8 Febbraio 2013

FOCUS – Inter e Milan stessi punti, la stampa lo sa?

Sono giorni particolari questi che hanno aperto il mese che porterà al derby della madonnina. Il mercato si è chiuso con l’Inter che sferra un poker di acquisti alla Galliani, tutti low cost e funzionali al progetto, il Milan aveva preso i primi titoli dei giornali con un acquisto alla Moratti, il nome per la folla, l’acquisto del giocatore del momento, fatto più per i tifosi che per le esigenze dello spogliatoio. Passano pochi giorni ed è tempo di vedere sul campo i frutti del mercato: il Milan vince, con una doppietta di Balotelli, l’Inter perde male a Siena, aprendo di fatto una crisi di risultati e di gioco, ma tutto questo non giustifica quanto accaduto dopo.

QUI MILAN – Il Milan sembra aver vinto lo scudetto, l’arrivo di Balotelli sembra aver, utilizzando le parole esatte di molti quotidiani nazionali, aperto il nuovo ciclo del Milan, che è ormai come il Barcellona, ma non l’ultimo ammirato, bensì il primo, quello della cantera, con Messi, Xavi, Iniesta, che conquistavano la Spagna e l’Europa venendo dalla primavera. Oscurati gli evidenti limiti gestionali di una squadra che con Balotelli, El Shaarawy, Niang e, nel secondo tempo, Bojan, in campo contemporaneamente, necessita di un centrocampo con otto polmoni, in grado di ricoprire le ripartenze degli avversari date dai possibili palloni persi degli attaccanti. Ma tutti si sono limitati alla doppietta del fenomeno tornato in patria, senza elogiare la gara di chi, come Flamini, ha retto fino a un certo punto, mettendo in risalto l’incapacità alla lunga di gestire un attacco simile. Ma a breve il Barcellona, quello vero, farà visite a questo nuovo che avanza, e potremo vedere se ci sarà la stessa formazione e lo stesso atteggiamento. L’ultima volta che ha visto quei colori, Super Mario ha sventolato la sua maglia gettandola a terra: difficile che lo faccia nuovamente davanti ai suoi nuovi tifosi, sarebbe davvero la prova che è morto anche il suo unico neurone.

QUI INTER – L’Inter di Stramaccioni è invece ancora alla ricerca della sua identità, ma è davvero così? Davvero ha perso ogni equilibrio? Il mio parere è che l’assenza di Milito ha palesato una voragine dietro all’inamovibilità dell’argentino nello scacchiere di Stramaccioni. Il sacrificio di Livaja, il non ritorno di Longo, l’inaffidibilità di una punta che non è mai stata particolarmente prolifica come Rocchi ha svelato semplicemente il grande spirito di sacrificio di Palacio, che si è adattato prima punta, supportato da un Cassano che fatica a esprimersi al meglio nel suo gioco quasi da fermo senza incursori. Ma ora sono arrivati, tra gli altri, Kuzmanovic e soprattutto Kovacic: nomi non alla Balotelli, ma che ricoprono le posizioni che Stramaccioni invocava per realizzare l’idea di Inter che aveva in mente. Il tempo stringe, nel ventaglio di scelte c’è anche un esterno come Schelotto, che ha però dimostrato di aver bisogno di tempo per ritrovare il ritmo partita che lo farà tornare quel giocatore che ha spinto i nerazzurri a sacrificare il giovane Livaja sopra citato. La gara contro Siena è stata un’altra ferita, più per il gioco espresso che per la sconfitta in sè, ma in settimana è arrivata la fiducia del presidente nei confronti dell’allenatore, che è chiamato a trovare in breve tempo gli equilibri di una squadra che ora riabbraccia Milito. Contro il Chievo, all’andata, si consacrava la difesa a tre, ora la stessa squadra, è chiamata a dimostrare che l’Inter sa ripartire e dimostrare che il campionato può ancora dire molto.

DIFFERENZE SOLO APPARENTI – Ma a leggere i giornali, i siti, le interviste, sembra che il derby di fine febbraio sarà una gara tra una squadra che è ormai campione d’Italia senza rivali e un’altra che invece lotta per salvarsi. A ben vedere però, Inter e Milan sono a pari punti, a sole 3 lunghezze dalla Champions, obiettivo dichiarato di entrambi. Il bilancio nerazzurro è in attivo, quello del Milan potrà andarci forse col marketing. L’Inter è ancora in corsa per tutte e tre le competizioni dove è impegnata, il Milan ha già salutato la Coppa Italia. In più ora a milanello si allena un giocatore famoso per la sua capacità di spaccare tutti gli ambienti in cui va, considerato una “mela marcia” dallo stesso presidente che lo ha acquistato, salvo poi svilenti smentite in conferenza di presentazione da parte di Galliani che conferma solo un bieco tentativo di allontanare ogni possibile imperfezione dal pacchettino mediatico ricco di lustrini confezionato dai rossoneri. Il Milan è in rimonta, fatto innegabile, ma non ha ancora dimostrato quella concretezza e soprattutto quella continuità che sta però mancando anche all’Inter. Il mese di febbraio sarà molto utile per capire meglio gli scenari di due squadre che sono tornate molto vicine. Ancora una volta però l’Inter preferisce il profilo a fari spenti, con telecamere che si spera stiano lontane dalle realtà nerazzurre, il Milan offre invece sempre il suo profilo migliore e vince la sua battaglia, mettendo in secondo piano, negano anche l’evidenza, la presenza di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

Che bello sarebbe se a farla esplodere fosse proprio la banda brancaleone nerazzurra descritta dai giornali?