Pepito Rossi: “Lukaku fa gol in ogni modo. Sanchez? Andò al Barcellona grazie a me!”
L'attaccante italiano parla dei due neo interisti, coi quali si è allenato a ManchesterSi è allenato con loro per un mese a Manchester, e ora ne racconta le qualità e le virtù. Pepito Rossi, in attesa di una chiamata per tornare in campo, ha parlato a La Gazzetta dello Sport raccontando alcuni aneddoti su Romelu Lukaku ed Alexis Sanchez, sbarcati all’Inter in estate. Ecco le sue parole.
Lukaku – «Fa reparto da solo, gioca per la squadra. Ma se Conte l’ha preteso il perché è nel curriculum di Romelu: fa gol, lo fa in ogni modo, sa fare tutto. L’ho conosciuto, è un ragazzo splendido, con me parlava in italiano».
Sanchez partner ideale – «È forte ma non lo scopro io, anche se a teqball (il calcio ping pong, ndr) lo battevo quasi sempre. A Manchester gli ho ricordato che al Barcellona andò grazie a me. Dovevano prendere me, nel 2011. Poi il Villarreal rifiutò l’offerta, non vollero cedermi. Così andarono su di lui».
Serie A – «Interessante, si è scoperto che anche la Juve può andare in difficoltà, non sembrava possibile. Poi ho visto un’Inter molto forte, solida, Conte le ha già dato un’ottima base di lavoro, lui sa come si fa. È un tecnico che “porta punti”, non è banale. Lui agisce sull’ambiente e sulla testa dei giocatori: quando sei con lui ti alleni in modo diverso, la partita poi è una conseguenza. È un peccato non essere stato mai guidato da lui».
Contatto – «All’inizio del suo ciclo in Nazionale io ero infortunato, lui venne a Firenze a parlare di me con Montella. Mi avrebbe aspettato».
Juve-Inter per lo Scudetto – «C’è anche il Napoli. Ma sì, credo che l’Inter nella griglia si sia inserita tra queste due».
Commisso – «Commisso abita nel New Jersey, a 15 minuti di auto da casa mia. L’ho conosciuto a fine luglio, lui e tutto il suo gruppo: persone serie, il mercato lo dimostra, sta nascendo un’ottima realtà lì».
Chiesa – «Gli consiglio di non farsi influenzare da tutte le voci di mercato: il calcio è divertimento».
Nazionale – «Si diceva qualche tempo fa di affidare l’Italia ai giovani. Ecco, ci siamo. E in panchina c’è il tecnico perfetto per farli crescere».
Vincere l’Europeo – «Siamo forti, ma la cosa peggiore è credere di esserlo».
Condizione – «Sto bene da tanto, mi alleno tutti i giorni, non è facile farlo da solo. Aspetto una chiamata, ho tanto da far vedere».
Perché non è arrivata – «Mi faccio mille domande, risposte poche».
Storia del doping – «Assurda, scioccante. Mi cercavano club importanti, ho perso l’occasione non per colpa mia. Ma non voglio più pensare a quella m… Voglio giocare a calcio, sono bravo a farlo,voglio ancora una possibilità».
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