14 Maggio 2020

CHE FINE HA FATTO – Felice Centofanti, il difensore con il 9 sulle spalle

Capelli lunghi, pizzetto alla D'Artagnan, tante sgroppate e il vizio del gol: la storia di Felice Centofanti

Campioni, meteore, mancate promesse e tanto altro: la storia dell’Inter è ricca di profili che, in un modo o nell’altro, hanno lasciato la propria impronta. Ogni squadra ha il suo Pelé brasiliano, ma non è escluso che possa avere anche il Pelé portoghese.
La rubrica “Che fine ha fatto?” di Passioneinter.com rivela qual è stato il destino di chi è riuscito a lasciare la sua traccia e di chi invece è passato inosservato. Oggi è il turno di Felice Centofanti, uno dei primi acquisti dell’era Moratti.

L’ESPERIENZA NERAZZURRA – Estate 1995, l’Inter entra ufficialmente nell’era di Massimo Moratti, che rileva da Ernesto Pellegrini il club che fu di suo padre Angelo Moratti, riprendendo così la tradizione di famiglia. Tra gli acquisti del primo calciomercato del neo presidente c’è Felice Centofanti, che arriva in nerazzurro dopo un ottimo triennio all’Ancona. Il 1995 è anche il primo anno in cui è possibile personalizzare le maglie, e il terzino teramano non se lo fa dire due volte, scegliendo la maglia numero 9, di certo non un numero tradizionalmente da terzino. L’inizio non è dei migliori per Centofanti, che si vede sempre preferito Roberto Carlos dal tecnico Ottavio Bianchi, non giocando neanche un minuto nelle prime partite. Dopo poche giornate il tecnico italiano viene esonerato, e al suo posto arriva Roy Hodgson, che inizia a concedere qualche scampolo di gara all’ex Ancona. La competizione nel ruolo di terzino sinistro però diventa ancora più agguerrita a fine novembre, quando l’Inter tessera Alessandro Pistone, che in poco tempo ruba il posto anche a Roberto Carlos. Per Centofanti a quel punto trovare spazio è un’impresa molto difficile, e viene messo praticamente da parte dal tecnico inglese, che nell’arco di tutta la stagione gli concede solo 13 presenze tra Coppa UEFA, Coppa Italia e Serie A. Dopo solo una stagione il difensore classe 1996 lascia Milano per rilanciarsi con la maglia del Genoa, in Serie B.

DOPO L’INTER – Con il Grifone Centofanti ritrova subito nuova linfa, disputando una stagione ad alti livelli condita da ben 5 reti, sfiorando con il suo club per un solo punto la promozione in Serie A. L’estate successiva viene ceduto al Ravenna, dove diventa subito l’idolo dei tifosi per il suo carattere anticonformista ed esuberante. Con la maglia giallorossa disputa altre tre stagioni in B a buoni livelli, nonostante qualche infortunio di troppo che lo tartassa soprattutto nell’ultima stagione. Nell’estate del 2000 viene svincolato dal club romagnolo a causa della sua tenuta fisica non più ottimale e l’età ormai avanzata, e accetta l’offerta del Padova, club di serie C2. Con il club lombardo riesce a riscattarsi, e in tre stagioni fa registrare un bottino di reti impressionante per un difensore (23), contribuendo alla promozione del club alla C1. Nel 2004 disputa un’ultima stagione con la Bassano Virtus prima di lasciare quasi definitivamente il calcio giocato. Quasi, appunto, perchè dopo 6 stagioni di inattività, nel 2011 riallaccia di nuovo gli scarpini per giocare una stagione in Terza Categoria abruzzese con una squadra del suo paese, la Sannicolese.

CHE FINE HA FATTO – Dopo il ritiro nel 2004 diventa il direttore sportivo dell’Ancona, ma l’esperienza dura meno di un anno. Il suo carattere esuberante e divertente non passa inosservato al mondo della televisione, e dopo un anno dal suo ritiro eccolo apparire nel salotto di tutti gli italiani come inviato di Striscia la Notizia, per la quale cura una rubrica sportiva in cui aiuta i calciatori in difficoltà. Celeberrimo il suo motto che esibiva ad ogni apparizione televisiva: “Felice Centofanti mette a posto tutti quanti”. Amante del calcio “romantico” degli anni 90, l’ex terzino nerazzurro non ha mai risparmiato commenti negativi sul calcio moderno: “Il mio calcio è quello di Baresi, Gascoigne, Di Livio, Nunziata, Roberto Baggio. Quello di George Best, magari quello mio. Ma di gioia, allegria e di un attimo di follia sinceramente non ne vedo più” e ancora “Non guardo una partita ,in tv e dal vivo, da due anni e ne vado fiero, questo non è il mio calcio. Il calcio dei Balotelli e dei Cassano tenetevelo voi…” Queste sono solo le due frasi più importanti pronunciate a proposito del calcio moderno, dal quale si sente nauseato. Il 21 luglio 2009 torna nuovamente nel mondo del calcio, accettando l’incarico di direttore generale del San Marino, ruolo che lascia un anno e mezzo dopo a causa di alcuni screzi con calciatori e società. Da quel momento non è più tornato nell’universo calcistico, e si gode i trionfi della sua figlia prodigio, Martina Centofanti, ginnasta della Nazionale Italiana di ritmica, con cui ha vinto 3 medaglie d’oro dal 2014.  “Martina è il mio Pallone d’oro, il mio Diego Maradona. Essere il papà di un’atleta della Nazionale è un dono. E’ una ragazza e un’atleta fantastica: i due minuti e mezzo in pedana ripagano i 340 giorni all’anno passati ad allenarsi. Il vero spirito di sacrificio si vede negli sport considerati “minori”, altro che il calcio”, ha raccontato lo scorso il padre orgoglioso intervistato dalla rivista “Oggi”.

[fnc_embed]<iframe src=”https://gopod.me/embed.php?t=0&p=tIoF0″ width=”100%” height=”280px” frameborder=”0″ scrolling=”no”> </iframe>[/fnc_embed]

Commenta tutte le news con i tifosi su Telegram: ci sono già più di 2.000 interisti!

https://redazione.passioneinter.com/esclusive/esclusiva-mercato-boscaglia-tonali-inter/