Moriero: “Baggio? Gli parlavo sempre dell’Inter. Ho provato a convincere pure Totti. Su Ronaldo…”
L'ex centrocampista rivive alcune tappe della sua carrieraProtagonista del gruppo nerazzurro che stravinse la Coppa Uefa del 1998 grazie al 3-0 rifilato alla Lazio nella finale di Parigi, Francesco Moriero ha rivissuto la sua carriera nella diretta Instagram con il giornalista Nicolò Schira. L’ex centrocampista dell’Inter ha rivelato di aver svolto un ruolo importante nel passaggio di Roberto Baggio in maglia nerazzurra e di aver tentato in nazionale di convincere invano anche Totti a percorre la stessa strada.
ARRIVO BAGGIO – “Io come cupido per Baggio all’Inter? In Nazionale stavo sempre in camera sua e gli raccontavo com’era l’Inter, Moratti e Simoni. Diciamo che un piccolo merito per il suo trasferimento me lo prendo. Anche con Di Biagio la stessa cosa, ho cercato anche di farlo con Totti. Mi ricordo che non stava bene alla Roma e ho cercato di pressarlo per portarlo all’Inter. Fosse arrivato Totti insieme a Baggio e Ronaldo, non oso immaginare cosa sarebbe successo”.
ESONERO SIMONI – “Eravamo molto legati a Simoni, era un signore oltre ad essere un grande allenatore. Il primo giorno arrivò e disse: ‘Siamo tutti uguali, tranne uno’, vale a dire Ronaldo. Quando un calciatore va in panchina o in tribuna in genere ci resta male. In quell’Inter accettavamo tutte le decisioni, Simoni era leale e diceva le cose in faccia. Gli abbiamo voluto bene veramente, poi c’è stata un po’ di fretta. Andammo tutti da Moratti per chiedere di farlo tornare, ma il presidente si prese la responsabilità di esonerarlo. Negli anni ha rivelato di aver sbagliato, poi passammo un brutto periodo con tanti allenatori. Eravamo a pochissimi dalla prima, potevamo ancora dire la nostra”.
COPPA UEFA – “A Parigi eravamo sicuri di vincere. Intanto perché c’era il Fenomeno, ma eravamo un gruppo micidiale. Non c’è stata partita contro un gruppo fortissimo, la sera non ti dico quello che è successo. La gioia era immensa, è stato il mio unico titolo”.
LIPPI – “Cosa non funzionò? Insieme a Moratti ha formato una delle squadre più forti in assoluto. Era arrivato pure Vieri, ce n’erano tantissimi. Eravamo primi in classifica all’inizio, poi ci fu un derby e Ronaldo venne espulso subito. Il mister ebbe l’idea di farmi uscire, la stampa criticò Lippi e da lì in poi non ho più giocato. Ma erano decisioni sue, io ero un calciatore che vivevo di emozioni. Messo da parte ho sofferto tanto, avevo fatto qualche gol ma non ero più io. Non so come mai quell’Inter non ha vinto tanto e come mai sono stato messo da parte”.
RONALDO – “Aneddoti? Devo dire che mi sento con tutti i miei ex colleghi. Ronnie è un ragazzo fantastico, gli volevamo bene. Nello spogliatoio il leader era il cholo, ci teneva tutti a bada, eravamo una banda. Ronnie abitava nel mio stesso palazzo, lui scendeva ogni tanto a mangiare le polpette e i dvd che non mi ha mai restituito. Era il calcio. Non paragono Ronaldo a Maradona o Pelè perché non esiste un numero uno, ogni epoca ha avuto i suoi calciatori più forti. Ma per me Ronaldo è stato il migliore, poteva far gol da solo. Per noi era pure più facile, io riuscivo a capire cosa voleva”.
MORATTI – “E’ stato un presidente importante. Non ci faceva mai discorsi motivazionali, ma era presente. Gestiva tante aziende ma trovava sempre il tempo per chiamarci e chiederci delle nostre famiglie. Lo amavo come presidente”.
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