Biasin e i 9 problemi dell’Intexit: “Da Eriksen agli alibi, Conte così non va. Se non credi nell’Inter…”
Il tecnico nerazzurro al centro delle polemiche dopo l'uscita dall'EuropaFabrizio Biasin, noto giornalista e tifoso nerazzurro, dopo essersi concesso in esclusiva per Passione Inter, sul proprio profilo Facebook ha tirato le somme della campagna europea dell’Inter, soffermandosi in particolare su Antonio Conte, sulle sue responsabilità e sul futuro della stagione nerazzurra.
Ecco le sue parole: “Ci sono almeno nove cose che non vanno rispetto all’Intexit, ovvero all’eliminazione dell’Inter da ogni competizione europea per la stagione 2020-2021. Eccole:
1) Non puoi essere eliminato in un girone con il Real Madrid meno competitivo degli ultimi dieci anni e due squadre assolutamente abbordabili.
2) Non puoi terminare il tuo percorso con una sola vittoria in sei partite, zero gol segnati alla stessa squadra che avevi battuto 5-0 meno di quattro mesi fa per poi prendertela con gli arbitri.
3) Non puoi gestire i 90 minuti di una partita decisiva con l’atteggiamento di chi tratta il pareggio come un risultato tutto sommato accettabile. Tra 0-0 e sconfitta non c’era alcuna differenza, per questo attendere gli ultimi 10 minuti del match per mettere il tuo giocatore con maggiore classe ed esperienza (Eriksen) è stato imperdonabile.
4) Non puoi presentarti nel dopo-gara con l’atteggiamento aggressivo di chi rispedisce al mittente le critiche e più di così cosa dovevo fare.
5) Non puoi pensare che una frase come ‘lo Shakhtar ha snaturato se stesso’ possa trasformarsi in un alibi, perché al contrario diventa un capo d’accusa: gli ucraini hanno studiato la gara e ti hanno sorpreso, tu non hai trovato un rimedio in corso d’opera.
6) Non puoi pensare che il mondo ce l’abbia costantemente con te, soprattutto non puoi farti scudo vestendo i panni del difensore dei colori nerazzurri da un presunto e marcato ‘anti-interismo’. La verità, semmai, è che tutti ti leccano il culo quando vinci, tutti di gettano fango addosso quando perdi. Capita così a qualunque grande tecnico. L’altra verità è che il vero difensore ‘dell’interismo’ non risponde male a una giornalista dalla specchiata professionalità (Anna Billò) o a un monumento del calcio (Fabio Capello), al limite si confronta; viceversa crea un danno d’immagine ai propri colori.
7) Non puoi non sapere che quello che fino a ieri era un ‘tentativo’ di vincere lo scudetto, ora diventa un ‘obbligo’. È così, perché, solo la vittoria del tricolor trasformerà una stagione attualmente fallimentare in una stagione di totale e grandioso riscatto.
8) Non puoi pensare che il tentativo di raggiungere questo risultato non passi da due compromessi inevitabili. Il primo: fare un passo verso i propri giocatori, provare a sfruttarli non solo da un punto di vista ‘fisico’ ma anche ‘tecnico’. Il secondo: cercare una qualche pace interiore che ti permetta di gioire di una vittoria e di digerire una sconfitta. Trasformare vittorie e sconfitte in pretesti per trovare sempre un qualche nemico non è la soluzione. Del resto di Mourinho ce n’è uno solo e pure lui ha smesso da tempo di essere incazzato a prescindere.
9) Nessuno vuole arrivare a pensare che contratto e stipendio siano i soli motivi per cui è obbligatorio ‘stare assieme’: se credi davvero nell’Inter vai avanti, viceversa cerca un accordo di qualche genere. E questo lo devi fare per il club, ma anche per te stesso.
E potremmo andare avanti, ma il dato di fatto è che non abbiamo detto che tutti questi appunti sono rivolti ad Antonio Conte, un tecnico straordinariamente bravo che ha tutto per fare bene e un solo vero nemico: se stesso. Se se ne accorge è ancora in tempo per scrivere la storia di questo club, in caso contrario rischia di passare alla storia per essere quello che è ‘rimasto solo perché non si poteva fare altrimenti’. Non se lo merita lui, soprattutto non se lo merita l’Inter”.
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