Felipe Melo: “Stavo per finire all’Inter di Mou, che peccato! Poi nel 2016 arrivò quell’allenatore olandese…”
L'ex centrocampista nerazzurro ha parlato in una diretta InstagramOspite nella diretta Instagram de La Gazzetta dello Sport, Felipe Melo ha parlato della situazione che vede il mondo combattere contro il Coronavirus ma anche del suo passato ‘italiano’, avendo giocato con le maglie di Fiorentina, Juventus ed Inter. Ecco le sue parole.
Situazione – “Ho lasciato crescere un po’ la barba altrimenti sul campo nessuno mi rispetta, è pazzesco (ride, ndr)! Io sto bene, sono a casa con la famiglia e ho tanto da fare con i quattro bambini. La situazione in Brasile è diversa, qui non è ancora arrivata l’emergenza forte come in Italia, però ogni giorno che passa muoiono più persone. Quello che vedo che è tutti stanno facendo un lavoro incredibile, le persone hanno capito che il virus è serio e non c’è da scherzare. E poi preghiamo sempre, alla fine dobbiamo pregare Dio perché ci aiuti. Io conosco persone che sono uscite per negozi a far compere e sono state contagiate, qualcuno addirittura anche da casa. Quello che dobbiamo fare è stare a casa, pregare ed aiutare la gente, perché tanti stanno morendo di fame. Io grazie a Dio sono a posto, ma altri sono in difficoltà”.
Papa in Piazza San Pietro vuota – “Credo che sia stato un messaggio importante per tutti noi: lui c’è. In questo momento tutto ciò che si può fare per aiutare è valido, per tutto il mondo. Alla fine ce la faremo, non so tra quanto tempo ma ce la faremo. Vedo che anche in Italia è un momento brutto, dobbiamo aiutarci a vicenda anche per non far ripetere tutto questo in futuro”.
Palmeiras – “Io non cambio mai, a 36 anni poi non ne ho neanche voglia! Sono sempre stato così, tutti i club che mi hanno voluto lo hanno fatto per la personalità e l’impegno. Anche per questo penso che i tifosi dell’Inter mi ricordino, perché davo sempre tutto e sono contento che mi vogliano bene. Qui al Palmeiras gioco come difensore centrale: ho faticato le prime partite perché non ero abituato, però ora mi sono ambientato, crescendo giorno dopo giorno. Un giocatore, al di là della propria età, vuole sempre giocare ed essere importante. L’allenatore mi ha dato fiducia ed abbiamo iniziato bene”.
Futuro – “Non so ancora cosa farò dopo, però voglio rimanere all’interno del mondo del calcio, perché è la mia vita. A parte il fatto di giocare io amo proprio quello sport, parlarne, vedere le partite. Mi spiace non poter vedere nessuna partita ora che siamo in casa, l’altro giorno ho rivisto tre volte Galatasaray-Real Madrid 3-2, che gara! All’andata avevamo perso, poi in casa avevamo rimontato e loro hanno fatto due gol irregolari. Con il VAR saremmo passati noi!”.
Prandelli – “È quello che mi ha insegnato come giocare a centrocampo a livello tattico. Quando sono arrivato in Italia dalla Spagna ho fatto un salto di qualità importante, passando da una squadra che lottava per non retrocedere a giocare la Champions League con la Fiorentina. Eravamo fortissimi, arrivare in quel gruppo fu importante e lui mi aiutò tanto. Lo ringrazierò sempre”.
Miglior periodo – “È difficile dirlo, perché ad esempio con la Juve non vincemmo nulla, però io giocavo sempre. Lo stesso alla Fiorentina, feci benissimo, anche perché non fu un caso arrivare poi in club come Juventus ed Inter. Anche al Galatasaray feci una grande stagione, ma lì vincemmo anche tanto, quella fu la differenza. Se avessi vinto qualcosa in Italia sarebbe stato diverso. In Turchia giocai ugualmente bene ma vinsi 8 trofei in 4 anni! E anche qua al Palmeiras vincere il campionato e arrivare in semifinale di Copa Libertadores è tanta roba!”.
Felipe Melo ricorda la sua esperienza all’Inter e con De Boer
Inter – “All’Inter feci bene il primo anno, poi il secondo arrivò quell’allenatore olandese che capiva tutto di calcio… Lui non parlava neanche italiano, non si capiva nulla! Io rispettai tantissimo il lavoro di De Boer, ma era una sua scelta non farmi giocare. Mi allenavo tantissimo, e dopo che andò via lui e arrivò Pioli ricominciai subito a giocare. Evidentemente anche un campione deve sempre dimostrare sul campo quel che vale. Conte è un grandissimo allenatore, lo ha dimostrato anche alla Juve rivoluzionando tutto. E la stessa cosa sta succedendo con l’Inter, anche se non dovesse vincere nulla quest’anno”.
Inter 2015 – “Quell’anno era già il 4-5° in cui la Juve vinceva consecutivamente, con un’intera rosa di grandissimi giocatori. Credo che la differenza fosse tutta lì. L’Inter di oggi, ad esempio, è nella stessa situazione, e per vincere lo Scudetto devi avere questa caratteristica. Noi quell’anno non avevamo una rosa così profonda, e infatti dopo qualche mese iniziammo a calare. Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto in Italia, ho vissuto esperienze bellissime”.
Serie A – “La Juve lotta fino alla fine, perché sono forti ed ora hanno anche Cristiano Ronaldo, che fa la differenza. L’Inter credo faccia lo stesso, ma il suo problema è che ha lasciato 6 punti nello scontro diretto, cosa che invece non ha fatto la Lazio. L’Inter avrebbe dovuto fare meglio, quantomeno a San Siro. Quando c’ero io mi ricordo che vincemmo noi! Quando giocavo io tutte le big erano al top, mentre dopo ha iniziato a vincere solo la Juve, quindi è normale che l’interesse si abbassi. Per fortuna quest’anno ci sono tre squadre in lotta, quindi pian piano si sta tornando su quei livelli”.
Boca Juniors – “I tifosi mi chiamano? So che mi vogliono bene, e anche io gliene voglio. Il mio sogno però è vincere la Libertadores nel Palmeiras, è un club che amo”.
Allenatore – “Non lo so, è difficile. Per essere allenatore non devi solo conoscere il gioco, ma anche come gestire il carattere dei calciatori, è diverso. Mai dire mai, mi piace il calcio, quindi può essere”.
Mercato – “Prima di tutto forza Fiorentina! Rimarrà sempre nel mio cuore, è stato il primo club italiano in cui ho giocato. Quando tornai a Firenze con la Juve mi insultarono, però li capii. Commisso? Andiamo oltre dai… Me ne andai perché la Juve è una delle più grandi al mondo, ma io volevo andare all’Inter di Mourinho! Solo che la Juve pagò la clausola rescissoria da 25 milioni, mentre i nerazzurri arrivavano massimo a 23. La Fiorentina quindi mi disse di andare a Torino”.
Mourinho – “Mi dispiace perché ha parlato di me tante volte, disse che in quel momento ero uno dei migliori al mondo. Poi sono un suo fan, mi dispiace non aver lavorato con lui”.
Mancini – “Mancio è un mio amico, nonché uno degli allenatori più esperti che ho mai visto. Abbiamo vinto insieme al Galatasaray, poi lui mi ha portato all’Inter, squadra che sognavo fin da bambino. Ora sta facendo benissimo in Nazionale”.
Arbitri influenzati dalla tua storia – “Lo sono tantissimo, ne sono certo al 100%! A volte mi danno il giallo o il rosso dicendomi: ‘Così poi non lo rifai in futuro’. Ma quale futuro, siamo nel presente!”.
Derby di Milano vinto – “Quel derby fu particolare perché non feci la preparazione estiva. Arrivai, feci una sola settimana di allenamento, poi giocai con tutta la mia famiglia a vedermi a San Siro e vincemmo 1-0 con gol di Guarin. Giocai come un guerriero, che partita!”.
Bacio alla moglie dopo gol al Verona – “In prima pagina il giorno dopo c’era il mio bacio, infatti io a casa mia ho esposto un quadro con quella maglia e quella pagina di giornale!”.
Centrocampisti migliori – “Direi Sergio Busquets e Pjanic. Brozovic è fortissimo, è un po’ malato di testa ma è fortissimo! Poi parlo io, un malato di testa che parla di un altro malato di testa (ride, ndr)!”.
Fuori dal campo – “Sono un giocherellone, rido sempre con la famiglia e con gli amici. Sul campo non sono cattivo, do tutto per la maglia ma non sono cattivo”.
Ritorno in Italia – “Devo tornare sicuramente, mi manca tantissimo! Torino, Firenze e Milano, assolutamente”.
Nazionale – “Vinsi la Confederations Cup, così come tante altre partite importanti. Era un gruppo fortissimo, ho ricordi bellissimi”.
Lukaku – “Io lo dissi, bisogna prendere Lukakone! Mi piace tantissimo, sì. Ricordo che una volta giocammo contro il Belgio, perdemmo 2-0 e lui fece gol. In Brasile tutti dicevano: ‘Se ci fosse stato Felipe Melo!”. Solo che quando giocavo dicevano che ero troppo cattivo e falloso. Ma c***o, decidetevi: o sì o no!”.
Fisico – “Io sto benissimo, miglioro ogni giorno! Sono carichissimo fisicamente. Non sgarro mai, io lavoro con il mio corpo, sono molto ligio all’alimentazione e all’allenamento. Se anche dovessi smettere di giocare, non smetterei di allenarmi e mangiare bene, perché è giusto fare così”.
Messaggio – “Agli italiani voglio dire che è un momento brutto, e come tutti passerà. Pregate sempre, che il domani sarà migliore. Un saluto a tutti, forza Palmeiras e forza Inter!“.
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