EDITORIALE – Cuore, coraggio e costanza: il giusto mix
di Gianluigi Valente
PAURA – Una domenica senza la propria amata è la classica giornata in cui tante sensazioni possono accarezzare la testa, ma in cui sono poche quelle che riescono a sfiorare il cuore. Così ieri, senza un evento che abbia catalizzato per davvero l’attenzione, ci siamo guardati intorno e abbiamo avuto un po’ di paura. Riposare per un turno ha proiettato i nerazzurri dentro quel mezzo incubo nel quale nessuno sarebbe mai voluto entrare: Milan, Napoli, Fiorentina, Roma e Catania hanno fatto loro i tre punti e si sono portate leggermente più avanti nel discorso legato all’Europa. La gara con la Sampdoria, ovviamente, è ancora tutta da giocare, ma toccare con mano la realtà di una classifica mai così deficitaria in questa stagione ha sempre il sapore e l’effetto di salto nel buio: a cadere ci si può far male. A dieci giornate dalla fine dei giochi la realtà è che i cugini rossoneri corrono veloci e hanno l’azzurro nel mirino, ma anche le altre dirette concorrenti fanno parecchio sul serio: diventa così facilissimo intuire quanto potrebbe costar caro un passo falso in questo momento. Alla ripresa del campionato, tra l’altro, a Zanetti e compagni toccherà affrontare la squadra più forte, quella Juventus che sembra essere sempre più consapevole di poter vincere su qualsiasi campo. Per superare le paure ci vuole tutto il cuore del mondo.
RUMORE – Un po’ distratti, poi, dopo esserci guardati intorno abbiamo sentito anche un po’ di rumore. Era ancora l’eco di quel turpe vocio che nella serata di giovedì ha inquinato una delle notti di cui il tifoso interista andrà più orgoglioso nei prossimi mesi. Per informazioni chiedere a Emmanuel Adebayor, che a San Siro ha vissuto un doppio incubo di 120 minuti: l’essere eliminato dall’Europa League per una clamorosa ‘remuntada‘ in pieno stile pazza-Inter e il dover assistere allo scempio di qualche ululato razzista e poco simpatico. E se davvero il calcio è quella bella metafora della vita che ci piace sempre tirare in ballo, al minuto 95 ne abbiamo avuto una (s)piacevole conferma. E’ proprio l’attaccante togolese, nel raccogliere una corta respinta di Handanovic, a chiudere la saracinesca dei sogni e a spedire l’Inter a casa. Per Adebayor il pericolo della ‘remuntada‘ è scongiurato, il piatto della vendetta, dopo un’ora e mezza, è servito, ma è cosa certa che la scia di quegli ululati sia arrivata fino a Londra e fino alle camere dell’Uefa, che in giornata ha confermato l‘intenzione di voler prendere provvedimenti contro la società nerazzurra. E’ il solito problema: pagheranno in molti l’ignoranza di pochi. Friedel, portiere ultraquarantenne del Tottenham, non avrà più i riflessi di un Primavera, ma non sbaglia a dire che la questione è tutta da risolvere quando si è bambini, nelle scuole, con gli insegnanti, con dei genitori responsabili. La nostra speranza è di sentire questi rumori sempre meno spesso, e di tornare ad avvertire quelli dei nemici, come diceva qualcuno. E’ necessario, però, che chi educa abbia coraggio, molto coraggio.
COSTANZA – Lo stesso coraggio che ci auspichiamo abbia Antonio Cassano, proprio ora che è diventato padre per la seconda volta. Il piccolo Lionel, venuto alla luce da poco più di due ore e portatore di un nome pesantissimo, si ritrova un papà calcisticamente geniale, ma che rischia di diventare quasi l’incompiuto d’eccellenza degli ultimi anni, e non perché nel suo palmares ci siano, oltre alle due supercoppe, solo gli scudetti con Milan e con Real Madrid: incompiuto perché, forse, con un briciolo di sacrificio in più sarebbe diventato uno dei più grandi; e il pensiero che possa essere ricordato solo per il binomio genio-sregolatezza ci intristisce un po’. Ora Cassano, che in 120′ ha dimostrato quanto può essere fondamentale per questa Inter, è chiamato a confermare l’impegno preso da bambino col suo cuore: essere il numero uno nella squadra dei tuoi sogni. Ma non basterà più solo la giocata, il filtrante, l’invenzione: ci vorrà voglia di correre e di mangiare il campo con grandissima costanza. Cuore, Coraggio e Costanza: gli ingredienti giusti per crederci, sia in nerazzurro che nella vita.