Simoni: “La Roma è favorita. Mancio in Nazionale? Meglio Donadoni”
Intervistato da ilCatenaccio.es, l'ex tecnico nerazzurro Gigi Simoni analizza la sfida tra Inter e Roma di sabato prossimo e dice la sua su Mancini alla guida della NazionaleSempre pronto a parlare della “sua” Inter, Gigi Simoni questa volta lo fa dalle pagine de ilCatenaccio.es. L’attuale presidente della Cremonese parla non solo della sfida di sabato tra Roma e Inter che vale l’europa ma anche della Nazionale:
ROMA-INTER – “Se in palio c’è il terzo poto è difficile dirlo adesso. Io per giudicare mi attengo sempre ai risultati che ho visto e per ora posso dire che la Roma è la più in forma, vince ogni domenica e sta facendo vedere ottime cose. L’Inter sembra si stia riprendendo ma ancora non vedo uno stato di forma veramente buono. Certo i giallorossi stanno a +5, un’altra vittoria li porterebbe a +8 e i giochi sarebbero chiusi. Poi io sono sempre interista quindi spero che la squadra di Mancini possa dire la sua, vincere e acciuffare il terzo posto. Ma sinceramente adesso vedo come favorita la Roma”.
LE DIFFERENZE – “All’Inter manca l’unione. Una squadra ha bisogno di stabilità, di compattezza. Invece un periodo gioca bene un giocatore, dopo si spegne e inizia un altro. Così si è costretti a cambiare modulo, a sfruttare quello che sta meglio e la squadra manca di solidità. La Roma invece ha in Spalletti un valore aggiunto. Da quando è arrivato ha imposto la sua idea, la sua tattica. Forse qualcuno non voleva dargli ragione ma ora è costretto a seguirlo. I risultati stanno dalla sua parte. Poi Spalletti è un ragazzo preparato, intelligente, che già aveva fatto grandi cose. Ha portato un vero rinnovamento”.
LA NAZIONALE – “La guida di una nazionale è il compimento di una carriera e Roberto ha davanti a se ancora molti anni. E credo che onorerà il contratto con l’Inter fino alla fine. Poi c’è da dire che il suo profilo non si sposa molto con quanto ha detto il presidente Tavecchio, che vorrebbe pagare il nuovo commissario tecnico di meno rispetto a Conte. Non credo sia facile convincere Mancini partendo così. Di nomi interessanti ce ne sono molti. Capello è molto preparato ad esempio. Ma penso che il tecnico perfetto sia Roberto Donadoni. A Parma aveva fatto vedere tutte le sue potenzialità e a Bologna le sta confermando. E anche dal punto di vista dello stipendio credo sia più vicino alle esigenze dalla Federazione. Insomma, stiamo guardando più il lato economico che quello calcistico, sono proprio cambiati i tempi! E poi stiamo qui a pensare i risultati degli allenatori nelle squadre di club quando non è da questi che si vede il bravo ct, vedi per esempio Bearzot”.
L’EMOZIONE PIU’ GRANDE – “Se mi chiedevi quella più importante ti avrei saputo rispondere. Ma se entrano in ballo le sensazioni allora è difficile. Può essere la finale di Coppa Uefa con l’Inter, vinta 3-0 contro la Lazio, ma anche la partita della promozione in Serie C1 con la Carrarese. Ho sempre vissuto gioie e dolori nella mia carriera, una partita di Serie C1 poteva darmi le stesse emozioni di una in Europa”.
CHI VORREI ALLENARE – “Della Roma dico Salah, mi dà l’impressione di essere uno sveglio, con qualità tecnica incredibile. Uno di quelli che può risolvere le cose da solo. E si può lavorare ancora tanto su di lui. Per l’Inter è più difficile, diciamo che la mia squadra aveva più qualità. Ronaldo, Zanetti, Baggio, Simeone. Della squadra di adesso forse prenderei Medel, un giocatore a cui non daresti un soldo di fiducia e invece per carisma e tenacia è tra i migliori. È uno che mi stuzzica”.