FOCUS – Cosa guida il “mercato di Primavera”?
Il calciomercato, almeno sulla carta (soprattutto quella stampata), non conosce soluzione di continuità: messa agli archivi una sessione di trasferimenti, si inizia immediatamente a considerare quella successiva, con tutti gli strascichi di scoop, indiscrezioni e illazioni del caso. Se poi al centro dell’attenzione c’è una grande squadra, che magari sta attraversando una fase di profonda trasformazione e, magari, quella squadra si chiama Inter, il circo di notizie più o meno fondate su futuri arrivi e clamorose cessioni, rischia di assumere proporzioni iperboliche.
Nulla di strano, in fin dei conti: i club calcistici all’apertura ufficiale del calciomercato devono aver pur sempre imbastito delle trattative più o meno solide nei mesi precedenti se non vogliono rischiare di ritrovarsi alla fine dei giochi con un pugno di mosche tra le mani o, peggio ancora, con ripieghi spesso poco appaganti dell’ultimissima ora.
Assume, dunque, decisiva rilevanza in un momento particolare dell’anno calcistico come quello che coincide con la stagione primaverile, il fatto che la dirigenza di una società abbia il più possibile chiare le idee su ciò che verrà nella successiva stagione, a iniziare dalla guida tecnica cui affidare la squadra e quindi della rosa che al condottiero prescelto verrà affidata.
Il mercato primaverile, insomma, dovrebbe essere portato avanti seguendo una linea logica il più possibile chiara, una linea logica che tenga conto innanzitutto di un ?progetto?, termine quest?ultimo decisamente inflazionato nel mondo del pallone contemporaneo, ma pur sempre efficace per descrivere ciò che è alla base di futuri ed eventuali sogni di gloria di una qualsivoglia squadra di calcio. E a ben vedere in casa Inter, ciò che in questo momento manca, è proprio quella chiarezza sul futuro prossimo che rischia di rendere confusi e casuali i movimenti della dirigenza nerazzurra sul mercato in questi mesi cruciali prima che la nuova stagione e la nuova sessione di mercato abbiano inizio.
Quando sembrava che il ?progetto Inter? dovesse ruotare senza indugi attorno alla figura di Stramaccioni è infatti arrivata la (prevedibile, visti i risultati non entusiasmanti) doccia gelata di Moratti, che a proposito della guida tecnica dell’Inter (e non solo di quella) è tornato a rimettere tutto in discussione. Non resta dunque che attendere la fine del campionato e vedere se Stramaccioni riuscirà a portare la sua Inter in Champions League per capire con maggiore precisione cosa e come sarà la Beneamata versione 2013/2014.
E nel frattempo cosa si fa? Le trattative di mercato vanno portate pur sempre avanti, pena l’automatica esclusione dalla corsa a tutti gli obiettivi più ambiti del prossimo mercato. Ma sulla base di cosa l’Inter sta portando avanti queste trattative? Sulla base del ?progetto Stramaccioni? o su quello di un allenatore ?X?? Indubbiamente sussistono esigenze oggettive che in casa Inter vanno affrontate in sede di mercato, basti pensare all’attacco dove, a prescindere dal futuro tecnico, innesti freschi e affidabili appaiono più che mai indispensabili: in fondo chiunque siederà sulla panchina dell’Inter la prossima stagione non potrà che gioire nel ritrovarsi qualche bomber possibilmente giovane e prolifico (si legga alla voce Icardi) tra i ranghi della propria squadra. Ma per il resto? I rinforzi in ruoli chiave come quelli di centrocampo, sulla base di quali scriminanti si stanno selezionando?
Appare chiaro, che per evitare il concreto rischio di rendere il ?mercato primaverile? una specie di pesca alla cieca, dove qualcosa si tira pure in barca, ma alla fin fine non si sa esattamente cosa, è innanzitutto necessario capire in funzione di cosa e di chi si deciderà di puntare sul trequartista Tizio piuttosto che sull’esterno di centrocampo Caio. Il turbinio di nomi anche importanti che vengono accostati quotidianamente all’Inter, al netto degli inevitabili voli pindarici giornalistici, sono indicativi del fatto che la società nerazzurra anche sul mercato è viva e ha voglia e intenzione di rafforzarsi, e questo è fonte di ottimismo. Ciò che invece probabilmente fa più paura ai tifosi dell’Inter è che, come altre volte in passato, Moratti e il suo entourage possano sì profondere in chiave mercato degli sforzi notevoli e apprezzabili, ma alla fine dei giochi, tali sforzi possano essere resi quasi del tutto vani dal fatto di essere slegati da quel tanto antipatico quanto fondamentale concetto ricorrente che va sotto il nome di progetto.