La garra di Godin: ”Penso alla squadra, al bene collettivo. Ho iniziato attaccante, poi…”
Il difensore uruguaiano è il protagonista del Matchday Programme rilasciato dall'Inter in vista dell'esordio in Champions League contro lo Slavia PragaE’ Diego Godin il protagonista del Matchday Programme rilasciato dall’Inter in vista dell’esordio in Champions League contro lo Slavia Praga. Il difensore uruguaiano ha parlato del suo legame e amore per il calcio: ”È la gente che fa grande un club, l’energia che si crea tra squadra, allenatore, società e tifosi è fondamentale. Ho iniziato a giocare a 5 anni e il calcio è stato il primo sport. Fino a 15 anni ho praticato anche altro: nuoto, basket, pallavolo e atletica. Tutte discipline che mi hanno aiutato a crescere sul piano fisica e nella coordinazione. Sono sempre stato un appassionato del futbol, e mi appassionava di più perché è uno sport di squadra”.
Il passato da centravanti: ‘‘Ho iniziato attaccante, poi mi sono spostato a centrocampo e infine ho trovato la mia dimensione in difesa. Il difensore, come il portiere, vede tutto il campo e ha una grande responsabilità: deve trasmettere sicurezza. Questo è un po’ il mio modo di interpretare il ruolo: pensare alla squadra, al bene collettivo”.
L’istinto da goleador: ”La maggior parte li ho segnati di testa. Il mio lavoro principale è difendere, poi c’è anche l’istinto che mi porta a spingermi in area avversaria sui calci piazzati. Vado sempre al massimo. Voglio aiutare la squadra anche fuori dal campo. L’esperienza non è un titolo, si conquista vivendo le situazioni. Dico sempre ‘O si vince o si impara’. Ogni decimo di secondo guadagnato è necessario per vincere, soprattutto per una squadra intensa, ordinata e strutturata come la nostra”.
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