Young: “Conte ha una mentalità vincente. Coronavirus? L’Italia insegna”
L'esterno dei nerazzurri, arrivato dal Manchester United, parla della sua esperienza agli ordini del tecnico interistaIntervistato su Corriere.it, il calciatore nerazzurro Ashley Young ha parlato della sua esperienza all’Inter, raccontando il suo punto di vista in merito all’emergenza Coronavirus che ha paralizzato il calcio italiano. Diversi gli aneddoti sulla Beneamata, da Conte al rapporto con i compagni.
TOP PLAYER – “Un giocatore esperto, non un top. Però a certi livelli l’esperienza fa la differenza”
LOCKDOWN – “Da voi il lockdown è stato totale: l’Italia ha dato un ottimo esempio. In Inghilterra c’è chi ancora va al lavoro e la metropolitana è troppo affollata. Da noi ho visto scene di avidità con gente che svuotava i banconi dei supermercati”
ISOLAMENTO – “Qualche timore c’è stato, la società e lo staff medico hanno però gestito perfettamente la situazione. L’isolamento non piace a nessuno, ma non è stato drammatico: era la scelta giusta per tutelare la salute nostra e degli altri”
EMERGENZA – “C’è una pandemia globale: allo stato attuale il calcio non è importante. La gente muore, pensiamo a uscirne”
RUOLO – “Mi sono adattato a giocare ovunque: a parte il portiere ho ricoperto ogni ruolo. Con l’esperienza capisci che conta soltanto aiutare la squadra”
CONTE – “Quando Conte mi ha chiamato, ho sentito subito la sua passione, me l’ha trasmessa. Era un’opportunità e ho detto: “Vado lì, voglio far parte di qualcosa di grande”. Il mister non sta seduto un attimo, ma vederlo così coinvolto è una spinta. Ha una mentalità vincente, è un vincente nato. Per chi gioca in fascia fa gran parte del lavoro guidandoti. In tre parole? Passione, mentalità, combattente. Lotta per le partite, per i giocatori e per sé”
INTER – “Siamo in lotta su ogni fronte: scudetto, Coppa Italia, Europa League. Siamo dove dobbiamo essere. In rosa c’è grande qualità, ma la squadra ha capito che per fare il salto deve lavorare ancora di più. Forse manca un po’ di esperienza. Conte guida ogni allenamento con la stessa passione e intensità di una partita. Non tutti i tecnici ci riescono. È sempre lì a spiegarti, farti vedere. Guardate come esulta al gol: il coinvolgimento è totale”
JUVENTUS – “I conti li facciamo a fine stagione. Poi è vero, ci hanno battuto. Per un giorno però ciascuno di noi può essere quello che non è, in positivo o in negativo. Di certo in rosa hanno più esperienza di noi”
ERIKSEN – “Ha addosso una pressione incredibile, succede quando sei un giocatore del suo calibro. Al Tottenham hanno fatto di tutto per tenerlo, perché sono quelli come lui che possono farti vincere trofei. Sappiamo quanto vale e quanto è e sarà importante per noi”
FUTURO – “Restare? Vorrei, certo che sì. Amo l’Italia, Milano, il calore dei tifosi. Voglio restare e vincere. Sto imparando la lingua, siete un popolo con passione. E poi simpatici: quando parlate in realtà strillate (ride, ndr)”
DIFFERENZE CON LA PREMIER – “Nessuna. Forse è solo più tattica della Premier. L’intensità? Ma va’, uguale. Ho scelto l’Inter per vincere trofei: quello è il sentimento che ti spinge in qualsiasi parte del mondo uno decida di andare”
EMERGENZA – “Molti dicono di non riuscire a stare chiusi in casa per tre settimane. Io chiamo spesso un mio amico. Era malato, ha avuto il cancro, è rimasto sei mesi in ospedale, sospeso tra vita e morte. Mi racconta quanto è stato difficile. Penso a lui, a quello che ha passato. Stare in casa non è difficile, si riscoprono gli affetti, la famiglia, per cui non abbiamo mai tempo. Aiuta stare insieme in un periodo così. Alla fine direi che è una grande opportunità: non sprechiamola”
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