GdS – Caso Hakimi, la UEFA ha un precedente sul tavolo
ll caso Hakimi sul tampone risultato positivo mercoledì e poi negativo sia ieri che oggi, ha acceso i riflettori sulla UEFA che ha anche un precedenteIl caso Hakimi non è il problema più grande di questo momento, ma deve far riflettere perché quello che è accaduto al marocchino mercoledì con tampone positivo e poi i successivi due negativi, deve far porre qualche domanda e trovare una soluzione.
Come riporta La Gazzetta dello Sport, il tampone di Hakimi effettuato mercoledì mattina era risultato negativo, poi intorno alle 17 secondo responso e tampone positivo.
Hakimi non è potuto scendere in campo contro il Borussia Monchengladbach e ha poi effettuato due tamponi dopo la gare, entrambi risultati negativi. Potrebbe essere che Hakimi sia stato un falso positivo, così come accaduto per Stefan El Shaarawy con la Nazionale italiana.
Si poteva o meno fare un nuovo test prima della gara così da scongiurare la sua assenza nella gara di Champions? La rabbia di Conte e dell’Inter è comprensibile, anche perché la UEFA ha un precedente come quello di El Shaarawy che dopo la positività ha subito effettuato un nuovo tampone e avuto poco dopo il risultato che gli ha permesso di restare con l’Italia e di essere in panchina contro l’Olanda.
Se l’Inter avesse avuto la risposta mercoledì mattina e non nel pomeriggio avrebbe potuto escludere Hakimi dagli allenamenti per evitare di contagiare altri calciatori e anche il tempo per fare un nuovo test. La UEFA dovrebbe valutare la situazione e mettere il problema sul tavolo perché, almeno, le comunicazioni dovrebbero viaggiare più velocemente.
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