9 Maggio 2020

Bordon: “Andare via dall’Inter fu un colpo al cuore. Handanovic? Può rimanere nerazzurro fino a 40 anni”

L'ex portiere dello Scudetto 1980 ha concesso una lunga intervista dove ha parlato soprattutto del suo passato

Ivano Bordon è stato un portiere elegante, che si è preso l’Inter senza aver bisogno di interventi spettacolari o numeri da circo. La sua classe, la sua semplicità, lo hanno fatto rimanere ai vertici per tanti anni. Essenziale e pacato, ha difeso i pali nerazzurri per 13 anni, prima di un sofferto e doloroso addio. Anche di questo, ai microfoni di ITASportPress, ha parlato l’ex portiere, non senza una vena di rammarico.

Bordon ha dichiarato: “L’apice con l‘Inter fu sicuramente la leggendaria partita di ritorno contro il Borussia Moenchengladbach nel ’72. Quella seria feci almeno 7 interventi decisivi, oltre al rigore parato a Sieloff. Tenere la porta inviolata fu fondamentale per il passaggio al turno successivo. Per tutti quella sera divenni il “Muro di Berlino”. Sono stato fortunato nella mia carriera, ho fatto i miei errori, come tutti, ma non ho mai avuto lunghi problemi di crisi. Agli allenatori piacevo anche per questo, non avevo grandi sbalzi di rendimento, ero continuo”.

“L’Inter dello scudetto del ’79/’80 era davvero una bella squadra. La stagione precedente gettammo le basi per il trionfo successivo. Eravamo molto uniti, tutti italiani e con otto undicesimi provenienti dal settore giovanile. Fu uno scudetto davvero meritato secondo me. I paragoni con l’Inter del Trap o di Mou però non si possono fare, era un calcio totalmente diverso. Il nostro grande merito rispetto a chi venne dopo fu proprio la mancanza di stranieri a facilitarci le cose”.

Bordon ha poi proseguito: “La più grande delusione invece è stata il divorzio dall’Inter. Ero arrivato lì a 15 anni, andarmene a 32 fu molto difficile. Fu un colpo basso, io non me ne sarei mai andato, ma la dirigenza la pensava diversamente. Eppure io non ero un piantagrane, non ho mai fatto storie nemmeno per i rinnovi di contratto o per l’ingaggio. Non ho mai litigato con nessuno eppure fui costretto ad andarmene. In campo invece il mio ricordo peggiore è la papera sul tiro di Gallego in Inter-Real Madrid di Coppa delle Coppe. Quell’errore ci costò l’eliminazione, mi tormenta ancora oggi”.

Sul il suo possibile erede, Samir Handanovic, Bordon invece dice: “Deve rimanere a lungo a Milano, può fare come Zoff alla Juve e andare oltre i 40 anni. La fascia di capitano poi lo ha reso ancora più sicuro dei propri mezzi, lo ha responsabilizzato e i compagni lo hanno capito. Non c’è motivo per cui l’Inter debba separarsi da lui. Con lui e Lukaku, la squadra di Conte può fare molto bene. Il belga ha faticato all’inizio, ma una volta entrato in condizione ha dimostrato a tutti cosa è in grado di fare”.

 

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