29 Gennaio 2013

FOCUS – Il prezzo del Triplete

di Ilaria Iozzi.

22 maggio 2010, Madrid, Stadio Santiago Bernabeu. Bayern Monaco-Inter. Sono passati quasi tre anni da quella indimenticabile serata che ci ha dato l’accesso alle porte della leggenda calcistica. L’armata di Mourinho batte i tedeschi e vince la Champions League dopo quarantacinqueanni di attesa, e lo fa trionfando anche in Coppa Italia e campionato. Un’impresa mai riuscita in Italia. Nessuno mai avrebbe pensato che dopo tale traguardo potesse accadere tutto quello che è accaduto, e che una vittoria simile potesse avere un prezzo molto alto da pagare, nel tempo.

Eh sì, perché per descrivere gli ultimi due anni e mezzo, quasi tre, dell’Inter, è giusto parlare di “prezzo del Triplete”. L’impressione è proprio questa. Come se aver ottenuto quel successo così grande implichi d’ufficio un vero e proprio dazio da pagare. In effetti, forse, è lo stesso discorso valso per raggiungere il Triplete stesso: prima di arrivare a vincere tre titoli in un anno infatti, gli interisti ne hanno vissute e sopportate tante, forse anche troppe. Ma è come se fosse stato tutto una sorta di preparazione a quello che poi è stato il trionfo più bello. CESSIONI E ADDII – Da dopo la vittoria della Champions a Madrid, all’Inter sono cambiate tante, tantissime cose. Partendo dal cambio di allenatore, il grande allenatore, l’unico allenatore, José Mourinho per arrivare alla cessione di Balotelli, passando per l’addio di Oriali alla dirigenza. Man mano, da quel giorno, abbiamo visto quella squadra mitologica sgretolarsi nel vero senso della parola, anche se in realtà nessuno mai l’avrebbe immaginato. Per ora l’ultima tappa di questo terribile dazio da scontare è stata la cessione di Sneijder, dopo quelle di Eto’o e Pandev due estati fa e Thiago Motta nel gennaio scorso, Maicon nella penultima sessione di mercato, e le rescissioni più recenti di Julio Cesar e del numero sei, (io lo chiamo così, numero sei) che poi ha fatto la scelta sbagliata di cui si è decisamente pentito. Tutti giocatori che hanno scritto la storia dell’Inter venduti a poco prezzo, svalutati e finiti a giocare in campionati inferiori. E ne mancano ancora altre. Di quella squadra infatti qualcuno è rimasto, ci sono ancora Cambiasso, Chivu, Milito, Samuel e Stankovic. Zanetti lo ometto perché, ovviamente, lui resterà con noi a vita di certo. Dire addio anche a loro sarà dura, come lo è stato per tutti gli altri. RISULTATI DELUDENTI – Oltre alle cessioni quasi tutte dolorose, però, “il prezzo del Triplete” si è evinto anche dai risultati. Eh già, l’ultimo trofeo vinto dall’Inter infatti risale al 29 maggio 2011, quando alla guida c’era Leonardo e si vinse la Coppa Italia contro il Palermo. Da allora, il nulla. La stagione scorsa, addirittura, abbiamo visto la Beneamata arrivare sesta con 58 punti. Ciao Champions League, dopo dieci anni consecutivi, ora giochiamo di giovedì in Europa League. E senza accedere direttamente ma con i preliminari, iniziando a disputare gare ufficiali dal 2 agosto. Roba mai vista!

VEDERE GLI AVVERSARI TORNARE A VINCERE – Per non parlare di quanto è stato difficile accettare la rinascita delle rivali storiche. Prima lo scudetto del Milan un anno dopo il nostro Triplete, poi la Juventus, tornata ai grandi livelli dopo essere stata per lungo tempo nei bassifondi della classifica, alzare la coppa della Serie A. Anche questo è rientrato nelle sofferenze post goduria di chi come noi ha vinto tanto, purtroppo. E ammetteremo tutti che è stata dura

CAMBIO FREQUENTE DI ALLENATORI – Da quest’anno, dopo lo scatafascio dell’ultima stagione in cui si sono battuti addirittura record negativi, si è ricominciato a parlare di progetto, con Stramaccioni alla guida dopo un susseguirsi di allenatori, da Benitez a Leonardo, passando per Gasperini durato soli tre mesi per finire con Ranieri, sostituito appunto dal giovane Andrea. Anche tutti questi cambi di panchina non si vedevano da un bel po’.

QUELLA FRASE DI MOU“Attenti interisti, il Triplete ve lo faranno pagare”. Questa tra le ultime frasi di Mourinho all’addio all’Inter e agli interisti. Associo il concetto di “prezzo del Triplete” anche a questo aspetto, ben diverso da quelli di cui sopra. E’ chiaro ed evidente a tutti come la squadra del dottor Moratti sia stata penalizzata, oltre che da errori facilmente leggibili da parte della società stessa, anche da errori da parte di altri. Eh sì, perché sono state commesse parecchie ingiustizie soprattutto dal punto di vista arbitrale. Varie decisioni che hanno lasciato grosse perplessità: rigori non assegnati, rigori inesistenti assegnati contro, e anche squalifiche incomprensibili, come quelle inflitte a Guarìn e Ranocchia in questo campionato. Scelte e provvedimenti che, inevitabilmente quest’anno, hanno inciso parecchio sui risultati nerazzurri, comportando la perdita di parecchi punti che col tempo potrebbero rivelarsi decisivi soprattutto alla luce dell’andamento di quelle che ci precedono che dimostrano quanto non siano poi così irresistibili. Ma del resto, Mourinho ha sempre ragione e lo sappiamo bene…

L’Inter e gli interisti stanno pagando, e probabilmente continueranno a pagare ancora, il prezzo di aver vinto tanto per tanti anni e di aver vinto tutto in un anno solo. E’ questa una delle spiegazioni, forse la più grande, ai problemi avuti negli ultimi anni. Gli altri però non possono capirlo, né lo capiranno, perché mai hanno provato la gioia di alzare tre coppe in una sola stagione. Ricordatelo interisti. E’ vero, è difficile, ma è un prezzo che, con il senno di poi, è da pagare volentieri. Ed io sinceramente son soddisfatta così. Infondo il calcio è fatto di cicli e di momenti: i nostri sono arrivati e sono stati meravigliosi ma adesso sono finiti, come finiscono quelli di tutti del resto. Quelli nostri, forse, durano un po’ meno ma in compenso hanno grande intensità. E questo perché siamo l’Inter, non una squadra qualunque, e viviamo emozioni uniche, ne siamo ben consapevoli. E chissà che tra magari qualche anno non ritornerà ad essere il nostro momento. Noi ci siamo stati, ci siamo oggi e ci saremo sempre. Vero?

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