ESCLUSIVA – Castellazzi: “L’Inter mi è rimasta nel cuore. Critiche ad Handanovic? Esagerate. Su Conte ed Eriksen…”
La redazione di Passione Inter ha intervistato in esclusiva l'ex portiere che ha difeso la porta nerazzurra dal 2010 al 2014E’ arrivato all’Inter dopo la fantastica stagione del Triplete, ha difeso la porta nerazzurra dal 2010 al 2014 collezionando 36 presenze in totale e mettendo in bacheca una Supercoppa Italiana, una Coppa Italia e un Campionato del Mondo per Club.
Luca Castellazzi si è concesso in esclusiva ai microfoni di Passione Inter per rivivere le tappe più importanti della sua esperienza a Milano. Ma non solo, con lui abbiamo parlato anche dell’Inter del presente e delle ambizioni della squadra di Conte in questo campionato.
L’impatto del covid sul mondo del calcio: “Alla lunga i valori verranno fuori secondo me, la qualità dei giocatori emergerà. E’ un campionato particolare, non c’è continuità, le squadre fanno fatica. Spesso anche le big scivolano. Il non aver fatto una preparazione buona incide sicuramente, i ritmi sono serrati. Soprattutto è un momento difficile per chi ha le coppe”.
La sfida tra Inter e Torino: “La squadra di Conte ha pareggiato qualche partita di troppo. La stagione scorsa è stata fantastica con un finale in crescendo. In questa prima parte di campionato si è fatto più fatica soprattutto nei risultati, dal punto di vista del gioco invece non ci si può lamentare. Il Torino invece sta facendo davvero fatica, è una delle squadre più deludenti fin qui”.
Julio Cesar e Handanovic: “Mi sono trovato benissimo con entrambi, parliamo di due caratteri diversi. Julio è sempre sorridente, buono come il pane, ma è uno di quei brasiliani che si fa sentire. Samir è un grandissimo professionista, è un leader silenzioso. Mi sono trovato bene con entrambi. Julio è più acrobatico e reattivo, Samir più strutturato, grande lavoratore anche con i piedi è migliorato tantissimo, è arrivato però in un’Inter in discesa. Ha iniziato in un’Inter non super competitiva per grandi obiettivi ma parliamo sempre di due grandissimi portieri”.
Le critiche ad Handanovic: “Per un portiere sono pane quotidiano (ride, ndr). I tifosi nerazzurri sono diffidenti perché ci sono stati pochi tiri in porta e tanti gol, parliamo di gol dovunque comunque è difficile fare meglio. Il tifoso parla con la pancia, Samir ha sempre fatto i miracoli e continuerà a farli. Magari è stato un mese di transizione, non possiamo di certo incolparlo. Non è un portiere in declino”.
L’importanza di avere due portieri titolari in rosa: “Io sono arrivato come secondo, alle spalle di Julio Cesar. Avevo l’occasione di andare all’Inter nel 2010 e non potevo farmela sfuggire. Sono stato fortunato, nella sfortuna per Julio che ha avuto diversi infortuni, e così ho avuto spazio in Serie A, Champions League. Ogni portiere si allena al massimo, aver dietro uno che ti mette in difficoltà può essere uno stimolo ma anche una situazione scomoda perché tendi a sentirti sempre sotto esame. Un portiere professionista in Serie A si allena sempre al 100%. Io mi auguro che anche Radu e Stankovic abbiano la loro chance ma Handanovic resta al top”.
L’erede di Handanovic: “Ogni portiere ha la propria collocazione. Stankovic è giovane e non dobbiamo mettergli fretta anche se è uno dei più promettenti a livello giovanile. Musso all’Udinese ha dimostrato ampi margini di crescita, Cragno ha avuto un problema alla spalla ma rimane un portiere valido e nel giro della Nazionale italiana. Se devo spendere un nome dico Meret, è un classe 1997, ha 23 anni e davanti ha una carriera lunga. E’ molto bravo, è bello da vedere e ha tutte le caratteristiche per essere il portiere di una grande squadra”.
L’importanza di Lukaku: “Lukaku è un punto di riferimento, sia in campo che fuori. Nonostante la stazza, è veloce nell’esecuzione, ha già i numeri di leader. Lui è campione ed esempio anche nello spogliatoio, giocatori come lui servono ad aumentare il livello della squadra”.
Il caso Eriksen: “Prendere Eriksen è stato un grande colpo a gennaio, non si può negare questo. All’inizio ha fatto fatica a trovare una collocazione tattica nel 3-5-2, quest’anno quando è stato chiamato in causa non ha fatto bene. Ha giocato poco ma ha giocato. In Nazionale segna, su rigore, e fa meglio perché comunque è il leader della Danimarca. L’allenatore sceglie sempre per il bene della squadra, è un peccato perché sarebbe una risorsa ma probabilmente ora ci sono alcuni giocatori che danno più garanzia a Conte”.
Su Barella: “Qualità e quantità in ogni partita, è uno dei top assoluti di quest’Inter”.
La vittoria nel 2010 con la Sampdoria all’Olimpico: “All’Inter quando sono arrivato mi hanno ringraziato perché tutti si ricordavano l’importanza di quella partita nella lotta scudetto. Quella vittoria ha tolto l’ossigeno alla Roma, non so come sarebbe finita”.
L’esperienza all’Inter: “Ho avuto la fortuna di essere in una grande squadra. E’ stata una bellissima esperienza sia dal punto di vista sportivo che umano. Avevo anche paura all’inizio, venivo da una realtà media come quella della Sampdoria, ma ho incontrato persone speciali e uniche. L’Inter mi è rimasta nel cuore”.
Dove può arrivare l’Inter di Conte: “Già l’anno scorso la squadra è andata vicina dal vincere l’Europa League. Si sono poste però le basi di una crescita della squadra, Conte è l’uomo giusto per dare continuità. Una cosa che è mancata all’Inter nei scorsi anni. Ora ci sono idee chiare e si può aprire un ciclo vincente. Può essere l’anno giusto”.
LA REDAZIONE DI PASSIONE INTER RINGRAZIA LUCA CASTELLAZZI PER LA SUA DISPONIBILITA’
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