EDITORIALE – Un calciomercato tutto da valutare
La consueta riflessione del lunedì sera, con un occhio al mercato appena concluso e una mano sul cuore, confidando in un futuro che, per ora, si intravede appenaE anche quest’anno è finita. Insieme con l’ultima canicola estiva, anche il calciomercato è volto al termine. Curiosamente proprio al mutare delle condizioni atmosferiche milanesi. E se dall’estate è più o meno arrivato quanto previsto alla vigilia (caldo, autostrade affollate, spiagge per tanti e ferie per quasi tutti, per quanto brevi), dal calciomercato dell’Inter è giunta una vera e propria rivoluzione. Alzi la mano chi se l’attendeva e no, non vale dire che ci si sperava. Vogliamo proprio sapere chi pensava davvero che sarebbe avvenuta.
Quando Mancini diceva che gli servivano sette od otto giocatori nuovi, verso maggio, ci si è interrogati sul senso di quelle parole e persino i più possibilisti le hanno valutate come richieste aggiuntive a quanto già presente in rosa, non sostitutive. Certo, magari una cessione di rilievo era lecito attendersela ma proprio nessuno si sarebbe atteso un’Inter che al primo settembre fosse senza Shaqiri, Kovačić e Hernanes. Pareva davvero fantascienza, specialmente nel caso del brasiliano, spesso bollato come incedibile per più di una ragione, non ultima il suo scarso fascino sul mercato internazionale (e che di fatto è finito nell’unica squadra italiana con un potere di mercato tale per cui potesse essere acquistato in tempi brevi e a una cifra ancora relativamente vicina rispetto a quella pagata un anno e mezzo fa alla Lazio). Tutti e tre sono ufficialmente partiti per questioni economiche, ossia finanziare un mercato in entrata che è stato massiccio come quasi mai, negli ultimi anni.
Ora però viene il difficile, ossia amalgamare tutti i nuovi arrivi in una squadra che abbia un senso logico, un capo e una coda possibilmente ben riconoscibili. Operazione complessa a prescindere quando si cambia così tanto, ancor più difficoltosa da fare adesso, in tempi molto brevi e, per di più, con la necessità di fare risultato. Perché Mancini in panchina significa questo: accontentarlo in tutto per poi, però, aspettarsi vittorie. E questo lo sa anche il mister jesino, stavolta di alibi non ne ha neanche mezzo.
Intanto il calciomercato s’è chiuso da poco più di un’oretta e vediamo dappertutto valutazioni sulla campagna trasferimenti estiva delle singole squadre. Non è per fare i diversi ma, obiettivamente, noi ci chiediamo: è possibile? Nel caso dell’Inter no.
Perché almeno tre giocatori arrivati per fare i titolari (Perišić, Telles, probabilmente anche Ljajić) – non giriamoci attorno, è così – sono apparsi a Milano solo negli ultimi due giorni di mercato, senza contare i nuovi pilastri atterrati sul pianeta Inter negli ultimi mesi (Murillo, Miranda, Kondogbia, Jovetić). Se a questi sette aggiungiamo anche Santon, tornato nerazzurro solo a gennaio, abbiamo qualcosa come otto titolari che un anno fa, semplicemente, non c’erano. Una squadra così nuova, dunque, non si può giudicare sulla carta, prima di vederla zampettare su un campo di calcio. E sì, c’è curiosità, ma anche tantissima perplessità, soprattutto considerando quanto già visto nelle due prime uscite in Serie A, vittoriose ma tutt’altro che illuminanti.
Chiariamo, ognuno ha la sua opinione in merito a come dovrebbe giocare la propria squadra del cuore e, nel caso di chi scrive, questa cozza ineffabilmente con quello che è il normale modus operandi di mister Mancini, più amante dei singoli colpi di genio che non di una manovra corale ben strutturata. Tuttavia sarebbe una perdita di tempo mostrarsi troppo disfattista senza nemmeno una prova – non diciamo negativa, perché qua manca proprio la risposta del campo, le partite (cioè la materia prima, per chi deve analizzare il gioco del calcio).
Dunque non facciamoci prendere dalla fretta, dalla smania o chissà cos’altro: aspettiamo di vedere cosa bolle nel calderone nerazzurro prima di esaltarci o prima di deprimerci. Attendiamo prima di innalzare stendardi o affilare le lame perché questo calciomercato estivo 2015 va visto nei suoi esiti di campo, va visto materializzarsi nelle sue conseguenze, va visto assumere un senso tecnico. Sperano chiaramente che l’attesa venga ripagata. Nell’attesa, un bel “Forza Inter” non ce lo leva nessuno.