Ancora Cambiasso: “Che emozione il Triplete! Tutti lo vogliono fare ma alla fine…”
Dopo aver parlato del suo passato (leggi qui), Cambiasso ha affrontato altri temi nell’intervista rilasciata ad Inter Channel partendo proprio dai trofei vinti: “All’inizio abbiamo avuto delle difficoltà ma alla fine abbiamo iniziate a vincere la Coppa Italia, Supercoppa per poi arrivare allo scudetto e alla Champions League. La consacrazione è arrivata quando abbiamo fatto il Triplete, non è facile vincere tutto in un anno. Molti lo vogliono fare ma in Italia siamo stati gli unici e anche in Europa solo pochissime squadre ce l’hanno fatta. Quale trofeo mi ha fatto più contento? Tutti perché ognuno ha la sua storia. Quando sei giovane la cosa a cui puoi ambire di più è il Mondiale Sub20, poi però sono arrivati lo scudetto e la notte di Madrid, indimenticabile”, queste le parole dell’argentino riprese da FcInter1908.it.
Tutto però è iniziato in Argentina: “Ho iniziato a giocare in Argentina, poi nel ’95 sono arrivati i dirigenti dell’Ajax ma io, insieme alla mia famiglia, decidemmo che fosse meglio che io rimanessi in patria. Subito dopo è arrivato il Real Madrid, decisi di partire per la Spagna ma ritornai a casa dopo poco perché giocavo soltanto nella squadra B e la mia carriera era rallentata. In quel periodo fu fondamentale il mister dell’Indipendiente che mi aiutò a crescere. Ritornai al Real Madrid e questa volta esordì in Supercoppa Europea a Montecarlo, una bellissima soddisfazione”. Poi finalmente l’approdo all’Inter: “Accadde tutto in maniera veloce e io accettai subito perché per noi argentini, Italia e Spagna sono due punti di arrivo e avrei accettato anche se fosse arrivata prima l’Inter del Real. Ci fu anche un’offerta dalla Russia ma io ero convinto che l’Inter era la scelta migliore e infatti non mi sbagliai. Adesso amo l’Italia quanto l’Argentina, quando parto mi manca perché ho tanti amici e in più la nascita di mia figlia mi lega sempre di più a questo Paese”.
Spesso si parla di Cambiasso-allenatore ma lui non ci sta: “Per il momento penso solo al campo perché mi sono preparato per fare il calciatore. Il mestiere dell’allenatore è particolare perché devi conoscere tutti i giocatori e le loro qualità e questo gli allenatori del lunedì non lo sanno. Io comunque non ci penso, sono gli altri che ci pensano più di me”. Dal giocatore che non ti aspetti, alcune volte arrivano gol fondamentali: “Per me segnare è la cosa più bella, non capisco gli altri come facciano a non esultare quando segnano. La cosa più bella dei miei gol è che spesso arrivano quando siamo in difficoltà, a me alla fine non interessa se è un gol bello o brutto ma che sia importante ai fini del risultato della squadra. I tifosi? Sai che ti alleni per loro e questo ti dà una spinta in più”.