Handanovic, il capitano di ghiaccio. Dal passato all’Udinese al futuro sempre più nerazzurro
Un ex di spicco della sfida della Dacia Arena è senz'altro Samir Handanovic: lo sloveno è stato infatti scoperto nel 2005 dagli attenti osservatori dell'Udinese, oggi è il capitano nerazzurro. Ne ripercorriamo la carrieraStasera al Friuli i nerazzurri sfideranno l’Udinese in una partita importantissima sia per gli uomini di Spalletti, che intendono blindare il terzo posto, sia per i bianconeri, che sono giusto un piede fuori dalla fossa della retrocessione. Tra i nerazzurri con un passato all’Udinese, oltre allo stesso Spalletti, ci sono Candreva, Asamoah e Handanovic. Quasi 2 metri (1.93, ndr) di professionalità, fisico imponente e sguardo di ghiaccio: è proprio al portierone sloveno, detto Batman, che dedichiamo questo approfondimento.
INIZIO A TINTE SBIADITE – Samir Handanovic, oggi tra i portieri più affidabili d’Europa, viene scoperto proprio dagli osservatori dell’Udinese, che lo acquistano a titolo gratuito dal Domzale. È qui che si vede la bravura dello staff del club friuliano, perché il giovane Samir aveva fino a quel momento giocato soltanto le ultime 7 partite nella massima lega slovena, subendo 9 reti: numeri senz’altro modesti. E pure nei primi anni in Italia il giocatore fatica un po’ a far vedere tutto il proprio potenziale, tanto che in tre anni colleziona 7 presenze condite da altrettanti gol subiti, passando per il Treviso e per la Lazio in prestito. Dopodiché si trasferisce a Rimini, dove perlomeno riesce a vedere il campo in maniera continuativa trovando subito una maglia da titolare nel campionato di Serie B: a questo punto è pronto per tornare alla base e, dopo essere stato schierato tra i pali e aver vinto contro la Juventus nel settembre del 2007, diventa il primo portiere dell’Udinese.
UDINESE, PARATE E RECORD – Durante la sua esperienza friulana, Handanovic fa innamorare la Serie A a suon di prestazioni maiuscole e rigori parati: addirittura nel 2010-11 stabilisce il record di gol su rigore negati in una stagione del campionato italiano (6 su 8 fischiati, ndr). In questa stessa stagione trascina l’Udinese fino ai playoff di Champions League, quando purtroppo il glorioso cammino della squadra di Guidolin e Di Natale viene interrotto dall’Arsenal. Samir a quel punto si rende conto di meritare e potersi permettere di più, consapevole di aver ricevuto e dato altrettanto alla società di Pozzo, accetta l’offerta dell’Inter e diventa il successore di Julio Cesar.
L’EREDITÀ DELL’ ACCHIAPPASOGNI – Certo, prendere il posto di uno che è stato definito il secondo portiere migliore del mondo dopo Buffon (ma da qualcuno anche il primo, ndr) e che ha vinto tutto con la maglia nerazzurra è impresa piuttosto ardua, ma il buon Samir non si perde d’animo e si cala subito in questa nuova avventura, che lo vede debuttare il 16 settembre contro il Torino (partita vinta dall’Inter per 2-0, ndr). Nel dicembre del 2013 para anche il primo rigore della sua esperienza milanese contro il Napoli, confermando le buone referenze di para-rigori che avevano fatto sì che la società di Corso Vittorio Emanuele puntasse su di lui. Arrivato senza dubbio nel periodo peggiore della storia recente nerazzurra, lo sloveno è costretto più volte a rimediare agli errori, talvolta dilettanteschi, di difese non proprio degne del nome e della storia della Beneamata. Tanto che, se si potesse stilare accanto alla classifica finale degli ultimi campionati un’altra immaginaria con un’Inter senza Handanovic e i punti messi in cassaforte dalle sue parate, sarebbe chiaro l’apporto che questo giocatore ha dato alla causa.
LE CRITICHE E IL SOGNO EUROPEO –Ma Samir, oltre ad essere bravissimo nel suo ruolo, è anche un essere umano e come tale può commettere degli errori. E ne ha commessi, nelle ultime stagioni. Che sia un’incertezza oppure un’uscita non proprio perfetta, l’Inter ha subito dei gol e anche perso delle partite per colpa di Handanovic. I risultati non brillanti delle ultime stagioni uniti all’umore nero dei tifosi nerazzurri che ogni anno, a partire dal 2012, si sono sentiti dire che quello sarebbe stato “l’anno 0” della ricostruzione e poi del ritorno nell’Europa che conta, hanno influito ad addossare le colpe delle ripetute disfatte anche all’ex portiere dell’Udinese, che a un certo punto è stato davvero a tanto così da abbandonare la nave e andare verso altri lidi, vista anche l’età che iniziava ad aumentare e le zero presenze ufficiali (escludendo i playoff, ndr) nella competizione più prestigiosa d’Europa e, si può dire, del Mondo. Alla fine sia l’Inter che l’entourage del giocatore decidono di prolungare il rapporto e si matura la decisione del rinnovo, che ad oggi risulta scadere nel giugno del 2021.
ALL’ IMPROVVISO CAPITANO – Col passare delle stagioni, anche lui stesso sembra essersi convinto sempre più di voler abbracciare i colori nerazzurri. La voglia di giocare la Champions che, da certe dichiarazioni, poteva sembrare motivo di partenza, è servita a dare quello scatto mentale in più che ha permesso a Samir di eseguire delle parate a volte pazzesche per raggiungere il traguardo all’ultimo minuto di quella Lazio-Inter ormai entrata nell’immaginario collettivo per il gol qualificazione di Matias Vecino. Oggi, quel ragazzo nato a Ljubljana del 1984 indossa anche la fascia da capitano dell’Inter, in seguito alla “telenovela Icardi”, e non sembra per nulla intenzionato ad abdicare in vista della prossima stagione. La società nerazzurra sta infatti apprezzando, oltre alle prestazioni, il carattere dello sloveno che vuole dimostrare di essere capitano dell’Inter e per l’Inter a suon di parate, mai con una parola di troppo.
Con ogni probabilità i pali dell’Inter del futuro prossimo continueranno ad essere difesi da Samir Handanovic, fino a quando qualche giovane talentuoso (Radu o Brazao?, ndr) sarà pronto a raccogliere la sua eredità che, chissà, a quel punto potrebbe anche essere arricchita da qualche titolo.