Bergomi avvicina l’Inter di Conte al Triplete: “Investimenti, entusiasmo e stessa voglia di vincere”
L'ex difensore interista traccia un'analisi dettagliata in merito al paragone tra il 2010 e la realtà attuale della Beneamata, evidenziando differenze e similitudiniL’Inter prova a studiare le mosse per ripercorrere le gesta dei ragazzi di Mourinho. Parola di Beppe Bergomi che, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, racconta il suo punto di vista su un paragone forzato da diversi fattori che spingono tifosi ed addetti ai lavori a credere nel ritorno al trionfo. Un’analisi che abbraccia, come primo fattore, l’ambizione della società nel costruire una grande squadra. “C’era allora e c’è oggi – dice lo Zio – e dagli investimenti fatti si capisce che ha questo tipo di voglia. E la storia dell’Inter dice che i più grandi successi sono arrivati quando ha investito”.
Il secondo punto di contatto che avvicina la realtà attuale dell’Inter ad un ipotetico futuro sulla riga tracciata dalla squadra di Mourinho rappresenta la panchina, ovvero il fattore legato all’allenatore. “Portare a Milano lo Special One voleva dire prendere il top ed anche oggi aver puntato su Conte è una mossa che va in quella direzione. Antonio è fra gli allenatori di vertice al mondo e lo dimostra anche lo stipendio che prende e che si merita tutto”.
Non manca il parallelismo nei confronti dei giocatori. Tra gli interisti del 2010, da parte di Bergomi spicca Maicon: “Non me ne vogliano gli altri, ma per come la vedo io, il brasiliano era la vera forza di quella squadra. Impressionante. Oggi i terzini sono tutti dei registi e sul mercato tutti cercano quelle caratteristiche. Lui era quel tipo di giocatore già dieci anni fa e sarebbe stato perfetto anche per il 3-5-2 di oggi”. Nei paragoni dello Zio però non c’è spazio per i centrocampisti, troppo diversi rispetto al passato per avvicinarli nel racconto. Ciò che spicca, secondo l’ex difensore interista, è l’entusiasmo che circonda la squadra: oggi come allora, il club non vince da un po’ e vuol tornare ad essere grande, spinta dall’affetto impareggiabile dei suoi tifosi.