23 Febbraio 2013

FOCUS – A perdifiato

Un derby si gioca su cento piani diversi: su quello tattico, su quello emozionale, su quello polemico, su quello della rivalità e degli sfottò tra le tifoserie, su quello freddo delle statistiche, persino su quello quasi artistico delle coreografie apprestate dalle curve contrapposte. E poi si scende a un piano più umile, di basso profilo, il più banale ma forse il più essenziale: quello della corsa.

E sì che se è vero che il calcio è uno sport di movimento, allora muoversi, dall’inizio alla fine e con criterio, è la ricetta base per vincere una partita, compreso un derby per l’appunto. Qualche cosa ne sanno i tifosi nerazzurri che hanno assistito a una delle peggiori esibizioni della storia recente dell’Inter proprio domenica scorsa contro la Fiorentina, quando la banda di Stramaccioni è parsa più simile alle barcollanti e pressoché immobili ?statuine? del Subbuteo che a una squadra di calcio, in questo caso considerato come calcio vero. In molti però hanno tirato un sospiro di sollievo nel vedere anche le altre big del nostro campionato barcamenarsi in prestazioni a dir poco scialbe dopo aver profuso energie preziose durante la settimana nelle rispettive competizioni continentali, come per dire ?il problema non è solo dell’Inter?.

Dunque il vero ago della bilancia dell’attesissimo derby di domenica sera potrebbe proprio nascondersi nella forma fisica delle due compagini a confronto e, in questo senso, potrebbe anche trattarsi di una sfida a chi è meno stanco. Il Milan di Allegri parrebbe aver speso maggiori energie (anche mentali), se non altro perché in settimana di fronte si è ritrovato il Barcellona che, seppur in una delle sue peggiori versioni degli ultimi tempi, ha costretto i rossoneri a pressing continui, raddoppi di marcatura e tanta, tanta corsa senza palla per coprire tutti gli spazi che i blaugrana avrebbero potuto sfruttare per pungere i padroni di casa.

L’Inter ha invece affrontato i più modesti avversari del Cluj, squadra fatta tutt?altro che di marziani, e per di più col vantaggio di avere già in tasca un ottimo risultato dalla gara di andata. Stramaccioni, però, almeno per un tempo (prima di dare sfogo alla voglia matta di qualche giovane di calcare il terreno di gioco), ha deciso comunque di schierare quella che dovrebbe essere per grandi linee la formazione titolare (non che ci sia grossa scelta in questo momento) prendendosi qualche rischio forse evitabile, considerando anche il fatto che, rispetto ai cugini rossoneri,  l’Inter avrà a disposizione un giorno di riposo in meno.

Vero è che Stramaccioni ha approfittato della trasferta in Romania per mischiare ulteriormente le carte tattiche della propria squadra, creando forse qualche mal di testa in più al suo collega Allegri, sfoderando un inedito 4-2-3-1 parso funzionale contro il Cluj, ma in fin dei conti difficilmente riproponibile contro il Milan, dove il più collaudato (si fa per dire) 4-3-1-2 declinato in versione ?attesa e contropiede? appare decisamente più utile alla causa interista.

Le preoccupazioni maggiori dei tifosi della Beneamata, al di là di moduli e tattiche, restano però legate proprio alla tenuta fisica e atletica dei propri beniamini: un ?Fiorentina-bis? nel derby sarebbe la materializzazione del peggiore degli incubi e, dato il recentissimo precedente, sarebbe stato forse più cauto da parte di Stramaccioni operare più massicciamente sul turnover in coppa. Il derby in fondo rappresenta un obiettivo a sé della stagione, e il risultato che si porta a casa dalla stracittadina influisce di molto (e forse ingiustamente) sulla valutazione del lavoro globale di un tecnico.

Resta il fatto che con una rosa già di per sé non ricchissima di prime scelte e continuamente falcidiata da infortuni quale quella dell’Inter, risulta sempre molto difficile per il giovane tecnico romano apprestare una formazione bilanciata su entrambi i binari della qualità e della freschezza atletica. In questo senso il popolo nerazzurro spera che l’aiuto maggiore all’Inter possa essere arrivato proprio dal Barcellona in settimana: un po’ come una sorta di garante della par condicio, i catalani, hanno sottratto quelle energie in eccesso al Milan che avrebbero potuto con ogni probabilità far pendere l’ago della bilancia decisamente a favore dei rossoneri.

Così senza che vi sia una delle due contendenti ?aiutata? dal calendario si potrà assistere a un derby almeno sulla carta equilibrato e avvincente, uno di quei derby in cui alla fine prevale chi ha più rabbia, chi ha più fame di successo. Uno di quei derby, insomma, in cui vince chi è in grado di andare oltre i propri limiti, in cui vince chi è capace di trovare forze ed energie anche dove forze ed energie non ce ne sono più.