EDITORIALE – La visione d’insieme
Il nostro consueto editoriale del lunedì sera, stavolta cautamente ottimista grazie ai risultati sportivi, alla brillante comunicazione nerazzurra degli ultimi tempi e alla fiducia di Thohir in tutti i responsabili del settore tecnico. Comunque vada a finire la stagione, insomma, all'orizzonte c'è qualcosa di buono che ci aspettaÈ tremendamente difficile condensare in un solo editoriale tutti gli ultimi avvenimenti nerazzurri che, sintetizzando, si possono ridurre a tre eventi fondamentali: l’intervista fiume di Piero Ausilio a Libero, la conferenza stampa congiunta di oggi tra Thohir e Tronchetti Provera e, ovviamente, la partita di sabato sera contro il Bologna, gara che ha visto vincere un’Inter ancora una volta cinica ma anche capace di ricominciare a credere in sé stessa (specialmente nel primo tempo). Tre carichi da novanta che meriterebbero un approfondimento ciascuno ma, contrariamente a quanto sembrerebbe logico, invece di commentare singolarmente ognuno di questi snodi cruciali, proveremo piuttosto a elaborare un’immagine complessiva dell’Inter mettendo insieme tutti gli ingredienti e allontanandoci metaforicamente, in modo da avere una visione d’insieme più chiara.
Il quadro che esce da tutto ciò è quello di una società ben più solida di quanto non si voglia ammettere normalmente: l’Inter non è una società lasciata a sé stessa dalla proprietà e Mancini non è l’uomo solo al comando che in tanti hanno dipinto. Thohir non c’è fisicamente per gran parte del tempo, è inoppugnabile, ma esiste e cerca – anche da lontano – di rimanere il più vicino possibile alla sua creatura, venendo in Italia più spesso che può e pronunciandosi sempre in maniera molto chiara quando ha la possibilità di incontrare personalmente i giornalisti, come nell’occasione di oggi, curando sempre di far capire che ha la situazione ben in pugno e spiegando costantemente per filo e per segno cosa è vero e cosa non lo è di quel che appare sui giornali (e che puntualmente salta fuori quando lui non c’è).
Trasuda del resto solidità anche dall’intervista di Biasin a Piero Ausilio: il DS nerazzurro, senza il benché minimo tentennamento, ha spiegato per benino e fino in fondo come funziona il suo lavoro, quanta gente lo aiuta, come si fa scouting all’Inter, quanto è a contatto con Mancini e i giocatori. Interpellato anche sul rapporto della società col presidente, Ausilio ha risposto con parole al miele su Thohir che esulano dalla normale retorica sul proprio datore di lavoro e ha fatto intendere che la fiducia che la proprietà ha in lui è pressoché totale. Ultimo, ma non meno importante, il DS ha saputo anche ammettere alcuni dei suoi errori, facendo nomi e cognomi: non proprio tutti i dirigenti del mondo del calcio sanno farlo…
Infine non si può non parlare della solidità vista sul campo, che poi è quella che ci interessa di più: una vittoria meritata nel primo tempo e consumata nel secondo, legittimata dalle chance create ma non sfruttate e costruita su due calci piazzati. È paradossale che, a livello di prestazione, quel che va salvato viene in misura molto maggiore dalla metà di partita finita 0-0 ma del resto non si può non dire la verità: l’Inter l’ha vinta nella ripresa con due gol su calcio d’angolo (quinto e sesto negli ultimi quaranta giorni contro uno solo in tutto il resto dell’anno) ma le cose migliori le ha fatte nel primo e, anzi, ha segnato in un momento di calo generale tale da far pensare che non avrebbe mai potuto far gol in altra maniera.
La partita da dentro o fuori che aspetta a Roma i nerazzurri alla prossima giornata sarà ovviamente uno snodo cruciale per la stagione e molto dipenderà da quale sarà il risultato dell’Olimpico. Tuttavia, provando ad astrarci dalla situazione contingente e provando a guardare alla visione d’insieme da noi stessi invocata prima, anche in vista della prossima stagione ci sentiamo di dire che non si può non provare un cauto ottimismo perché sembrano esserci degli obiettivi chiarissimi, che peraltro vengono comunicati con una solerzia e con una trasparenza totalmente inedite prima della gestione Thohir.
Il resto, che poi è la parte principale, lo deve fare ovviamente il campo. Ma l’Inter, nel senso societario, c’è. E questa ci pare possa essere una gran fortuna.