Cambiasso: “Triplete? Quella era una squadra pazzesca. Poi se Milito si sveglia e fa una doppietta in finale…”
L'ex centrocampista argentino in collegamento con gli studi di Sky SportNella giornata che Sky Sport ha interamente dedicato a Diego Milito, insieme al Principe anche Esteban Cambiasso è intervenuto in collegamento via internet. Un rapporto di amicizia, quello dei due connazionali argentini, nato ovviamente a partire dal Triplete conquistato con la maglia dell’Inter nella stagione 2009/10 e proseguito nel corso degli anni. Sappiamo, infatti, che esiste tutt’oggi una chat di whatsapp con la rosa che riuscì in quell’incredibile cavalcata, compreso lo Special One José Mourinho.
Questo l’intervento di Cambiasso: “Io allenatore in campo di quella squadra? Non c’erano allenatori in campo, ognuno sapeva cosa fare. Si pensa che i calciatori vadano caricati per forza, ma non dimentichiamo che ogni calciatore ha delle motivazioni personali. Quella era una squadra pazzesca, eravamo pronti ed avevamo consapevolezza. Poi se uno come Milito si sveglia e fa una doppietta in finale, tanto meglio”.
IL GRUPPO – “Per aggiungere una cosa che non tanti sanno, dico che Milito quando giocava al Genoa veniva spesso a vedere l’Inter in Champions. Lui sapeva già cosa significava la Champions per l’Inter, oltre all’amicizia che già avevamo. Forza di quella squadra? Non ce n’era solo una, penso che la squadra deve avere capacità camaleontica per cambiare pelle e mettersi il vestito che serve. Quella squadra viene ricordata ingiustamente come una squadra che difendeva, ma in realtà vincevamo anche con più di un gol di scarto contro squadre fortissime. Contro il Barcellona in Champions, nei due derby in campionato. Sapevamo difendere, è vero, grazie anche all’intelligenza degli attaccanti, giocatori versatili che sapevano soffrire e fare la differenza”.
MORATTI – “Per toglierci un po’ di merito il presidente ha parlato di miracolo, ma è stato frutto di un percorso fatto. Il suo sogno che è riuscito a trasmetterci è arrivato per sua volontà. lui ha cercato sempre di migliorare la squadra, ognuno di noi. Da padre ha dimostrato di poter insegnare con le buone maniere, ma diceva quello che c’era da dire per farci capire se sbagliavamo o meno. Averlo reso felice è un ricordo che porteremo nel cuore. Lui e tutta la famiglia per l’amore verso questa società. Dentro il calcio si pensa che una persona buonissima come Moratti non si sia mai arrabbiata. Gli vanno riconosciuti anche quei momenti, al di là delle etichette che gli hanno messo. Il presidente capiva i momenti dei calciatori, non cadeva nell’ingiustizia di non valorizzare alcuni aspetti”.
TELECRONACA – “Vorrei che Massimo (Marianella, ndr) fosse sincero, vorrei sapere se era preparato quel ‘E sono 45 anni che l’Inter sta aspettando questo momento!'”.
La risposta del giornalista Marianella: “No, non era preparata. Tutto è dettato dal fatto che sta per entrare Balotelli con la maglia numero 45, poi l’arbitro fischia e mi esce quella frase. Ma se non inquadrano la magli probabilmente non mi viene quella frase”.
E ancora Cambiasso risponde alle domande dei tifosi: “Un insegnamento di Mourinho da tramandare? Uno solo è difficile. Io sottolineerei il modo di allenarci. Il pallone era la base, l’intensità era enorme. Si parla di José che sia un grandissimo comunicatore, in realtà c’è di più sul piano tattico e della preparazione. Il modo di allenarci è quello che colpiva di più. Se dovessi dire tre cose da chiedere ad un centravanti sono: intelligenza, generosità e sapere far gol. Chiedo a tutti se Milito riesce a racchiudere queste tre cose, potete mettere nome e cognome”.
CALCIO ITALIANO – “Le squadre del sud Italia? Ci piaceva tanto andare a giocare lì. Tanti argentini sono dei migranti venuti dal sud. Ho sempre visto squadre con tantissima passione, noi argentini ci ritrovavamo tanto. Centrocampista italiano più forte nel campionato? Parlare di singoli è difficilissimo, bisogna inquadrare la squadra, il ruolo esatto. Grazie al lavoro di Mancini, l’Italia ha una squadra molto forte, dovremo aspettare un altro anno per vederli in mostra. Nell’Inter ce ne sono, la società ha fatto una scommessa e sta avendo buone risposte”.
MANCINI – “Il suo lavoro piace a tutti. C’era bisogno di una rifondazione e di un allenatore con la sua esperienza e qualità Ha ridato credibilità al progetto e fiducia ai calciatori. Alla fine credo che tutti crediamo in questa Nazionale”.
PALLONE D’ORO 2010 – “Milito? Glielo avrei dato per quello che ha fatto in quella stagione. Ma per i discorsi che spesso muovono questi premi, Diego non hai mai amato queste cose, quindi non mi sono sorpreso”.
LAUTARO – “E’ un attaccante in netta crescita, non sappiamo quali sono i suoi limiti. Sembra che sarà l’asta del mercato, tante squadre lo vogliono e l’Inter lo vuole tenere. Uno può sbagliare, ma se sono così tanti a volerlo è difficile che si sbagliano”.
TAGLIO STIPENDI – “Bisogna capire la situazione generale che abbiamo. Conoscendo sia Samir che il mister Conte, preferirebbero che queste vicende fossero private. Mi sembra una buonissima idea che si siano riuniti, ma sarebbe meglio che queste vicende rimanessero private”.
CONTE – “Voto all’Inter di Conte? E’ vero che faccio il mezzo giornalista, ma sono faccende che fanno i veri giornalisti. Per anni ho guardato questi voti da calciatore. Dico che da quello che si vede è una stagione positiva, per come è messa oggi sarà una stagione positiva. Credo che si stanno mettendo solide basi per fare ancora meglio”.
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