Bergonzi: “Il VAR usato così fa tristezza. In Inter-Parma rigore da fischiare a occhio nudo: arbitri devono svegliarsi”
L'ex arbitro appartiene alla generazione pre-VARBilancio dopo tre anni e qualche mese di utilizzo del VAR in Serie A, al di là dei trionfalistici bilanci dei primi tempi, fumo negli occhi su cui oggi si pagano tutte le conseguenze: siamo all’inizio del quarto anno di VAR e c’è ancora da capire come far funzionare il protocollo VAR affinché possa fare ciò per cui è stato pensato: correggere gli errori, almeno quelli più evidenti. E ad analizzare la situazione, ai microfoni di TMW Radio, è l’ex arbitro Mauro Bergonzi. Che ha cominciato la sua analisi proprio da Inter–Parma, la gara clou dell’ultimo weekend calcistico in quanto a episodi di moviola.
L’ex arbitro ha cominciato la sua analisi commentando le parole di Marotta nel post-gara: “Ha parlato di vuoto normativo, ma non è relativo all’episodio che interessava a lui – ha spiegato – Piccinini è un arbitro molto giovane, doveva fare il quarto uomo, e si trova di colpo a dirigere. Gli è cambiata la vita. Detto questo, quello è un calcio di rigore clamoroso che l’arbitro deve vedere e fischiare, al netto di VAR, televisioni e protocolli. Gli arbitri bravi li hanno sempre visti, anche senza VAR”.
Continua, quindi, Bergonzi: “È inammissibile che il VAR, Maresca fischietto internazionale, non si sia fatto sentire. Lì deve intervenire, lo deve mandare al monitor. Fa tristezza. Noi in campo ci siamo stati e non c’era il monitor, non ci sono scuse. Ultimi due turni di campionato non bene, si devono svegliare, credo si siano adagiati nelle ultime settimane”.
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