Ferri: “Grazie a Marotta e all’Inter per aver aiutato Lodi. E’ stato come segnare un gol, orgoglioso del mio presidente”
L'ex difensore racconta la paura delle ultime settimaneUno di quelli che il coronavirus lo ha vissuto particolarmente da vicino è stato Riccardo Ferri. L’ex difensore dell’Inter, infatti, vive a Lodi insieme alla famiglia, una delle zone più colpite insieme a Bergamo dall’inizio di questa pandemia. Nell’intervista rilasciata questa mattina sulle pagine di Tuttosport, l’ex centrale ha rivelato di aver avuto paura per via di un attacco di polmonite che aveva accusato in passato, ma di aver temuto in particolar modo per la salute della famiglia. Per fortuna, grazie all’aiuto che l’Inter ha fornito agli ospedali di Lodi e Bergamo, Ferri ha ritrovato quella fiducia di cui aveva bisogno. Ecco le sue parole:
Lei ha mai avuto paura?
“Non lo nascondo. Ho avuto paura perché anch’io nel recente passato ho avuto una polmonite. Sono più vulnerabile ma questo non mi ha bloccato. Caratterialmente mi preoccupo più degli altri che per me stesso. Ho subito pensato ai miei affetti soprattutto, a mia madre, a mio fratello ai miei figli: Marco, Stefano e Stefania”.
Ora come sta vivendo questa nuova sfida?
“Mi racconto sempre che stiamo affrontando un avversario che non conoscevi, che ci ha messo lì, ci ha preso alla sprovvista, poco organizzati e ci ha fatto gol nel primo tempo. Adesso ci stiamo giocando il secondo tempo, messi meglio in campo, consapevoli che l’avversario è forte ma che possiamo fermarlo. Basta essere uniti, rispettare le regole. Bisogna farlo”.
Cosa si può fare per gli altri in questi momenti?
“Cerco di confortare tante persone, tanti anziani impauriti che vivono intorno a me. Qui ci stiamo dando una mano l’un l’altro fin dall’inizio. Qui ci sono persone di una certa età che non vedono i loro figli da settimane, sono sole, hanno bisogno di un aiuto, di fare la spesa e mi sono sentito in dovere di dar loro una mano, di farla io per loro. Sono persone impaurite. L’ho fatto con il cuore, l’ho sempre fatto…”.
Paura e senso di impotenza?
“Mi sono sentito un leone in gabbia, volevo fare qualcosa per sentirmi utile, per aiutare tanti amici, anche amici dottori ma non si poteva, bisogna stare in casa ma anche da qui sono riuscito a dare una mano concreta”.
E come?
“Grazie all’Inter, grazie a Marotta che ha subito chiesto una mano al presidente Zhang sono riuscito a far arrivare 26mila all’Ospedale di Lodi e 65mila a quello di Bergamo. Mi sono sentito come se avessi segnato un gol importantissimo”.
L’Inter del presidente Zhang ha dato una mano concreta.
“E’ stata la prima società a fare qualcosa. Quando lui si è arrabbiato con il mondo del calcio perché tanti non vedevano questo pericolo ho capito che persona fosse. Ho apprezzato le sue parole, l’aver pensato prima alla salute che al resto. Ho una stima illimitata del “mio” presidente, ancor di più ora, dopo quello che ha fatto anche per Lodi e non solo”.
Cosa si fa con il campionato?
“A mio avviso questo campionato va cancellato, tutte le competizioni europee vanno cancellate. Come se questa stagione non fosse mai stata giocata. E’ successo qualcosa di inaspettato, come se fosse scoppiata una guerra… Mi spiace per la Lazio come mi spiace per il Benevento, mi spiace per la Juventus come per la mia Inter. Ma qui i colori ora non contano…”.
E chi vuole scendere ancora in campo?
“Qui si parla tutti i giorni di essere uniti, di remare dalla stessa parte, di avere responsabilità e poi trovi due persone, De Laurentiis e Lotito, che avanzano ipotesi di ricominciare a giocare: ma come si fa? Quando ho visto il presidente dell’Uefa che tentennava sulla chiusura delle competizioni europee ho provato un pò di schifo, di ribrezzo. Il calcio non può sempre andare fuori dagli schemi…”.
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