati in cerca di stimoli nuovi ma che avevano già da tempo superato il loro periodo di svezzamento. Thiago Motta, Sneijder, Stankovic, Cambiasso, per citarne solo alcuni, sono stati acquistati seguendo un ragionamento logico e garantendo una longevità in squadra fuori dal comune, costituendo in effetti un blocco di sicuro rendimento e consentendo alla società di non dover investire ogni anno per essere competitiva. Avere un patrimonio del genere e quindi non spendere, non è stato forse un modo intelligente di risparmiare? IMMOBILISMO- Vista la difficoltà di rinforzare la squadra in tempi brevi, i tifosi si sono già rassegnati ad aspettare ben oltre l’Epifania per assistere al colpo di mercato chiamato a rendere meno complessa la rincorsa all’Europa che conta. Le suggestioni sono però sempre meno realizzabili, lo “scotto” per aver perso il vice-Pallone d’oro sudamericano Edu Vargas a favore del Napoli sempre più ambizioso di De Laurentiis ha reso un pò più amaro il panettone natalizio e lo zuccherino dispensato ai palati nerazzurri è stato la promessa (tutta da verificare) di un Lavezzi alla Pinetina a futura memoria. Poco, davvero troppo poco per stare tranquilli. Ecco quindi che riaffiora la preoccupazione per un’attesa sempre più spasmodica ed evanescente, nessuno desidera che la montagna partorisca il classico topolino, e che la linea guida del low cost si intrometta tra i sogni e la realtà dei fatti. Un anno fa Ranocchia, Nagatomo e soprattutto Pazzini furono acquisti funzionali ma forse è davvero giunto il momento di concentrare gli sforzi, tutti, su un unico grande nome da piazzare in alto a sinistra. Ranieri lo chiede e non è il solo…a noi non resta che aspettare in silenzio.