Calcagno (AIC): “Spaventato se la stagione non finisce. Stipendi? La Juve non può essere il modello”
E' sempre più numeroso il fronte di chi non vorrebbe riprendere il campionatoChe il pallino – sul piano socio economico – non sia tanto il quando ripartire, quanto più il come ripartire, si è capito da tempo. Il calcio, però, fa eccezione, perché – nonostante tutte le ipotesi di allungamenti di contratti e campionati, deroghe, flessibilità – è un evento a scadenza: e quindi non è da escludersi che questa stagione possa anche non riprendere mai. Dipenderà, ovviamente, dalle prossime settimane, ma si tratta di un’eventualità che il calcio stesso deve mettere in conto, e, tra le sue componenti, anche l’Assocalciatori: il cui vicepresidente, Umberto Calcagno, ha parlato oggi a Sportitalia per affrontare proprio questo tema.
“Bisogna aiutare le serie minori, come la C e la D – ha detto Calcagno – Neanche voglio pensare ad una sosta definitiva dei campionati, sarebbe un danno enorme per tutti”. Che poi ha proseguito parlando della questione che sta più a cuore, come prevedibile, alla posizione dei calciatori: gli stipendi. “Il caso Juventus sugli stipendi non può essere un modello unico per tutti – ragiona – Stiamo lavorando alla fase 2 da diverso tempo ma bisogna lavorare sulle norme per ripartire nella totale sicurezza di tutti. Sono sinceramente spaventato dall’idea di non ripartire in questa stagione”.
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